Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941

teneva il principio che ;;lo tavolo dello vita r:ion J op- - porecchioto per tutti", nor-1 sòlo ero un uomo pr-ofon– domente religioso, mo ero anche un sacerdote. E Kro– potkin, "materialista" •dichiarato, che non credevo in nessun Dio personale, dalle conclusioni di Darwin svi– luppo lo filosofia del mutuo appoggio, noto dal pii.'1 profondo omore umano. Non sostengo che uno spirito religioso non posso essere· uno buono · persona. Un uomo puç> credere in ,.,Dio ed essere uno· delle creature piu nobili dello ter– ra. _Pero lo stesso pu6 avvenire anche quando si trotti di uomi"rii che non· credono in nessuno divinité perso– nale, e sono fermamente convinti che l'uomo odoro in Dio solo il proprio ritratto. Kropotkin; Reclus, Owen, Malatesta ed altri cento, stov.ono, molgrcido lo loro "incredulité", tra i rappresentanti socialmente piu sen– sibili dello rozzo umano. Non il segno esterno o lo necessito personale dello fede formano gli" esseri uma– ni reali, mo lo condotto di fronte ai propri simili, il rispetto verso la liberté degli altri, lo compassione verso il dolore del prossimo, lo profondo necessité d'uno giu– stiz-io per tutti. Lo religione é, in genere, un concettQ molto indefinito. Lo parola latino r,eligio significo il vincolo con qualcosa di superio_re. In questo senso ogni esse.re di inclinazioni idealiste é un essere re.ligioso. L'uomo puo chiamare divino il valore supremo o cui a·spiro. Sulle parole non vole lo peno discutere. Pero il Dio che si creo, deve rimanere il suo proprio Dio. Nel momento in cui lo. s'impone agli altri, si converte in cilicio del pross.imo. Questo é _applicabile o Dio, od o– gni "v~rité assoluto", od ogni ideo. Giacché per tutti noi é _voiid© la frase di Goethe: "Com' é una persona, cosi é il suo_ Dio. Per questo si converte spesso lo di– vinito in derisione". Il Non sono le idèe, tonto se attribuiamo loro un'ori– gine· divino, quanto_ se attribuiamo loro un'origine u– mano, le cause dello ,r:,ostro sventura; é lo .mancanza d'idee, lo graduale petrificozione delle concezior:ii vi– venti in dog~i morti, in cui s'asfissio lo spirito e si perde:- lo capacito d'azione. Idee che influiscono sul nostro ·sviluppo spirituale sorgono s.empre dalle circo– stonzé·. dell;epoca e do· certe necessité dello vita come il frutto dal fiore sull'albero. Le idee non si muovono nell'aria; , si sviluppano dalle condizioni dell'ambiente materiale in cui viviamo e reagiscono su di lui, aiu– tandoci o modificarlo. Sorgono nuove idee purché il tempo sia maturo per la loro nascita. Le uniamo spesso al nome d'olcuni indiv.idui e troppo frequentem_ente di– mentichiamo )Q loro formazione· gJodÙole, che precede lo formo definitivo_ che acquistorié ot·troverso l'energia intellettuale d'un uomo di genio. L'ideo clell'.evoluzionè · non fu inventato da Darwin. _Ebbe _uno quontité di precursori fra tutti i- popoli del nostro circolo culturale;, come Diderot, Trevirior1us, Lo– m-ettrie, Buffon, Goethe~ Lomork, ecc.,· primo che Dar-– win e Wolloce riassumessero le esperienze dei loro predecessori e le proprie. 11cosidetto morxi~mo, che non ebbe influenzo solo sul movimento socialista, mo anche sul pensiero economico e storico d'un determinato pe- . riod~, non é noto, in tutte le sue porti integranti, dal cervello di Marx. Troviamo i fondamenti dello "inter– ;;:-etazione m~terialista della storia", della "teoria del - plus valore", del la dottrina dello · "concentrezìone del capitole", ecc., negli scritti di Saint Simon,- Bozord, 'C:onsidéront, .Vidol, Pecqueur,, Louis Blanc, Williom Thomps~n, Proudhon e moltì altri. ·11 merito di Marx sarebbe stato quei io d'aver riassunto i rudimenti 'dei · suoi predecessori· in modo coesivo e· d'o·verli fotti frut– tificare come propri. Pero· l'averli formulati com~ legge assoluto, determinante tutto lo sviluppo dell'umanito, ebbe conseguenze fatali, giacché con quello· fede nel– l~assoluto creo un dogma che, nelle mani dei suoi s~– guaci, .non fu capace di· nessuno sviluppo ulterioré. te idee sono sempre buone, purc~é lo _spirito vivo in esse e stimoli gli uomini o pensare· per proprio conto. Perdono la loro fecondité naturo-le quando de– generano in ' dogma morto e cessano cosi realmente d'essere idee. Hitler e Stalin sono arrivati od essere flagelli dell'umonité non perché, · come afferma· Miss ThompsoA, obbion voluto soppiantare Dio, ma p::rché sono uomini senza idee, che cercano d'imporre al m_on– do un dogma morto, il dogma dello Stato totalitario, e, ton cieco fanatismo e violenza brutale, vogliono ob– bligare gli uomÌni ad adottare la loro pazzia . .La fede nell'assoluto é il maggior ostacolo per ogni sviluppo spirituale. ,Lessing, il gran savio.,· disse una '{Olto: "Se Dio ve– nisse o me;-- con la verité assoluto in una -mano e l'aspirazione allo verit6 nell'altra, e mi dicesse: "Sce– ;ili, tiglio mio", gli -risponderei: "La verité ossolutò, Signore, conservalo per te; giacché ogni assoluto è "> fotto per gli Dei. A me dé l'eter_no aspirazione olio verité, giacché in esso- sto la dignité umana';_ In que- ste parole é contenuto tutto il programmo dell'uomo che pensa e lotta· in tutti tempi e in tutti i paesi. Non c' é lo perfezione assoluto; c' é un'aspirazione al la per– hzione. Non c'é unÒ verité assoluto; c'é un'aspirazione alla verité. Né la religione, né la scienza, né lo filo~ sofio, ci .possono. dare la verité assoluta, mo solo chia– rimenti che oggi sono esatti, e domani_ sono messi· do porte da nuove interpretazioni. Lo spirito solo creo sempre nuove mutazioni e dé allo nostra esi.?tenza un . .,, fine e un contenuto.· Pero lo spirito· solo puéi ·agire nello liberto; per questo odio l'a:ssoluto e CGmprende che tutte le cose non hanno che un valore relot~ Anche Dorothy Thompson lo c_omprend,e. P_er questo - parlo d'un nuovo spirito che deve formarsi n'ègli esseri umani per creare i rudimenti d'un mondo nuovo dopo il rosso diluvio. Parogena l'attuale catastrofe alla deco– cienzo di Roma e prevede "il crollo d'istituzioni, va-lori, c!ossi, sistemi economici e politici". Pero questa pro– spettiva non la rende pessimista; ·al cont(orio, guardo con_ tonto maggiore speranza all'avvenire_. E' incorçig– gionte, in questo tempo tenebroso. Ho ragione· quando dice: "Lo _terribile e drammatica contraddizione del 'nostro tempo é che in lui ,esiste molt_o di cattivo e _ molto di. buono; é l'epoca dello disperazione, pero on- - che l'epoca de-Ila speranza". Parole belle e nobili, che possono ristorare. le anime stanche, che han persa lo fede_ in~ un avvenire migli_ore. Pero lo spirito che deve_ formarsi in ·noi, non soro quello del- passato, ma· que-110 del futuro. Un vecchio pu6 pensqre allo suo giov-èri-fu con ni\:lto nostalgia, ma non torneré od esso. Cosi come ho vissuto Fa sua pro'-– prio -vita, deve morire lo· suo proprio morte. Dopo lo -gran catastrofe delle guer.re napoleoniche centinaio e migliaio di gi'Oyoni _artisti,_ filosofi ed ex-rivoluzionari andarono in -pellegrinaggio o Roma per_ tornare nel seno dello Chiesa. E vi trovarono, non· il Dio· che cer– cavano, mo la "Santa Alleanza!' dello reozfone sociale,. il dominio di Metternich, che sostitui Napoleone e fece dell'Europa un cimitero intellettuale_. Solo le rivoluzioni del 1848-49 soppressero quest'ostacolo e dettero ai RO- . µoli nuove speranze.

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