Studi Sociali - VI - n. 1 serie II - 20 novembre 1935

6 STUDI SOCIALI:_ ____________________ _ IL SINDACALISMO Il libro "Sindacalismo ·e anarchia'', in cui Fabbri ff'ce un eccellente riassunto della dottrina sindac1- Jista di carattere libertario, opponendola, nello stesso tempo, alla dottrina della scuola marxista, corri– sponde a un'epoca ,della sua vita. Il 1sindacato, -di– ceva, "sani il nucleo - base della societa sociali3ta a,·archica" (11). All'epoca in cui questo libro fu scritto, il sinda– calismo era in auge. Il fatto a·essere .la bsse deJia societA futura e di raggruppare tutti i lavoratori per la lotta contro il capitale, gli davano, secondo Fnbbri, "un'.l. superioritft. indiscutibile" sugli altri partiti, socialisti, democratici 00 anarchi.·i. Per6, a misura che il libro andava avanti, si ve– devano ap11arire eerte riserve, che dopo si fecero più chiar€. "L:i questione operaia non é la ,questione sociale", pensiero the era •3tat:J preceduto da questa :;piega– zione sul contenut:J •delle nostre idee: "L'anarchia non é so·tanto un ideale... economico. Abbraccia nella sua amplia ~oncezions la politic3, la morale, \a scienza e l'educazione; vuol riflolvere insomma t~n problema umano e non un problema operaio". Ed arrivava a concludere che "il sind1cali3mo non C una teoria nuova idi ricostruzione sociale o di critica; é, simplicemente, un ,netodo di lotta, .l'in– i;:;ieme di tutti i metodi che si compendiano nell'a– zione diretta". La reazione contro il primo entusiasmo divenne lJiù profonda. ~ell'3.rticolo "L'anarchismo e l'azione sindacale" pubblicato in seguito al 1 Congresso di P.ologna, nel 1921, Fabbri afferma che é inesatto <:he l'organizzazione sindacale si converta automa– ticc::mente in rivoluzionaria e libertaria. "E' ra vo– :onta -degli anarchici -e dei rivoluzionari che <leter– mlna l'orientazione''. Il fatalismo sindacale, fratello gemello del fatalismo marxiata, era .scomparso. Ugualmente respingeva come assurda l'opinione che il sindacato sarebbe ba3tato, da solo, per rior– f;nnizzare la socie-ta e far fronte a tutte le neces– sita. La complessitA. dell'esistenza esigeva, secondo lui, una corrispondente complessitft. nei metodi e 11-ei merli d'organizz3zione. L'ORGAN IZZAZI ON E ANARCHICA e che sarebbe una p.3.zzia disprezzare, come sarebbe p,!Zzia che l'infermiere ei ribellasse contro l'autorit3. del medico rispetto ai modi idi curare un ammalato, o il muratore non volesse seguiTe le istruzioni del– l'architetto sulla costruzione -d'un edifizio, o il ma– r~naio volesse dirigere la n:ive ·contro le indicazioni e:el pilota. L'infermiere, il muratore, il marinaio ub– bidiscono rispettivamente al medico, all'architetto o al 1 pilota volontariamente, perché prima ne accetta– rono liber:1mente la direzione tecnica. Ebbene: ,qcando si fosse .stabilita una societa in cui non esistese altra forma d'autorità che queJia tecnic1 €, scientifica o quella de!l'influenza morale, :,enza ruso della violenza 1dell'uomo sull'uomo, nessuno potrebbe neg:ue che sarebbe una societa anarchi– ca" (14). Que,sti concetti tracciano un'orientazione che tro– viamo di nuovo quando, in "Dittatura e rivoluzione•· s! pone il problema ricoitruttiv-0 sotto una forma più concreta: ">!oi non escludiamo gli amministratori tecnici, a i:·utto che questi si3no 3celti fra g1i interessati, con– dizione principale per essere competenti e che am– ministrino secondo i patti liberamente conclu'3i fra gli intere,ssati stessi. Vale a dire che si tratti di clelegazione di funzioni, sempre revocabile, e non ,di delegazione di poteTei, (15). Le forme istituzionali saranno varie. Respint1 l'u– l':1Hateralit8. sindacalista, per6 no il sindacato come uno -ùei mezzi, si sostituisce -questa momentanea soluzione unica con una compren~ione più ampi:l ed <,satta deJia realta. ''2'lon é difficile prevedere. che la libera iniziativa troverA .le migliori forme <li sviluppo, oltre che nel– l'individuo per ci6 che a lui si r-iferisce, nei vari t:pi d'aggruppamento e d'asa-odazione, ·1 seconda delle funzioni ad essi proprie. Gruppi locali, comi– tHti rionali e comunali, sindacati ,di mestiere, fede– n.zioni d'industria, unioni di a<ldetti ai servizi pub– bdci, al rifornimento e alla idt~tribuzione, consigli di fabbrica, -società GUlturali, leghe di braccianti e contadini, ecc., saranno il terreno naturale. per lo sbocciare e fiorire dell'iniziativa popolaTe, nel senso com'é inte,sa d1gli anarchici, tanto per la distru– zione come per l'inutilizzazione ,dell'autorit:i stata– le" (16). A tutti questi organismi si aggiungono i soviets "wdera ti tra loro -dalle città o villaggi, alle pro- 1Siccome l'anarchismo -disimpegna una missione i v1nce, alle regioni, ai più vasti teTritori nazionali superiore al sindac.alismo, siccome gli anarchici de- fìno '31le unioni internazionali, a seconda delle fun~ Yono "subordinare l'aiione sindacalista, se ce ne z:oni, dei generi di produzione, idei servizi pubblici. fosse proprio bisogno, alla necessita dell:t regola- <lei consumi, e ·di tutte le necessita e bisogni cui r;zzazione e dei fini deJl'anarchismo" (12) é logico dovranno provve<lere" (17). c:he 11.uesto coor,dini le sue. forze a parte. EJ rispetto, ai problemi <Clelia campagna, Fabbri Fabbri ha parlato molte volle del "partito anar- credeva che la piccola proprieta dovra essere ri- cl:ico", espressione clie indica che concezione coe- spettata purché non ci sia sfruttamento ,dello sforzo l'Ente, coordinata, avesse della nostra azione. Du- altrui. ranie morto tempo sostenne nèl a "Protes a,., di .s"'u'"'e--i--.""',-,rn"'1"p"o""r'"'a"'n=e-,s°'a.,..r.--.d.,-..-,-re_a_""tu-t"'t"'"i-,-la_s_,i,..c_u_r-ez_z_a~1- nos. Aires, una polemica con i radattori di quel g:ornale che difendevano il concetto del sindacato an.'lrchico come unica forma d'azione. Il sindacato, diceva, é obbliga-lo daJla lotta 3tessa, a compromessi, transazioni, transigenze. Limitare !'azione anarchici alle sue· lotte, é, in realt:i, sin– c~ac.1lizzare l'anarchismo, é cadere, anche per le que– stioni post-rivoluzionarie, nel sindacalismo unilate- rale che si combatte. E re'.!lamav:t che coordinassimo indipendentemen– te le nostre forze, senza abbandonare i sindacati, l'Jttan-do perfino aì.J'interno della Confederazione ita– liana, riformista, per6 occupandoci nello stesso tem– po, .liberi d3i compromessi a cui d:i luogo l'azione sindacale, di tutto quanto interessa l'anarchismo. IL PROBLEMA POLITICO DELLA RIVOLUZIONE Gli anarchici si rappresentano generalmente la ri– voluzione come il trionfo <lel popolo, orientato in senso libertario, ,subito dopo la caduta del regime attuale. Fabbri non divideva quest'opinione. Era -con– vinto che si stabilirebbo una forma <li governo, rcle– r.-.ocratica o dittatorLle, a causa della mentalitA h.,1toritaria o della mancanz:1.. d'iniziativa delle mas~e. ''Dovremo noi perci6 ostacolare la rivoluzione, o anche esserle indifferenti, solo perc,hé non ci potrà dare quel che vorremmo? Nessun anarchico lo pen– ,3erebbe: l'abbiamo gi:i ripetuto in precedenza. Do– vremo al contr9..rio parteciparvi con tutta l'energia, sia allo scopo immediato -di abbattere quante più istituzioni di privilegio e d'oppressione. é posaibile, sia per profittare della momentanea assenza o ,de– bolezza governativa per r3.fforzare la nostra posi– zione tdi anarchici, creando e mo.ltiplicando istitu– ZIOni libere, volontarie, fondate sul mutuo aGcordo, che ,3iano il punto <li p artenza •per una nuova .azione, che rappresentino e costituisc3.no la difesa della libertà in opposizione a quel qual siasi governo che si fosse costituito" (13). Quest'opposizione, rappresenta, in maggior grado che il nuovo g-0v-erno, la garanzia ,del trionfo rivo– l..1zionario. e ,siocome, insomma, la cristallizzazione :autoritaria implica sempre una l"etrogressione, la niissione degli anar-chici deve consistere nel ,difen– dere la rivoluzione dagli attacchi governativi, im– PE·dendo anche, se fosse possibile, la formazione dei governi, affinché il popolo pos sa, libera mente, andar cu•3truendo la nuova societa, -attraver.so inevitabili e noceesarl tentativi. GT 1 'UTTURA DELLA NUOVA SOCIETA' Bakunin dice.va ehe, in materia di scarpe, accet– tava certam ente l'autorità del calzolaio. Anche Fab– L!'i 3.CGeLtale guide o i consiglieri tecnici. E' questo uno schiarimento fondamentale, che molti anarchici dovrebbero meditare: "C'é nna certa autorHa che pr,oviene dall'espe– Tienza, dalla scienza, che non é possibile disdegnare L'ultimo scritto ------ Il mutuo appoggio (Continuazione e fine; vedi num. precedente) Non discuto gli obiettivi contingenti dati dai compagni di Tolosa all'augurato accor– do rivoluzionario. Possono sembrare troppo modesti; ma sono quali sono imposti dalle circostanze attuali, e ogni discussione sa– rebbe oziosa. Le suddette, insomma, sareb– bero da parte mia piu osservazioni di for– ma che di sostanza. Una piu sostanziale, invece, ne farei all'invito rivolto ai "partiti e organizzazioni" esistenti, che credo inu– tile ed erroneo, se non si tratta d'un modo di dire generico, per intendere tutti i ri– voluzionari dei vari partiti ed organizza– zioni, ma bensf che si volevano invitare gli organismi ufficiali veri e propri, i loro co- mitati, dirigenti, ecc. . In quest'ultimo caso, o i partiti tutti a– vrebbero respinto la proposta, come hai; fatto i comunisti, o non si sarebbero nep– pure degnati di rispondere. In ogni modo ho gia detto perché é utopico cercare la concordia rivoluzionaria per la trafila dei partiti, a meno che non si tratti di (lll"";]i che s'uniscono per dividersi la tort;L del potere. E' invece ai rivoluzionari appane– nenti ai vari partiti e fuori di questi che bisogna rivolgersi direttamente. E' fra di loro che pu6 sorgere una vera unione per l'azione. Se mai. se i partiti vogliono, pos– sono aiutare; o gli elementi di concordia ad essi appartenenti possono premere s11 loro perché non ostacolino l'unione o la favoriscano. Ma é dal basso, dalla "base" che deve scaturire l'iniziativa orientatrice, e non dalla periferia rimettersene al cen– tro, anzi alle "centrali" dei partiti. In fondo la proposta dei compagni di To– losa, a parte l'espressione erronea, poteva avere questo significato; e, se attuata, tale sarebbe risultato dai fatti. Se gli elementi che il nuovo regime <1.ifenclerA la nuova iituazion8' contro i tentativi reazionari e non potrà cambiarla senza l'espresso e volontario loro consen:;J. L'im– portante sarA d'in 1 dirizzare i lavoratori della terra, qualunque sia la loro sistemazione, aò. una cultura h~tensiva del suolo per ricavarne. il massimo 'Llei prodotti indispensabili all:l vita. 1L'importante sara. di fornire abbondantemente ai contadini, senza di– stinzione, - perché es,si in cambio non le•sinino, alla popolazione. cittadina i prodotti della terra, - le materie prim-e, come i concimi, le vesti, le calzJ– ture, gli strumenti agricoli d'ogni specie, dai più .semplici aratri alle macchine, più perfezionate. "Se. le organizzazioni proletarie di citta faranno questo, non vi sani. bisogno di dittatori che impon– gano ai contaxlini di lavorare e cli darci da man– giare. I contadini saranno i migliori alleati della rivoluziona" (18). .. • • Nei limiti imposti da un semplic-:> articolo. ab– biamo cercato di riassumere, nel miglior modo pos– sibile, il pens1e1-o soc10logico d1 Luigi Fabbn Vo– g:iamo terminare con un:1 ,c:omstatazione. Nelle sue linee generali, questo pensiero, benché proprio, PM'"'· s0nale, del nostro compagno, non é, salvo ,sfumature SECOJHlarie, realmente- nuovo, né lo ,era quando fu emesso. Ci6 non ostantB, gli scritti di Fabbri hanno tE1 valore indubbio. Prescindendo da quel sapore. perso111le che deriva dalla meditazione, dalla crea– z;one che coincide con le altre attrav-erso un·elabo– r.-izione individuale, il suo valore consiste nell'essere situato nel cuore delle idee anarchiche. Fabbri é stato un gran chiarificatore, una delle migliori incarn.'.lzioni del pensiero anarchico. 1~· ~,ne– sto il gran pregio dell'opera ~ua. GASTON LEVAL. (1) ArtiC'olo "Periodo di crii:;i". (2) "L'inclividun.lismo stirncrinno nel mo\'imcnto ::rnar- chico". (3) Jbldem. (4) "Dittatura e rivoluzione" - capitolo XI. (5) "L'incliviclualismo stirneriano nel mo\'imento :in::i.r- <:hic-o''. (6) ··studi ::;ociali" - Passim. (7) ''Tnfluenze borghesi sull'anftrchi$mo". (S) Ibidem. (:)) "Lettere ad una donna sull'nnarc-hia''. (10) "lnfluenz.a borghesi sull'anarchismo''. (11) ''Sindacalismo e anarchia". (12) lbiclem. (13) "Dittatura e rivoluzione·• - C:ipitolo XY. (14) "Influenze borghesi sull'an::trC'hismo". (15) "Dittatura e rivoluzione" - C'npitolo XV. (16) Ibidem - capitolo XV. o( l 7+--1-b-Nieni api:tm . (1S) Ibidem - ca:Pl'tol6 X.III. per la rivoluzione rivoluzionari dei vari partiti e organizz::t-· zioni di Tolosa si fossero messi d'accordo, senza domandarne il permesso alle "cen– trali" dei partiti, sulle basi proposte da quel gruppo anarchico, e cosi si fosse ratto al– trove, il mutuo aiuto rivoluzionario si sa– rebhe tradotto ;., realta. Ai partiti non– sarebbe restato che uniformarvicisi, e quel– lo qualsiasi che se ne fosse estraniato si sarebbe da se stesso messo contro o fuori della rivoluzione. I partiti, della maggior parte dei quali la preoccupazione dominante é la conquista ciel potere, sono i meno idonei a volere· e raggiungere una fattiva concordia rivo– luzionaria. Ciascuno di essi accetta la ri– voluzione solo a patto di averne la padro– nanza e il monopolio; se no no. E poiché la rivoluzione non pu6 vincere che per lo sforzo di grandi masse. che sono suddivise in partiti diversi o stan fuori di essi, se anche i partiti si acconciano ad accordarsi, é sempre con l'intenzione in ciascuno di assoggettarsi gli altri, sfruttarne le forze e poi eliminarli. Resta sempre l'accordo di più galli in un pollaio, che finisce presto a beccate, e fin dall'inizio cova i germi della discordia e quindi dell'impotenza per– cose· serie. Vera concordia rivoluzionaria pu6 esser– vi solo tra forze relativamente disinteres– sate, o che rifiutano (co1;1e gli anarchici) anche per sé per pnncipio qualsiasi potere, ovvero che, pure ammettendolo in teoria, non se ne curano per se stesse o non hanno alcuna possibilita o speranza di raggiun– gerlo, come avviene per la maggior parte degli oscuri seguaci di ciascun partito, e– sclusi 1iaturalmente i dirigenti o i piu set– tari. F'ra tali elementi più disinteressati é la passione rivoluzionaria che predomina, e da questa sola pu6 scaturire una concor-

RkJQdWJsaXNoZXIy