Studi Sociali - anno VI - n. 37 - 16 gennaio 1935

11NNO VJ ;vroNTEVlDEO, 16 GE... N..;N..;.A_I_o;..._19 _ 3__ 5__ ________________ N_· 1 _3_7_ • • • RIVISTA DI LIB(RO (SAMI: ABBO~A)IE~'l'f: Per ,·entiquattro numeri Per (Iodici numeri $ 2.– ,, 1.2:; {Al'l'estero lo stesso prezzo, equivalente in mone• ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO (,i,; 1'111• ho/I,, i11 J)('lllot'n ( ),l'Do,·1,·o :-.!·11t.(1,;. ,;i,;R). A 11,·om dr·// '/i,di1·id11'1/i.rn1fl ( E1m1l'o ~) .,L.\'l'E– ,;T.\). '/10/atitarisrno o speri111eut,tli:•mw.' ( 1.1·1<:1 ! 1 '.,1:- Hl<l). 8p1111/i ,·rilici l p,J/cmici (C.w11,1:--.\). /,11 r·r•ril,i sulla 111ortc di(' .. l!Jo,,li111'!/i (1,. )·'.). Seri/lo,-; /ibcr/1/l'i. J,'/orr11cioS,,11clt1, ( J<'1m1m1('0 (i,_ Hn•1•'\St-:l,l,l). /,ri misr1·ia iH .lmerico (111·(:o ')'1<1•:.-:1). /,(' /'(111(/ida/u./'Pproteste ( l~lWJl'O .\IAL.l'l'ES'l'.1). 1Jibliournfi11 (('AT11,1:sr.\ ,. Brn1,HJJ•·1r,o). i Gin che bolle inpenlola La divisione del tempo <' c·osa in gran I parte conve1rnionalc. ma cosi radicata nei ·ostumi e risponàente ai hiso.;ni socia!+, d, ·ostituire _1~11a re~_lta uman~ impre_scindi" •· , IJJ!e. Per cLO alla hne d1 ogm .anno e natu– rale questo nostro volgerci indietro a esa- I minare il camminei -percorso durante gli ultimi doclici mesi, ed il considerare la situazione dell'istante che separa un anno clall'altro. per cercare cli dedurne quale po– tra essere il prossimo avven i1·e. La fine clel 1934 e l'inizio del J 935 cl appare come uno dei momenti più tristi e minacciosi che abbiam passati dalla fine della guerra mondiale in poi. Tutte le spe– ranze d'un rinsavimento umano dopo una cosi tragica. esperienza sono state lradito. Ognuno degli anni scorsi ha SPgna.to la ca-– dtita da un precipizio in un altro piii. pro– fondo; ed oggi minaccia 1111 tracollo ancor pi(1 disastroso, annunciato da scricchiolii e cla (rane sempre più gravi in tutti i punti del mondo cosi detto civile. L'Europa, che di questa civilta tenne per lunga serie di secoli il primato, pur mac– chiandola cosi atrncemente d'infamie e di delitti, oggi marcia alla testa del reg1·esso verso la barbarie. Moltiplica e ingigantisct' io che di peggiore le era rimasto dal pas– sato, e vi spegne uno dopo l'altro le luci e i focolari di progresso che •il lavoro; lo studio e l'eroismo dell'iniziativa libera, pa– cifica o rivoluzionaria. dei migliori vi ave– va faticosamente accesi. acrresciuti e man– tenuti vivi fino a ieri. L'anno 1934 s'inizio con la strage del proletariato austriaco e s'é chiuso col ma– cello dei lavoratori spagnuoli. Che cosa ci riserba il 1935? Un'ombra di terrore e di morte va oscu– rando il sole che vide la gloria e le vit– torie dello spirito cli rivolta dalla fine del Medio Evo, dal lontano Rinascimento delle minoranze intellettuali nelle arti, nelle let– tere e nel Iibero pensiero del 500 che si chiuse col rogo cli Bruno, al Rinascimento modemo rlei popoli, che sara il vanto im– perituro del secolo XIX, con le sue cento rivoluzioni, roi suoi a1·dimenti scientifici, con ìa c·,·cscente ascesa delle maggioranze, reiette e sfruttate verso una ph1 alta di– !!;nita nmnnn. rhe si p116 consiclerare chiuso Per la redazione e l'Amministrazione ri– volgersi a: LUIGI }'AHUIU, rivista "Studi Socillli" Casilla de Correo 141 JJO~'L'J~VIDEO (Urug·uay) dal gran dclitlo degli Stati capitalistici nel 1914. RTYE~DI'l'A: Pl'r og·ni CO}JÌII $ O.O;, (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a. cent. 5 di dollaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) E l'America, questo vasto continente per tanta parte ancor vergine, riserva inesau– ribile cli energie e di ricchezze, in cui la civilta umana avrebbe potuto trovare un rifugio e la rivincita; libera com'era del peso morto di vecchie tradizioni; che nac– que, si puo dire, con la rivoluzione, poiché la• sua vita autonoma s'inizio con le rivo– luzioni liberatrici che misero termine alla sua servitù coloniale; l'America da anche lei il più triste spettacolo d'involuzione. Essa non sa che scimiotCare le infamie e i delitti dell'Europa, risuscitando il suo ser– vilismo d'un tempo sotto la ferula affama– trice del capitalismo, che l'avvilisce e dis– sangua ancor peggio degli antichi ladri conquistatori quaggiù mandati dalle Corti parassite di Madrid, di Lisbona e di Londra. tra e metterle sullo stesso piano, poiché la rivoluzione russa ha fruttato un rovescia– mento di situazioni cosi radicale che nesc suna tirannia interna oc! esterna potrebbe più annullare, e poiché l'origine diversa e le tendenze intenzionali e programmatiche opposte lasciano sempre sperare in •L1na 1 possibile l'ipresa in Russia della rivoluzione in Renso libertario, non é meno vero che cli fatto, praticamente, il bolsce,·ismo coo– pera col fascismo, sia pme indipendente– mente ed in separata sede, all'opera cli assoggettamento dei popoli al più tirannico despotismo statale. Né le notizie che vengono dall'Asia lon– tana e dalla più remota Australia ci dicono nulla di men peggio. L'una é sempre piii. un carnaio immane, in cui i varii imperia– ·1-i-smi ](){)ali lont-ani i cli-sputaitu-11 J5ù111aw dello sterminio e della spogliazione di cen– tinaia di milioni cli esseri umani mercan– teggiati, sfruttati e assassinati come vile bestiame da tonsura e da macello. L'altra. dall'egoismo isolatore della sua plutocrazia é ridotta anch'essa a un vasto campo della fame, poiché lo sfruttamento capitalistico, unico suo '·progresso". vi muta in fonte di miseria anche quella poca densita della po– polazione che potrebbe essere una sua val– vola di salvezza. · ·Guardando la carta geografica della Ter– i'a, e· cercandovi invano un angolo in cui l'uomo libero possa procurarsi tranquilla– mente col lavoro un tozzo di 'pane senza troppo pericolo che il ricatto della fame o la catena della schiavitii. lo riduca nella vile condizione di bestia da soma e bastonate e gli rubi l'ultimo dei diritti umani, quello di poter pensare ,con la sua testa, vien fatto di clomanclarsi se non varrebbe meglio di vivere nelle regioni inospitali dell'Africa nera, dove pure sussistono nelle antiche forme selvagge il clespotismo sanguinario, il mercato degli schiavi e l'antropofagia. !<,orse cola v'é ancor meno pericolo d'essere venduti, schiacciati o divorati che a Roma, Berlino o Vienna, od in certe repubbliche del Centro e Sud America! Sembra un paradosso; ma lo sembrera molto meno, se si pensi agli orrori del fa– scismo che domina incontrastato in Italia, Germania, Austria, Ungheria, Polonia e nei vari paesi Baltici e Balcanici, ed é ormai trionfante in Spagna. Esso si allarga come macchia d'olio, dove ancora incipiente, dove gia minaccioso, in Svizzera, in Francia, nel ; Belgio, e perfino in Inghilterra e negli Stati Uniti. Le dittature palesi o larvate, di poli– ticanti o di militari, su tanti paesi, quasi tutti, nell'America meridionale e centrale, non sono in realta che una forma diversa di fascismo, in alcuni Stati attenuata, ma in altri perfino peggiorata. Alla tirannia fascista fa riscontro quella bolscevica in Russia e nei paesi minori con_ federati nella U. R. S. S., o piuttosto da lei dominati. Benché ci sembri grave errore politico e storico ronfondere l'nna con !'al- Dal punto di vista della lil.Jerta, indivi– duale e coll,~ttiva, del pensiero e dell'azione, Io Stato rnsso percorre la stessa traiettoria. degli Stati reazionari capitalistici, e talvolta 11 supera. Esso si inquadra nella corrente libertiricla che sta trascinando il mondo alla deriva. Le recenti notizie cli fucilazioni più numerose e di esecuzioni sommarie, senza processi o con giudizi senza o-aranzie dopo l'uccisione d'un alto funzion°ario so~ietiru tli \"tÌj :--,i 1HibCUlltlouu i Y0l'Ì n10Li\.-;- 11011 ei spingono certo a cambiai' rl'opinio1{e come non ci fa mutar parere la poi itica 'estera dell'U. R. .S. S. che s'inserisce sempre piii. nella. diplomazia borghese; la quale c:on le sue alleanze e controallean•ze ci sta prè: parando una nuova e più terribile guerra. E la guerra si approssima. Anche se qualche giorno sembra allontanarsi, l'indo– mani appare piii. imminente di prima. E la to1·turante alternativa ne diventa pure lei una preparazione psicologica. Vi sono o-ia. del resto ai confini opposti del mondo due guerre che sembrano interminabili: quella ciel Chaco, in America, fra Bolivia e Pa– raguay; e l'altra interna fra il nord e il sud cle)la Cina. S_e11?-brano trascurabili, agli europei; non cosi at popoli rhe vi son coin– volti, ed ai vic·ini elle ne vedono tutto l'o-r– rore. Jntanto in Africa la guerra gia accende le sne avvisaglie fra l'Abissinia e l'Italia coloniale; mentre in Europa ed Asia le polveri ere cariche non aspettano che il tra_ lliziionale fiammifero, - in ogni punto dei. Balcani. nella Sarre, in Austria, nell'Estre– mo O1\iente, ecc. - per esplodere ed aprire la voragine che ingoiera il mondo. Non sono rosei, di certo, gli auspici con rui s'é iniziato quest'altro anno di un pe– riodo Rtorico tanto tormentoso. Ed é facile prevedere ch'esso• si chiuclera con un bi– lancio ancor più disastroso dei precedenti nel martoriato genere nmano, se l'inizia– tiva dell'azione, se la parola risolutiva sara lasciata ancora e sempre ai governanti, ai capitalisti, ai preti ed ai politicanti cli qual– siasi l'isma. ~olo se l'iniziativa passera ai popoli. e le grandi masse umane proletarie e soffe– renti interverranno risolutamente nel gioco degli avvenimenti per mutarne radical– mente il corso verso mete di g.iustizia e di. liberta, solo allora la crisi gigantesca che sconvolge l'umanita intera, e di cui l'attua_ le angosciosa situazione é una logica con– seguenza, si risolvera a danno dei suoi re– sponsabili e profittatori; e la sua soluzione si tradurra veramente nell'avvento di una pare sociale e. intema.zionale duratura, at-

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