Studi Sociali - IX - n. 10 serie II - 16 maggio 1938
ANNO IX ABBONAMENTI: Per ventiquattro numeri Per dodici numeri $ 2.– ., 1.25 (All'estero lo stesso prezzo, equivalente in mone– ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO Noi e la guerra, (LUCIA FERRAR1). An11iversr1riodoloroso• (L. F.). L ·antef<1tto della guerra spagnola (R. Co•mr,o). ,lfonwnto decisivo (Le CE FABUHT). Mentn, la strage dnra (E. :VfAL.ITE~'l'.1). Tra le ri1,isle e i_gionwli (Lux). I mezzi e il fine nella rivoluzione (Lnc1 l<'AB– BRl). Bibliogrnfia ('l'. e I. f.). Noi e la Guerra Si é tanto parlato sulla pace e sulla gue1·– ra in questi ultimi anni che quel che si dice sull'argomento comincia ad annoiare, a passare inosservato. Le previsioni piu ca– tastrofiche sono diventate delle bana:lita. La guerra, prima ancora d'essere una spada di Damocle, é ormai un tragico luogo co– mune. Tra poco si finira col non p~nsa!"ci piu, come n_on si pensa alla morte, pur sa– pendola inevitabile. La caratteristica principale di quest'epoca ~ostr_a é_ forse questa: la rassegnazione, I abd1caz10ne della volonta. L'uomo é ormai un ammalato che ha rinunciato a guarire, Pt~r sapen:do che la guarigione dipende da l_n1.. ?rma1 anche la propaganda pacifista e prn sommessa, gli ordini del giorno con– tro la guerra sono l)iu vuoti ed innocui i gesti individuali di resistenza piu isolat/ "Contro la guerra, per mezzo della rivo– luz(one",. era la consegna dei partiti prole– tari. Oggi ·si ricostituiscono le unioni nazio– nali e si soffoca in germe la rivoluzione t>erché Ie rivendicazioni popolari non di~ sturbin~ la preparazione della guerra. A questo e servito il Fronte Popolare, a que– sto serve 11vago antifascismo democratico nel cui nome si vuol fa-re !"'unita". · EpJHn·e quella consegna é oggi piu veni c-he _mai; tra noi e la morte, tra noi e il fascismo non c'é rimasta che quella bar– riera. C'é ·stato un momento in cui tutti a·bbiam creduto che questa baniera salvatrice s'al– ~ass_ea contener-e il mondo sul fatale piano 111cli'.1ato, aprendogli altre •strade offren– dogli u~1avvenire di creazione e d{ vita· la rivoluz1one spagnola. · . Ma Ja·_ d_is~ruzione e la morte han ripreso i _I~ro _dmtt1 e 1~ rivoluzione, arrestata ai P11~nei dal c_om1t1:ltodi non - intervento e clall ovattata_ 111erZla rlei popoli, ha comin– ciato a decimare. E dentro le frontiere d' Spagna abbiam visto una volta di più con 1 la guerra uccide la rivoluzione. ie Pur. saJ)endo, pur vedendo tutto questo sotto il pungolo atroce della realta quoti~ diana, la maggior parte dei rivoluzionari ha o-attr:1versato allo1·a un periodo di dubbio an,.,osc10so. Se la guerra mondiale scoppia s111_1a l?ase del conflitto spagnolo, in cui tutti j no1 c1 sentiamo direttamente impeo-nati che fal'e, che atteggiamento prendere"'? Bi~ sogna salva~'e a tutti i costi la rivoluzione• spag_n~la. C1 sono centinaia di migliaia di nommi che combattono e muoiono in s _ gna, per quel che noi tutti vogliamo. Pie MONTEVIDEO, 16 MAGGIO 1938 Per la redazione e l'Amministrazione ri– volgersi a: LUCE FABBRI, l"ivista "Studi Socialì" Casilla de Correo H 1 MON'fEVIDEO (Urug·uay) ____________________ ,. ._. ..._,,,._,,._..,._...,._._._..,._-.,.._._._,.._._._,.._. __ _ EJido 1412 Redactor responsable HOMERO AMOROSO Montevideo loro ai-mi decidono il destino dell'umanita. Se soocombono, ogni speranza é perduta. Bisogna aiutarli, senza perder tempo e s·en– za attardarsi nella scelta dei mezzi, seguen– do il loro esempio. Oramai siamo nella mi– schia: e non si puo retrocedere ... Nell'ordine del giorno d'un congresso in– ternazionale anarchico che poi non si riuni, figura va lo scabroso problema: atteggia– mento degli anarchici di fronte a una guer– ra provocata d•all'intervento degli stati de– mocratici in favore della Spagna invasa. Naturalmente nessuno pensava che l'inter– vento fosse provocato da motivi disinteres– sati: Gibilterra:, il Mediterraneo, il Maroc– co, le Baleari, le fortificazioni tedesche s'ui Pirenei, erano ragioni sufficenti e -sem– brava- imperative. La rivoluzione, gia in– debolita <lalle necessita militari, stava per avere dei pericolosissimi, esigentissimi, ma forse indispensabili alleati. E la crisi spirituale che tormento il mo– vimenlo libertario spagnolo nel momento cl"lle supreme concessioni, scosse anche l'ambiente nostro e di tutli i rivoluzionari sinceri, fuori di Spagna. Eravamo ingenui. Il problema non esi– steva. La guerra mondiale puo •scoppiare in qualunque momento. Il globo terracqueo é un'immensa bomba carica. E gli esseri u– mani, piccole formiche, lavorano quasi e– sclusivamente per aècrescerne il potere e– splosivo. Si potrebbe vivere con il lavoro di due ore al giorno. Se ne lavorano otto, con tendenza a oltrepassai-e anche questo limi– te; si mangia poco, ci si priva di tutto, non per garantire la vita, ma per preparare la morte. Le probabil-ita di guerra aumentano quindi di giorno in giorno: C'é da meravi– glia1·si anzi che la catastrofe tardi tanto, dato che le forze che la potrebbero impe– dire e che forse, nel momento decisivo l'im– pediranno, non dan segno di vita. ' Qnesto ritardo, questa sospensione cl-ella sentenza, ha i suoi motivi. La guerra che cosi intensamente si pre– para _p~o mettere alle pTese -domani- gli eserc1t1 d1 due Stati fascisti (un conflitto fra Hitl-er e Mussolini é prima o poi inevi– tabile); puo essere il logico sbocco delle rivalita d'interessi fra il fascismo totalita– r.io e le plutocrazie, apparentemente demo– cratiche, tendenzialmente fasciste; puo ave– re mille pretesti, che nascondono la causa vera: l'impossibilita di mantenere il regime del profitto nell'inevitabile evoluzione della vita normale. Il capitalismo non si salva oggi che nell'assurdo, giacché la logica lo condanna; e l'assurdo é la guerra. . Ma quel che non succedera, finché le leve dl comando continueranno a stare nelle rnarn che attualmente le stringono, é quel che mvece tutti aspettavamo che avvenisse: la guerra tra il fascismo e le nazioni de– rnocrat(che con una posta nel giuoco: la nvo_luz101:e. Se i governi della Francia e dell Inghllterra han cedulo su tutta la linea a Musso_l(ni. e a Hitler nella questione spa– gnola, c10 s1 deve appunto al timore che la guerra -che ambedue ritengono inevita•bile - si combattesse su una piattaforma rivo– luzionaria. Essi banno ampiamente dimo- SERIE II. N.• 10 • RIVENDITA: Per ogni copia $ 0.05 (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a ;ent. 5 di dollaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) Imp. CLARIDAD - Plaza Libertad 1137 strato che, in simile caso, sarebbero i pri• mi a desiderare la vittoria del nemico. E non solo non hanno aiutato la Spagna, ma l'han consegnata al carnefice ,con le mani e i piedi legati, cercando inottre -le pre– cauzioni non sono mai troppe- cli soffo– care nella vittima, con la violenza e con i 1 ricatto, quell'impulsu rivoluzionario, che, con la mistica dell'unita nazionale contro il fascismo, stavano gia soffocando anche nel proprio terrritorio. Non •Ci•sono riusciti che in'. parte e questo ci dice quanto sia giustificata la loro paura. In quella paura stanno le ragioni del no– stro superntite ottimismo. Ci fu chi disse nel 1936 (credo sia stato "Nouvel Age" e forse anche altri) che la guerra non sa1·ebbe scoppiata in Europa, malgrado tutte le bravate dei -dittatori fa– scisti, finché questi 110n fossero riusciti acl assicurarsi forti posizioni strategiche in Spagna. Ora abbiamo la prova che chi pro– nuncio queste pa;role aveva visto giusto. Ed abbiamo anche la riprova: di quel che allora dicclI'.mo. ,.m po' t11tt[ noi_ 49-archici: che cioé si salvava la pace combattendo e vin– cendo in Spagna. E tanto piu si •salvava: quanto piu rivoluzionaria fosse stata la guerra e la vittoria. Per questo, nella situa– zione tragica che attraversiamo, la respon– sabilita dei comunisti legati al gove1·no di Mosca e dei socialisti legati al governo francese del Fronte Popolare, é veramente enorme. Essi hanno avuto in mano per un mome1Ho i destini della Spagna e dell'Eu– ropa. 1-Ian rinnegato la solidarieta proleta– ria pe11 mantenersi ,solidali con "i compagni al governo". lD i governi, come sempre co– m'é logico, hanno tradito. Nessuno d/ noi chiedeva loro un aiuto eccezionale per la Spagna rivoluzionaria in>vasa. Ma si aveva il diritlo d'aspettare, cla chi si dice socia– ! ista o democratico, il ri-spetto del diritto iulernazionale e non la sua violazione in favore del fasci·smo. L'aiuto vero Io dove– vano dare i popoli. E la guerra non si sa– rebbe generalizzata; si sarebbe estesa pro– bab1Jmen'Le la rivoluzione e sarn•bbe st,a:ta la vittoria del socialismo in Europa. ' Utopia? T·eoricamente no, con una na– z_ione estesissima che gia si chiama socia– l1_sta_e un'altra con governo democratico a cl I rez1one socialista, con la democrazia al potere in nna quantita di grandi e piccoli Stati, con un'Italia spossata dall'avvenlura e-tiopica _escossa dal miracolo spagnolo, con 11_socml1:s1110 in tutta la vitalita dei primi sviluppi ll1 una pa1·te della Spagna. Nei fat– ti, s1, era un'utopia, perché il socialismo della Russia é una parola dietro cui si na– sconde una forma di capitalismo di Stato e_una feroce dittatura antisocialista ed anti– n~~l~1z10~1a_ria, _perché, negli altri paesi, le classi privilegiate tollerano e favoriscono de~oc_ralici _e socialisti al potere appunlo pe1che burlmo la democrazia e frenino le asp1raz1oni socialiste. Che é quanto si vo– leva cl1111os,traree rimane ampiamente di– mostrato. Pe1· ~ueste ragioni, é interess·e di tutti i g?vern1 che la guerra che si prepara sia s!, nel nome, anrtifasci-sta·, ma non, nei fat– ti, n_voluz1onaria. Gia la preparazi·oue ser– ve cli pretesto ad un avviamento alla dit-
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