Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941
diviqui sani, delitti che portano in sé il proprio castigo e che difficilmente si ripetono da parte delle stesse persone, resta sempre la P?ssibilit6 che il corpo sociale si debba difendere contro i pericoli che provengono dal– la· trasgressione delle norme di convivenza liberamente accettate, dalle ambizioni e dalle ovidito d'individui asociali. Questo difesa interna deve essere eserc.itat-o, come quella es.terna, come lo gestione dello produzione e del consumo, non do gruppi speciali e specializroti (che si fossilizzano i.n coste· e tendono ad opprimere i propri simili) mo dal popolo nelle sue libere assemblee. E' questo il terreno in cui l'opero rivoluzionaria e quello . deÌla diffusione ~uìturale e deWeducazione delle mos_se, devono procedere piu strettamente unite. Si ha il diritto di difendersi -contro un sabottatore dell,a produzione come ci si· difonde contro chi cerca di toglierci la no– stra liberto- e di renderci schiavi. Ma la socializzazione di questa difesa non ;ignifica prescindere da tutta l'e– voluzione -ben· onteric:ne o noi- del pensiero giuri– dico. Trasformare il castigo in semplice difesa ci deve rendérz piu umani e non piu crudeli. La giustizio ot- ~ tuole (giusflzio per ironia) é uno degli strumenti di dominio d'uno classe sulle oltre. Lo giustizio popolo.;e soro superiore solo se sopra essere sereno. Lo passione e l'odio ci farebbero tornare allo legge del taglione o, piu indietro- ancora, .olla vendetta -primitivo. Noi non diciom~- (malgrado che lo leggendo controdditorio che ci dipinge -sanguinari ci attribuisco insieme l'accettazio– ne dello teoria di Rousseau dello bontéi naturale_ del– l'uomo) che il popolo sia perfetto e che basti non mettere davanti o lui nessun ostacolo perché il mondo diventi un Paradiso. Diciamo• che l'opera d'educazione,· di costruzione nello ·coscienza (nello nostro prima che in quello degli altri) ~ altrettanto necessario che l'o– pero distruttivo e ricostruttivo dello rivoluzione. Mo diciamo· anche che l'una ,non si pu6 condurre avanti senza l'altro, perché il senso morale é fig.lio dello li– berto (gli schioyi non hannçi lo responsobilito delle pro– prie azioni e non possono quindi gi:idicarle). E offér– miamo che i rischi dell'outorito sono permanenti ed in continuo aumento, mentre quelli che pu6 presentare lo liberto sono minori .e· transitori, in quanto l'ese<iicizio .della liberto é di per se stesso educativo. E questo vale tanto nel· campo della difeso sociale quanto in tutti gli aÌtri. Su· questo terreno del resto spetto olla medicino dire la parola piu importante, se non la decisivo. Al-– cuni compagni medici s'occuperanno di· quest"o problema su queste stesse colonne. -d) "L',educazione nel la Iiberto e -ottraverso la Ii- berto". Tale lo parola d'ordin~ dello scuola che noi vogliamo. L'istruzione pubblico in mano dello Stato o, se privato, in mono d'istituzioni variamente confessio– nali, é strumento di qominio, é l'arma d'uno clÒsse o' d'una casto. Per divenire una spontor\e0 manifestazione del la vita·, varia come lo vita e creatrice o sua volta di sempre nuovi valori vitali, l'educazione de·ve esser'e lo funzione di oppos.ite associazioni opportunamente coordinate, di genitori 1 e maestri per l'infanzia e l'odo-. I lescenzo, di studenti, scienziati e tecnici per lo gioventu piu matura. Autonome erano le Universito m,~dioevoli, rette do professori e studenti; autonomi tendono o di– venire gli organismi dello pubblico istruz.ione in al_cuni paesi d'Americo. Nel compo educativo, piu chiaramente che in qualunque altro, l'azione dello Stato si rivelo superfluo e dannoso. e) Ogni essere umano, come tale, ho diritto ai mez- zi di vita. Chi pu6 produr.re , ho il dovere di produrre e· tutti hanno il diritto di mangiare. Il pone dei bimbi e dei vecchi, l'os~tenzo ai molati non deve. essere uno freddo· corito che porto do un centro lontano e sia dosato secondo criteri politici; deve essere uno delle funzioni naturali degli organismi locali (associazioni di consumatori e municipi), che per il loro carattere· ri– ciotto lo possono esercitare con lo stesso spirito di mu-– tuo appoggio che osserviamo tra i membri d'una stes~a famiglia. Sullo stesso base d'autonomia coordinato si dovrebbe organizzare l'esercizio dello medicina . . Non possiamo entrare qui in maggiori particolari. Per ciascu.no di questi punti · potremmo rimandare o opere speciali (per l'.econornio o' "El organismo economico de lo revolLicion" di Sanhll6n, per l'educo-zione o '''Re– construcci6n educac-ional" di Lunazzi, per l·a sonit6 o "Sociolizaci6n de lo medicina" di Lozorte, ecc.). Quello che importo qui· é precisare il- nostro pensiero: tutte le funzioni attualmente in mono dello Stato possono es.– sere piu utilmente esercitate do orgonism.i autonomi li– beramente. co9rdinoti, organismi comprendenti la totàlito degli interessati e retti da un s.istema di democrazia diretto e non rappresentativo. Lo centralizzazione· e 1 1 autorito stato le oltre ad 1essere onerose (vedasi San- til lon "Los cargas fributorias'\ Lobriolo "La crise et I'Etòt", ecc.) non ha~no altro scopo éhe quel lo di sod- - disfare lo volonto di potere delle mihOranze privilegiate e di P!3rpetuore l'ingiustizia e lo ~ruttomento. Bokunin ho dimostrato, -e dopo di lui l'hanno dimostrato i fotti- che il -socialismo é incompatibile con lo Stato. f) Discorso o porte meriterebbe il p_roblemo religioso. Il dogma é nel campo spirituale quel che lo Stato e nel campo politico: Lo Chi,eso !:_"11ette o· profitto l'igno– rànzo, come lo Stato mette o p_rofitto lo debolezza ma– teriale dell'individuo. Contro il dogma religioso gli a– narchici r-ion sempre lottato, rivendicando allo spi-rito lo suo dignit6 e lo suo indipendenza di fronte a chi tento di rendere meccanico, uniforme, comandato dal di fuo- . ' ri, lo s.uo ottivito. Lo storia é inconcepibile se~zò di-– scussione, discussione d'idee, incontro (scontro o con– fluenza) di tendenze, che si traduce nel fecondo con– trastare dei fotti. E il dogma é, per definizione, ci6' 1 ' che no·n si discute, { lo morte dello spirito. Quello stesso inclinazione olla servitu che nella societ6 creo lo Stato (e lo Stato fa le léggi per lo suo co~servozione), dallo spontaneo sviluppo del sentimento· religioso fa sorgere la Chiesa (e la Chiesa, per la suo conservazione, creo il dogma). Contro i dogmi, contro le Chiese, gli anarchici combattono come contro lo Stato, seppur con armi di- verse. In quanto al sentimento religio.w in se stesso, lo di– scussione é aperto e rester6 aperto in eterno. Gli onor-· chici ~i partecipano, in maggioranza in S,enso negativo. Alcuni pensano che non si posso combattere lo Chiesa senza combattere l'ideo di Dio. Mo accordo non c'é e non. é necessario che ci sia. A ciascuno lo proprio strada. Ci son molti. spiriti intimamente I religiosi (lo religiosito é ·uno delle maniere di vedere lo vita e lo morte, ed é fenomeno individuale), che sentono quanto gli altri e piu degli altri il b,isogno di liberare gli uo– mini dallo superstizione grossolano e dal dogma.• g) Siamo contro lo proprie~o, contro lo Stato, con- tro il dogma. Siamo anche contro il nazionalismo. E qui bisogno spiegarsi bene, ··perché contro il particola– rismo nozionale sono anche i bolscevichi e, nello reolt6 se non nelle parole,· i fascisti. Fra l'Internazionale di Stalin e I! Impero di Hitl!er non c'é tutto questo diffe– renza: basto sostituire al popolo-padrone (Herrenvolk), il partito-padrone. Bisogno dire ben fort.é che l'inter– naz,ionolismo o cui noi vogliamo arrivare non distrugge 13
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