Studi Sociali - VI - n. 1 serie II - 20 novembre 1935

bri, il più puro degli uomini che ho conosciuti, 1.Jiù 1 .::tlo e tenero degli amici. fratello spirituale, che non ha reclamato mai niente per sé e in cambio ha dato tutto per gli altri. PAROLE PRONUNCIATE DAL COMPAGNO DOMINGO RODRIGUEZ 1\fi chiedono che s,ccomiati, in nome degli anar– chici di Montevideo, il compagno che se ne va. L'e– mozione. che invade noi tutti in questi momenti é <;o-.i grande, cosi proronda cìte non é possibile coor– dinare idee né !ar uscir dalle labbra le parole che porrnano m.:1.nifestare ci6 che vibra nel nostro cuore. Il compagno ll,abbri era oggi, nella nostra epoca, u!1 ,aimbolo; in quest'epoca ùi crisi spirituale che aLtraversa il mondo, in quest'epoca di decadenza e d'"'ngustia, in cui tutti i valori si riducono a nulla, in cui da pertutto le grandi figufle transigono ver– gognosamente, in cui il dolore c'invade e la idi3pe• 1·azione regna nello spirito ,di molti; in {Juesti mo· meuti critici per l'umanitA tormentata, per tutti gli uomini cli pensiero Fabbri era un simbolo: ·era il cavaliere dell'ideale, che personi>".lcava tutte ,!.; _grandi anime che sono ·ooist1te per l'onore dell'urna• nila. Ci guardiamo intorno e, in mezzo al dolore che ri ra senlire la -piccineria •umana, l'unica cosa che d ùA calore eù entusiasmo, che c'incoraggia sulla v:, della lotta, é appunto il fuoco di queste grandi ar.ime, poche ,disgraziatamente. ,Fabbri, Io ba detto già il compagno Frugoni, era un essere eccezionale; gr-azie a uomini come Ji'abbri c--ediamo ancora nell'ideal9. Quando vediamo uomini cume questi, di tempra e d'anima grande, che son cupaci cli sopportare tutte le vicissitudini, tutte le rni~erie e di sostenere in alto la 1 bandiera dell'i– deale, troviamo in loro un incc,raggiamento e nuove fqi'ze per continuare la lotta. •Cé qualcosa in noi che si ribella, nella nostra impotenza cl'esse·ri umani, -contro l'ingiustizi3, con• Lro la crudeltà, elle in c1uesto easo non é soro della natura, ma anche ,degli uomini. Un'anima come <1uel- 1a cli Luigi Fabbri -dovrebbe essere Ti.spettata da tutti, per quanto nemici foS6ero dei nostri idea~i. lll quest'ora terribile IlSr noi, mentre vediamo e~iissa1'si quest'astro •cli prima grandezza, solo ci rimane una speranza che é quella che ci d3. forza 'C'er continuare a combatter-e: le idee di Fabbri, e, Pili èhe le sue id·ee, il 1suo esempio vivo. Qui e in ogni parte del mondo - perché Fabbri é una figura universale - eon .sicuro che il suo esempio, la sua vita nobile ed ,eccezionale, ritem· ptt•rà lo spirito di tutti i perseguitati, ,cli tutti . so'.(erenti <lella terra; elle tutti penseranno a. questo --;;;;.--:-_ 1'\tom~-tutt,,,-e-e ot:tttTe"""i'inc-·•i-,c1t.o a H!der realizzati i ,suoi itleali, gl'icleali <li li.,abbri, r:rte df' nostro: un'umaniL3. migliore che non per– m 1: t t;1 mai il delitto abbominevole di lasciar morire cosi 1111 uomo come questo, che é gloria della specie UP!ana, esempio perenne per gli uomini d'anima buo- n,,. e gencroaa. • . . . Ora, nel d:ue all'amico U'abbri l'addio -d1commiato lu norne degli anarchici <li Montevideo ·e - mi chiede un compagno in queste momento - in nome c.h~.gli anarchici ùel Salto, e, cr,edo, in nome degli aHarchici di tutti i paesi, diciamo al fratello, al p11dre, al ma-estro che se ne va: "Adelio; puoi anelare tranquillo: sta sicuro elle da tua opera sulla terra si salverA, che sapremo rac– ct1gliere i tuoi esempi ,e tu sarai sempre per noi come un:t luce vivificatrice che ci servirA di guida iii .1uesta lotta terribile per il trionfo -dei nostri ,\oali"'. (Tradotto dal resoconto stenografico.) -------- Le lettere d1 Luigi Fabbri Uno degli a; petti principe :i dell'in[aticabile atti– vitA, di Luigi Fabbri é ,sempre stata la. corrispon– denza. 0 3 1 SlM tavolino il.i Jc:1\oro irradiava una rete di relazioni che ha ,contribuito moltissimo allo ,scopo di mantenere un C'Onlinuo contatto, nel pensiero ~ nell'azione, fra gli anaucbici -c!.ei piU <liversi paesi e, a volte, delle più. ·diverse l~H<l.enze. Le lettere ùi Luigi Fab·ori, o, per lo meno, le più ilnport.anti <li -esse, quando non er.1no vo.lte a com· porre ,dei cli'3.sidi I}2rdonali d~nnosi all'azi~ne . CO· mnue-, erano c1ei ,,·1' artirrol1 -d1 propaganda 111te1na, in cui si discutevano punti controversi di teo~ia o di tattic'.l. Ne.;;sun lavoro r.ra 1 .. er lui troppo faticoso quando si tra.ttava di cou vincere un uomo, anche uno solo, d'un principio ch'egli crc .leva buono ,ed utile. E questo lavoro egli 1 . realizzava con entu· siasmo, quando si dirigeva, nElla discussione, a. un compagno, a un fratello di lotta. Molte di queste lettere meriterebbero d'es~ere conservate e pubblicate, p-ercilé sono d'interesse gc• nerale. . . La redazione di "Studi 1 Sociali" rivolge qurnch un appello ai compagni che stavano in c_om_un~cazione epistolare con Luigi Fab~ri, pTegandoh d1 nle_ggere le lettere che event 11almente conservmo e dt sce– aJiere qaGlle che abbiano il carattere suaccen~ato ;er mandarle, nell'originale o in una cop11 chiara, atrinclirizzq di questa rivista, indicando i branl che vorrebbero omessi nella pubbllcazione. STUDI SOCIALI 5 Il pensiero sociologico di Luigi Fabbri L'anarchismo -di Luigi Fabbri coincide, nelle grandi lince, con la parte essenziale della <lottri111 a cui aveva aderito. E' necessario ricordare che, quando eg.!i 1s'uni alle nostre file, il nocciolo -delle idee l:hertarie era già stato elaborato od ,era in pif~na elaborazione. Proudhon, Bakunin, Malatesta, Cafiero, Kropotkin, Reclus, il vasto crogiolo dell'Internazio• nale, Gori, tanti altri... Era -difficile portare una contribuzione -di concetti Cundamentalmente origina• li. ,ci6 non ostante non tutti I .problemi s'interpre– tEno esattamente nello stesso modo ed anche in su:o ad una stessa orientazione fond:imentale, Je ir.-C:.ividualitArobuste emer~ooo, per l'originalità del– l'argomentazione, per l'impronta ,che -danno alle idee gia note e al metodo d'e,;posizione, ,pel fatto d'ela- 1b•J1·arledi nuovo nella propria mente, di ricrearle con la 1ueditazione personale. LE BASI DELL'A,NARCHIA Malatesta ha fatto un'acuta critica <lei socialismo scienti[ico. Per lui l'anarchia. si basava sopratutto st:l sentimento •d'amore, di rispetto ver30 gJi altri uomini. Fabbri era -d'accor-do col pensiero malate• at·nno e non aveva simpatia per la. tendenza e per le sforzo di Kropotkin, per oui l'anarchia ,era, oltre C'hJ un nuovo modo -di vaa, anche un nuovo· ,eon– c:::lto dell'universo, e che la vor6 inclefessamente per ri1f'Ltere all'unisono queste due idee. 1F3.bbri vedeva, incl!pendentemente da tutti i problemi dell'universo, un problema umano da risolvere. '•Sia come vuol essere, -- seri veva - oggi che la rl 7isione scientifica e Ja critica filosofica han <1.emo· lito più ,d'una di quelle certezze di cui ci serviv:imo, abhiamo il dovere -cli chiederci: Ha per ,ueeto l'a– na1·chia meno ragion •d',esseTe? "Dal canto nostro rispondiamo: no. L'anarchia ri– n ane perché suesistono le condizioni di fatto -ch<a ci fanno detestare e c-0mbatlere l'autorité. statale e lo sfruttamento capitalista. L'anarchia non ha ,spo– S:ltO nessun dogma scientifico; ,delle varie ipotesi della scienza si serve come d'armi demolitrici che getta subito lontano ,da sé appena le consldera.in – Sérvibili"'. "Noi non crediamo che ~a scienza possa far f1llimenlo, per6, se cosi fosse ... tanto peggio per lei" (1). 1B.akunin, che cercava cli basare le sue idee sul rr-r.ionali-smo scientifico, ;ion abbanjonava per que– st0 il concetto volontarist:i. d1dla storia e pensava tlte, se Dio esis lesse, bisognerebbe <listruggerlo. Que– sta po-3izione, che é quella di Fabbri e della mag– gi,.1ranza degli anarchici, non. é, in fondo, tanto autiscientifiea. o sci utitic come '"i potrebbe sup• porre. C'é scienza e scienza. Possiamo dividerle in d1:c grandi gruppi: quelle che si riferiscono all'u– manitA e quelle estra-umane. La sociologia, la psi• cc-~ogia, la politica, la morale, costituis-cono il primo gruppo; possiamo aggiunge·re l'anatomia, la fisio– h:gia, la medicina ed altre -derivate. La fisica, la chimica, l'astronomh. ecc., costituiscono il secondo. Q·1esto gruppo esercita indubbiamente un'influenza sulle condizioni -della.i nostra esi~enza. Per6, nel p~nsiero di Fabbri, presenta inte1-esse in quanto h3. relazione con l'umanitA. Nel suo .significato CO· sniico ed eterno non pu6 -tracciar norme all'uomo. Le tracciano, al contrario, le scienze del primo gruppo, fondamentalmente umane. La posizione :intiscientifica o ascientifica é quindi reiativa alla tendenza a voler <fi.Bsare,con i feno• 1~0ni esterni all'umanitA, rorientazione intern3. .della s-..1aesistenza. Fabbri reclamava che si .basasse la st:·uttura sociale sulle necessita materi3.li e morali di'"ette e non sull'interpretazione fisica o metafisica clclla vita (*). SIGNIF-ICATO SOCIALE DELL'ANARCHISMO In coerenza con questa idea, insisteva sul conte- 1,11t::,sociale dell'anarchi&mo. •·:storicamente l'anarchia é una -dottrina sociali· st~" (2). Proudhon 1 'non S:2!par6 mai il suo concetto anarchico dell'organizzazione sociale ,dal :co~ce~!o eo– ci&~ista". Bakunin "fu anzitutto un soCialI_st~ (3~. F::ihbri ricorda .che i primi internazionallat1 antt· autoritari erano anche anri.rchici, e, come Malatest:1, si chiama anche, <Spesso, socialistJ-~na_r?-hico_. . Pe·r6 il eocialismo, che implica 1 ut1llzzaz10ne_ dei bPni sociali a favore di -tutti i membri -d~lla so_c1eta, ha varie tendenze economiche: il mutualismo, 11col– l;ttivismo, il comunismo. Fabbri preferisce il _comu• r..ismo. E' d'accordo con questa corrente dom1n3;-nt~ P.ell' anarchismo socialista. "Noi siamo co~unh:;t1, t:ifatti, perché siamo convinti che u~. hle rtsultato tiii possa avere durevolmente e de;in1t1vamente solo con la socializzazione della propneta in seneo co· munista". . Questa professione di fede .giuridico-economica. é temperata, ci6 non ostant~, da certe :ise~·ve._ Il co· Ptunismo, han detto molti, suppone 11 hbeto .con• sumo, che a sua volta impiica una gr1n abbondanza di prodotti. Suppone ne.lo stesso ,tempo una gran cc-scienza individuale ,e collettiva che non possiamo .:: Qui mi sembra indispensabile un chiarimento .. La dottrina anarchica, per Luigi F~bbrl, era 11~ipen– dentc da qualunque concetto sctentlf1co. Non 1~11 1>are che mio padre facesse distinzione fra una scienza e l'altra a questo proposito. Per lui, .come pe: 1\Ialatest~'i rideale anarchico si basa sul sentimento d amore e giustizia e non su leggi scientifiche - appartengano es– se all~ r'1sica O all'economia - sempre esposte a.ù essere modificate O Rmf>nttte dall'Mpl?'rienza. (Nota della tra– duttrice). aspettarci all'indomani del!a rivoluzione. Per questo Jn.mes Guillaume nel suo lavoro "Idee sul}'organiz. za:done sociale" (anno 18i6) lo concepiva come sbocco cl"un ciclo storico che cominciasse con l'ap• p.icazione del collettivismo. Kropotkin ammetteva la stes"a cosa nel 1879 in un resoconto presenta.lo aila Fed.;razi<me del Giura; per6 rettificò più tardi il suo criterio, raccconundando, nella "Conquista del p.-:ine", il comunismo integrale con il -consumo libero degli articoli che abbondassero e il razionamento di qut:lli elle scarseggiassero. I duhbi e i programmi mi-sti durarono ci6 non ostlnte per un certo tempo, come •dimostra il Pro– gramma della Sezione italiana ,della Prima Interna– zionale (1884). dove si accettava transitoriame·nte, nei luo~hi in cui la quantitA dei prodotti e l'or,ga. njzzaziune del lavoro non permettessero il comuni– smo lihero, il collettivi,3mo. Luigi Fabbri ammetteva anche J'attuazione simul• tanea del collettivismo e del comunismo, per quanto pr€feri~se il secondo. Le ,sue non erano obiezioni o incertezze cli carattere tecnico. Era piuttosto il r:spetto al principio idi liberta, -di libera sperimen· tazione. difeso anche da Riccardo Mella un tempo, de Malatesta e da Max Nettlau ora. 4 'fo credo che gli anarchici sono Gtati troppo dogmatici nel sostenere il comunismo. •Secondo me, si dovev3, pensare anzitutto che la cosa piU impor· tante consiste indubbiamente nell'assicurare al ·pro• lstariato la liberta d'organizzare a suo modo la pro• prletà all'indomani della rivoluzione" (5). Quest'idei é stata. poi ratificata. li comunismo anarchico, invece <l'essere il punto di partenza della r:organiz;.,..'.lzione post-rivoluzionaria, sarA piuttosto. <ìiceva Fabbri, la risultante (6) d'un'evoluzione co– struttiYa de.113. rivoluzione, in cui si es1)eriment~ ranno j sistemi e si ,scegliera quello più conveniente. Voler imporre un solo sistema vuol <lir cadere nel– l'estremo opposto all'anarchia, nell'autoritarismo. Ta– l :i era il suo pensiero su que."Stoproblema. L'ETICA ANARCHICA Quest'ultima concezione, che discutevamo con lui quando ce lo rapi l:l. morte, -dimostra fino a che punto arrivasse il suo attaccamento verso l'etica anarchica. Rileggendo i suoi libri e un certo numero d'arti– coli che abbiamo fra le mani, uno degli aspetti dell'.l. p<,rsonalità e dell'insegnamento di Luigi Fabbri che pii'1 impressiona é appunto la purezza etica. Chi ha letto "Lettere a una donna sull'anarchia", chi lla 'etto quell'ammirevole stu-dio "Influenze bor– ghesi "!ltll'anarchìsmo" rimane profondamente im· pressionato da quella chiarificazione morale dell'in– terpret9.zione data alle nostre idee. Quest'ultimo lnvoro sopratutto, insieme all'articolo "L'individua• li~mo stirneriano nel movimento anarchico", <1.ovi:eb• be esser tradotto in tutte le lingue e incessantemente riprodotto. La sua lettura produsse, a suo tempo, una profonda impressione a me ed a non pochi militanti nostri spagnoli. Fabbri· separava nettamente .la ribellione senza veri motivi liberatori, dalla ribellione anarchie-a.: "Secondo me, gli anarchici che ,danno un'impor• tanza suprema agli atti idi ribellione, sono forse rivoluzionari e anarchici, per6 sono molto pill rivo- 1Gzion3ri che anarchici. Quanti anarC'l1ici ho cono· sciuto che s.i preoccupano poco o niente ·dell'idea anarchica o che perfino neanche cercano di cono• scerla, per6 che sono rivoluzionari ar,denti, la cui critica e propaganda non hanno s1tro fine che il rivo.luzionario, della ribellione per la ribellione! E Ql'anto più ardenti e più intransigenti furono, tanto più presto abbandonarono il nostro c.ampo e p3ssa• n,no a quello dei partiti legalitari ed autoritari, quando la loro fede in una rivoluzione a .breve sca• denza spari al contatto eon la realtà, e quando la loro energia si esaurf nei troppo violenti ,conflitti con l'ambiente" (7). Fatta questa distinzione fra la ribellione acciden– tale e la ,convinzione anarchica, •Fabbri sep3ra anche la violenza ammissibile dall'inammi'Ssibile. "La violenza, oltre all'essere di -per se stessa in contraddizione con l:i filooofia anarchica, in quanto implica sempre dolore e lagrime, é una cosa che ci rattrista; pu6 imporcela la società, per6, sebbene sarebbe debolezza imperdonabile condanna,·la quan– do fosse necess9.ria, sarebbe anche malvagio ado• perarla ,quando fosse irrazionale, inutile o quando fosse diretta in un senso contrario a quello -elle ci pmponiamo" (8). Cosi pure nella questione- dell'amor libero e della fa.miglia, che, come l'impie-;o -della vio.lenz:i verbale o materiale, s'é tanto appartato ·dalla linea anar– chica, precisna in forma clliara ed elevata, da un punto -di vista sociologico: "Liberi, senz'essere obbligati da necessita econo– miche a darsi a. chi non amano, gli uomini e le donne dell'avvenire potranno scegliere meglio e al· lora .le unioni sa1·anno più. durevoli che oggi, e più affettuose, perché più volontarie" (9). Si sollevava contro l'adozione, da parte di certi anarchici, del ,criterio borghese ,dell'amor libero con "l'abolizione -della famiglia, le ,donne in comune, la promiscui~A, i figli di padre ignoto, con i relativi incesti,. vio– lenze caTnali e quanto di più selvaggio e ridicolo nello stesso tempo si ·possa immaginare". La fami– o-lia deve essere restituita, nel •concetto anarcbico ~alle sue •basi naturali: la reciproci te:\.amorosa. e la libertà di scelta" (10).

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