Studi Sociali - VII - n. 4 serie II - 20 novembre 1936
Ma questi legami multipli clìe uniscono un popolo, ,artificialmente isolato, ai suoi fratelli che lottano e al suo passato, non han niente di fatale o di sovrumano; sono libri troppo seri per esser letti ·dai censori, sono manifesti e gi01,naletti ·di carta ve– lina, sono echi a·rrivati per caso fino alle pagine della stampa ortodossa, ma .sopratutto sono uomini che hanno lottato e aspettano ora, nel lavoro clande– stino o nella solitaria speranza, le battagli.e fnnure. I più duttili e giovani vivono nella loro epoca e cercano di capire che cosa fermenta nello spi.rito di quelli che son nati alla ragione nell'ambiente chiuso del fascismo. E in quest'interpretazione, in ,questo loro adattamento alla .coscienza dei futuri ·compagni di lotta portano tutti i vantaggi di 1quella ·-culiura ch'é ora proibita e che perm.ette loro di ve– •dere, più in là dei ri-stretti limiti dell 'lmpe.ro , che 1a retorica ufficiale cerca invano d'allargare, gli orizzonti che i giovàni possono solo intuire. Ecco la funzione di -quella che ormai purtroppo .si pu6 chiamare vecchia guardia nell'attuale storia italiana. Funzione oscura e spesso dolorosa, che pure troverà forse la sua ricompensa pill presto di quanto si -creda. 1\1-a per molti non ci ,sani ricompensa. Son gi;i tanti coloro che sono caduti durante la notte, men– tre aspettavano l'alba che verrà. La posta ci ha portata la notizia della morte ·d'Attilio Scaltri'. E nell'angoscia che ci ha ser.rato il cuore abbiamo sentita l'angoscia degl'innumere roli compagni che l'hanno conosciuto ed amato. P.er m8 personalmente Attilio Scaltri fu pill ancora che. un compagno; fu uno di ·quegli amici buoni della mia -fanciullezza, della mia ·adolescenza, che m'hanno in– segnato che le idee non so1o si pensano, ma, sopra– tutto, ,si vivono. Pochi uomini ho conosciuto cosi ·modesti, cosi diritti e generosi, cosi puri. Grazie a lui, grazie a mio padre, a Malatesta e ·agli altri buoni che, coll'esempio della loro vita hanno dato un significato alla mia, ho sentito la ·_grandezza morale dell'idea di liberta," prima ancora S'fUDI SOCIALI di càpirne l'importanza sociale. In lui, come in tutti i nostri migliori, la liberta, prima ancora che di– ritto, era dovere, autodisciplina, senso di responsa– bilità. Non -posso parlarne io, com.e ne avrebbe parlato certamente mio pa-dre, che ne -conoscev-a meglio il passato. I miei ricordi rimontano alla guerra. Rivedo ancora la sua figura alta e severa, che s'illuminava di dolcezza quando sorrideva o parlava. Veniva tra un viaggio e l'altro (era impiegato, di commercio) e ci portava le notizie degli internati e dei perse– guitati nelle divens.e regioni. Apriva la sua casa e la .sua borsa, a chi aveva bisogno di ,rifugio o d'aiu– to, con sorridente .semplicita. Dopo la guerra lo si vide a tutti i congressi dell'U.A.l. La sua profes– sione ne faceva un ottimo agente di collegamento. Una sera del periodo tumultuoso in cui un movi– mento rivoluzionario sembrava imminente, dopo una ,sua breve visita, il babbo ci riferi commosso la frase che l'amico era venuto a di-rgli: "Fa ,quel che devi con !.ranquillità. Se ti succede qualcosa, alla tua famiglia f-<:\nsoio". E non era ricco. Poi venr'B l'angoscia del fascismo. Sensibile co– m'era, sofrri pili di molti altri, anche pe~·ché i 1'ia.ggi gli moltiplicavano sotto gli occhi le visioni d'orrore. Dette alle vittime tutto l'aiuto che poté. So di molti casi, ma non di tutti perché ·egli era di quelli che danno in silenzio. In pieno fa.sci-smo cominci6 contro di hli la per– secuzione a colpi .di spillo. Si cercava di colpirlo nel suo pane, tagliandogli, con dive,rsi m-ezzi, le su.e fonti di guadagno, specialmente il principale, l'abbona– mento ferroviario. Un suo nipotino svizzero, andato in Italia a trovare il nonno, fu arrestato e ricondotto alla frontiera. La vita gli si faceva ogni giorno pill difficile. Eppm·e le sue lettere ci portavano la voce d'un'aniina sempre ·più fie-ra, d'una fede sempre pill salda. E' morto il 12 settembre .. Certo é morto sperando e guP.rdando alla Spagna. LUCE FABBRI. Tra leriviste e i giornati Le noti.zie, le discussioni, i comm,enti sulle cose tdi Spagna occupano la maggiore e miglior par~e delle pubb1icazioni nostre ed affini di questi ultimi ·tempi. Veramente .sembra impossibile parlar d'altro. L::t mancanza di spazio c'impedisce di pas~are in ·rassegna quanto c'é d'interessante in tutta la stampa ~arrivata durante il troppo lungo periodo in cui "Studi ~sociali", per causa di forza maggiore, é rimasto si– ·1enzioso. (Quanto ci sarebbe ò.-ru tradurre, da riassu– .mere, <la citare nelle pagine ardenti dei nostri fogli spag-no-li ! Molti ne son sorti adesso, in piena lotta. Vol'remmo par1al'e di "Juventud libre" il cui diret– tor.e, Senderos, é morto eroicamente a Toledo, di "Mujeres libres", del Bollettino della C.N.T. e della ·F.A.I., mini-era di docmnenti, completato da ''Espa– gne Antifasciste" che esce o-ra a Parigi. . . Sara per più tardi. Per ora, solo qualche rilievo. Con notevole ritardo abbiamo ricevuto il numero ··del 30 luglio .1936 della "Revista Blanca" (13arcello– na) con un intere.ssantissimo articolo di Federica Montseny, .clie abbiam su,bito tradotto pensando di pubblicarlo in questo numero. Per6 avendolo visto ripubblicato in altri periodici nnstri in italiano e in francese abbiam.o abbandonata l'i-dea di riprodurlo, riservandoci d_i parlarne in _questa rubrica., Sono le pl'im.e, fresche impressioni di chi, liberatosi, attra– verso tre giorni di epica lotta, dall'incubo del fasèi– smo, che s-ta avvelenando la vita del mondo, si trova, ·a.Jl'improvviso, 'in piena rivoluzione creatrice e vede prodursi il niiraco1o a cui noi abbiam sem.pre cre– duto: 1a liber.a conv~rge.nza <lelle forze per la co– struzione del nuovo edificio, l'e-spropriazione graduale senza dittatura, la difesa armata s.enza esercito. Le parole di -F~ Montseny che sono serene, ma sem– brano avere in sé nello stesso tempo il ritmo a-c– cellerato delle ·ptflsazioni di chi ha corso, ci danno la misura esatta de1. v~lore dei piani costruttivi "a priori'\ Si fall p.i·ogetti, · Si studia la .strategia mili– tare, -quella politica ea -economica: tutto questo serve come preparazione spirituale, come capacitazione ed é gi;i un gran fattore ài vittoria. Ma ci6 no~ toglie che la Vita, che la storia dell'uomo sia sempre e dapertutto u1i'eterna improvvisazione. Ed é bene che sia -cosl Il -caos dei primi giorni, le vacillazioni, la valanga dèi picco·li grandi problemi della vita pra– tica, le passioni scatenate, l'ingordigia .e il disinte– resse sublime, 1a bestialità e l'eroismo, la meravi– glia -d'essere ancora vivi e di viver.e il miracolo tuttf,l, l'esaltazione dei valori vitali, spesso ignorati: .-che produce una rivoluzione é qui riflessa con una sincerita che ci indica ·-che i nostri compagni sbal– zati all'improvvfao ai posti della più delica'ta re– svonsabilita, non s'ammalano affatto di politica. Nello stesso ·numero, composto probabilmente in. gra:n parte prima della rivolta milHare, troviamo un lungo, .interessant'issimo articolo di X.X.X. che a prima vista sembra anacronistico per il ,suo ca– rattere filosofiço, ·ma che, letto attentamente, fa pensare ad ogni momento a'lla .situazi,one attuale. E' uno studio contro i1 totalitarismo, contro il sistema uni?o, ch_e parte da pi·emesse completamente origi– nali. Il titolo é "Il regno fatale dell'astrazione, una delle fonti dell'autorité.". Traduco le prime frasi: "II pensiero umano fin dal suo primo risveglio con– dusse alla generalizzazione e da questa all'astrazione semplicista .. Si ossei:va quel che c'é di c01nun-e fra un ogget_to e l'altro e si forma la regola. A poco ~ a poco s1 va costruendo. l'ente astratto che possiede le qualita attribuite a diversi es.seri od oggetti. Ci6 che non coincide con questo insieme di qua.lita. re– golari costituisce un'eccezione ed é. mal visto finché non rientra nella normalita. E succede che, mentre la diversita é positivamente l'unica realta, il feno~ meno, che é il prodotto della vita ,stessa non é rispettato e passa in seconda linea. Cosi si 'reprime continuamente quella diversità per s"ottometterla ad una tendenza unifieatrice. A.bbiamo qui una delle radici della 1nentalita autoritaria ...... Di qui deriva il fatto che si consideri la· vita reale come una sm·ie di errori, divagazioni, eccezioni e diffe-renz.e che rendono necessaria un'a~torita che obblighi a P~_ssar _solo per 1~ .strada delle regole e delle Jeggi ... L 1nd1v1duo, la vita stes-sa, sono valori eternamente sospetti e repressi, sacrificati al feticcio dell'astra– zione". X.X.X. p.rosegu.e dicendo che anche nell'evo– luzione d'una lingua, la multiformita delle ecce– zioni é ia vita, mentre le rego~e unificatrici, .basate su analogie formali, producono la degenerazione e la morte. ''Quest9 processo degenerativo si pu6 ·stu– diare anche nell'uomo. Gli -spiriti autoritàri vogliono che gli uomini -s'adattino .,quasi generalmente alle mille norme della condotta considerata normale. Co– loro che non hanno preg:iudizi sanno -che il progresso si deve precisamente alle eccezioni, che sono l'ele• n:ento vitale e non• alle masse di vittime impri~ gw~!ate dall'abitudine e mancan~i di vita propria". Un 1-dea avanzata, -come il socialismo, una volta chiusa in forme astratte, non trova pill il modo ctt marciare verso la vita reale, che é diversa e multi– tiforn1,e. Gli ela:boratori di .sistemi' astratti come Marx, hanno interrotto la libei·a selezione ~a.turale delle idee, attraverso cuPil Sociali.smo evolveva senza sta~car,si dalla vita., per farne ·un dÙgma, inappli– cabile senza un massimo di coazione. Partendo dalla stessa base l'autore critica le infiltrazioni totalitarie fra_ gli anarchici, sotto la forma di mutualismo col- . lettivismo, comunismo, sindacaUsmo, ecc., rall~gran– dosi della tendenza che c'é ora tra noi ad accet– tare l'anarchia senza aggettivi, che é poi !'"anar– chismo socialista'' ùi Malatesta od anche il Ucomu– nismo libertario" d'oggi, che non rifiuta nessuno degli ordinamenti economici liberamente stabiliti· e permanenti nella sfera della solidarietà. "Dobbiamo imparare a guida.re tutte le nostre aspirazioni dalla sfera dell'astrazione alla vita reale". Tutto. l'artico).) non é ·Che lo sviluppo di questa tesi: "Bisogna re– stituire la propria autonomia alla cultura locale alle idee che si manifestano in ogni paese, ai liber; gruppi d'affinitii, alla loro azione diretta". Da questo punto di vista X.X.X. critica il centralismo delle Inte.rnazionali operaie, che ·possono essere utili solo sostituendo all'attuale ,si,stema autoritario delle de– legazioni il metodo libertario delle autonomie locali del federalismo decentralizato. ' Interessante é osservare l'atteggiamento della stam– pa dell'emigrazione italiana antifascista in Francia di fronte agli avvenimenti spagnoli. Tutte le cor~ renti han dato indistintamente il loro contributo d'uomini e -di danaro alla causa antifasci-sta n•zl fronte di Spagna. E' -consolante notare come, nel momento dello sforzo supremo, tutti gli uomini di cuore, ~Ila base, si trovino uniti. Per6 la stampa, espres.s10ne dei centri orientatori, ci dice che la tattica di partito, i piccoli giochi diplomatici, il lin- 7 gllaggio guardingo di -chi non vuol troppo concedere, l'aspirazione al predominio -della propria co-i'rente, r\mangonò le càratteristiche di mplti dei "leader'· che si servono degli affiliati agli organi,smi da loro diretti -come di 1nasse da manovra. Né il "Nuovo Avanti" dei socialisti. né il "Grido del popolo'' dei- comunisti, sembrano 'aver capito il lato pill interessante e più completamente nuovo della situazione spagno.la. Non una parola che non ,sia vaga sul lavoro ricostruttivo che -Sta trasfor– mando la Catalogna, non una parola per le forze che, con una personalita definita e con notevole continiente di uomin_i lottano, insieme ai repubbli– cani, ai comunisti, ai socialisti, per la Ji.berta della Spagna. Anzi -nel "Nuovo Avanti" delle insinuazioni contro· "gl'indis,ciplinat:i" e "gl'irresponsabili'' indi– cano che le gelose pre'occupazioni della suprem8-zia di partito sono o possono diventare più forti che la coscienza del pericolo e che la necessita imperiosa della concordia. Ma gli avvenimenti sono pill .rapidi del pensiero umano che a volte fa fatica a seguirle. Cosi abbi-am visto lo stesso giornale difendere ed esaltare con le parole tradizionali la Societa delle Nazioni durante la commendia sanzioni-sta, per rav– vedersi ,gola quando anche ai ciechi -a,pparve chiara 1 la burla; cosi lo vediamo ora difendere, pur vacil– lando, il governo del F'ronte Popolal'·e francese che si sta suicidando con la politica del "non inter– vento", per rettificare poi il suo atteggiamento. C'é tutta una lunga tradizione burocratica, che é più 'forte degli avvenimenti. Per6 é forza d'inerzia. La ,stessa incomprensione dimostra, qua•ndo fa capire il suo desiderio di veder stabilirsi un governo for– temente -centralizzato in quella. ·8pagna che. ha sem– pre avuto· nella decentra-lizzazione il suo migliore e più originale sistema di difesa. Il "Grido del popolo" mette anche lui, nel coro dei giornali antifascisti che dedicano in questo mo– mento le loro colonne alle cose di .Spagna, la sua nota stonata. Ed é .naturale che sia stonata perehé viene dall'esferno, obbedisce a una consegna, ,com– pletamente estranea alle preoccupazioni vive .del pro– letariato mondiale in que.sto momento. Mentre in Spagna si muore nella guerra feroce, fino all'uitimo sangue, contro il fascismo travestito da nazionali• smo, m.entre la minaccia d'un'alzata di scudi fascista incomb·e ,sulla Francia, come si pu6 parlare di ri– conciliazione tra i lavé>ratori fascisti e gli antifasci– sti? Ed "é cur,ioso che, ca.si facendo, i partigiani della nuova tattica antifascista, pretendono d'essere pro- •. fondamente realisti, mentre si ·mettono completa– mente fuori della realtà. Ma qualcosa di peggio si osserva negli ultimi ·numeri. E' proprio questo il momento di difendere I.e fucilazioni di Mosca, con articoli pieni d'odio, in -cui si chiamano reazionari coloro che non le approvano? Proprio adesso che é ne-cessario, disperatamente Iiecessario, mantenere a tutti i costi l'unione sul fronte spagnolo, dove i trotzkisti rappresentano qualcosa e ve.rsano come gli altri il loro sangue'! Si ricordi Joaqui11, M-aurin, fucilato dai fascisti in ,Galizia. Non é u1i mi.stero per nes-suno che la dipendenza da Mosca sta am– mazzando il partito comunista obbligato a rlifendere, con sfortunati sforzi d'equilibrio, un governo ·che-, colle stesse parole che pu6 adoperare il Brasile, chiede !'-espulsione d'un proscritto invocando (in questi momenti!) l'aiuto reciproco degli stati ,con– tro il terrorismo. La solidarieta che la Russia, sia pur con ritardo, manifesta ora verso il popolo di Spagna potrebbe senza dubbio contribui.re ad avvi– cinare i comuni,sti agli altri loro fratelli proletari. Ma, per raggiungere questb--'scopo, non é su ci6 che divide che bisogna insistere, ma su ci6 che unisce. Il problema delle relazioni fra le varie forze, che sarebbe tanto importante di•scutere anche fra noi per quel che riguarda la rivoluzione italiana, é ge– neralmente sfuggito,_ tanto nel giornale comunista come nel .socialista, quàndo questi s'occupano della nuova realta ,spagnola. Solo Tasca, in un buon arti– colo del "Nuovo Avanti" dell'S agosto, pone, "il problema degli anar-chici" con molta tolleranza, so~ stenendo che, se in Càtalogna i libertari dominano la .situazione, sarebbe un errore, da parte del go– verno di Madrid, il volere im·porre, dal di fuori, la sua soluz-i-one. Ma qu.esta non sembra, in genere, l'opinione del giornale.· Improntata ad un maggior senso di comprensione, a-d una pili precisa visione della r.ealta ci sembra l'attitudine di 14 Giustizia e Li,berta·• e dellH'Avanti" massimalista. Nel numero del ~3 agosto di quest'ul- 1 timo ci pare interessante rilevare il seguente bràno dell'articolo di fondo: "Noi pensiamo che l'esperimento d'una societa. li– bertaria in Catalogna sarebbe un meraviglioso con– tributo pratico alla causa dell'.erriancipazione prole– taria. Come la borghesia, durante la sua era, ha provato diver.se forme di Tegime, dal repubblicano al monarchico, dal liberale al tirannico, cosi sani utile che il proletariato ,esperimenti vari sistemi di regime~. pel' vedere ,quale sani il migliore (.e pu6 darsi c11e siano buoni tutti, :Secondo le diversità del• l'ambiente). Noi non nascondf'mno naturalmente le nostre preferenze per il ti'po di regim.e comunista di cui, con inevitabili ed innegabili errori, l'U.R.8.S. ci da 1'e-sempio; ma vedremmo con la pili grande simpatia anche un esperimento libertario o di tipo socialista diverso -da quello russo." 1 E nel numero del 13 settembre, la redazione dello stesso giornale, dopo aver premesso che i socialisti non ammettono l'ideale anarchico, non perché lo disapprovino, ma solo perché lo ritengono irracrginn– gibile nell'attuale livello de!Ia societa uman: ag– giunge: "Esprimiamo l'augurio che i compagni co– munisti-libertari di Catalogna ci dimostrino pratica– mente - e gli inizi -sono a loro favorevoli - che noi abbiamo sbagliato, almeno per quanto riguarda la Catalogna". Ecco un augurio che va accolto con
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