Studi Sociali - anno V - n. 32 - 22 luglio 1934

4 11011 ha perduto tl'0l>t>0 di atl11alitù, trattando una questione generale di principii e di metodi. Lo alJ· hiamo perci6 pubblicato losteBHO. uuno pili <'h'esso (..'i offre il cl-estro di dire qmilc•hp cosa I>er nostro c-onto. L·orgauizzazione delle 11O8lre forze, sopratutto f)0l' la lotta, é sempre di prima imt>Ortanza. J~' trovpo evidente, per doverlo dimostrare. :\fa a. noi sembra <·he, orma.i, PStia 8ia più argomento di falli che di ebiacchiere. J>i discussione fra di noi :se u'é fatt,1 a sar.ietù. e tulto quello chf' c·eru da dire é stato detto e ripetuto mille volte da nn pezzo. b:ssa rw;ta .sempre oggetto cli propaganda fra ~li a v,·L•rsarl o i11differe11ti, pe1· con,•incerli della ,rnperiorit.i. utilitù. neco~sitcci p p1·aticita. in tutti i rami dell'aLtivilù uma.na. dell'organizzazione anarchica. in confronto dclron.;rrnizzazione autoritaria. !•wmpre cli[ell°':i:I e dl'ti(•ic1)1r. qua11do non dannosa. t• perniciosa. :\In cib rientra nolrorhita della. <:ommeta propaga.uda :111an:hieu. e allora é t11tt'altr:1 qurstio11e. )l'ella pratica. la que$.lione dell'or~auizzazione del· le nostre forze di lotta e, di apo,,;tolato. per noi profughi dei nni pae.~i, ~oggetti 11l'll1" nazioni "o :spitali'' a restrizioni le più invc-ro,:;imili l(~ l'on;:;:1 11izazzioue ci 6 in special modo impedita di fati.o. anche se non proibita ufficialmonte), non pu6 e~· fiere quasi mai risolta secondo i nostri integrali criteri di pubblicit..'i. di mutuo controllo, di ;:?;aran zie. ecc. di <mi ogui organisnw libertario nn pO va ·to arrohbe bisogno. Siamo ridotti a [arf> eou1fl 1-!ipu6: r in tali condizioni il discutere ceni muti• colari ci pare assai poco 1lratico. ~011 entriamo perciò in merito ulla questione- spe– ciale delrorganizzazione tentata a Parigi dagli a miei dell'Unione Comuni8ta A.narchica d i pro[ughi italiaui coli! residenti. e da altri organismi ad e::isa affini. Lontani di rn non siamo neppure in grado di comprender bene come .stanno le c0:3e. );on corn• ))rendiamo nffntto. per esempjo, la distin_zio11.~ cho ra P. Felclno tra "unione" e "federazione . l..a federazione é un modo di unione (l'unione fede l'ale): e l'unione, quando si tratta di anarchici. no:l pu6 non essore federaHsticn. - cioé senza ac:cen tramenli. e lasciante ad ogni lu<livicluo o gruppo partecipante Lutta rautonomia possibile nell'orbita dei principii comuni. - .e allora unione_ é la s~essa cosa che federazione. L'Unione Anarchica. Itahana. per esemJ)io, era nient·altro che una rera e propria federazione. Xé ci pare di maggiore importauza la questione del 11ome "comunista" applicato o no all'anarchismo dell'unione o della federazione cb-e sia. Noi oggi, pur restai/do comuni.;ti anarchici come siamo_ stati se·mpre, - e continuando a rare propaganda 111 _tal senso. - preferiamo dirci semplicemente anarchici. da un alo pé1•alré -mnto l'amrrch1 e oi implica !-:empre il suo presupposto cò11lunista o sociali1ita, e dall'altro perché ormai quel nome si presta a equi\·oci. mentre l'ometterlo ci consente una ma~ giore concordia fra noi anarchici. eliminando u:1 inutile disHe-nso cli parole. J)'acconlo -con P. Felcino 8ulla nece~.;itù 1>el' ,;:;li anarchici cli 110n isolarsi. Bi,sogna essere presenti donrnque ci sono masse in Ji10\·imento ,·er;;o la rivcluzione. ùovunque si prepara o realizza la lotta proleial"ia e rivoluzionaria. e l'esservi non contra· dica ai nostri pr111cipii. cioé agli scopi uostri, l' razione concordata con altri ei f;embri utile e uon dannosa alla cause comune. Solo, e Felcino ne con verr{1, bisogna ,stare con gli occhi hE'ne apP1'ti. J1 1·icordo della "gaffe'' garibaldc.ica pu6 essere srm· J)l'e ulile come monito contro errot:i che, una volta commessi. assai difficilmente si riparano. Ma intanto, pel momento. la cosa importante, per– ché poi da qui potra aver inizio tutto un ,•asta lavoro 13usseguente <li azione e C"oordinazioue di forze rivolto anche all'esterno delle 11ostre filP. (· di stringere un p6 piU queste file nostre. stabilirr una nUtggiore armonia fra anarchici di tutto I ' tendenze, senza per questo cessare di fare ciascuno come tl'ecle meglio e difendere e praticare le idt'·' e- c·riteri preferiti. A creare tale armonia anc-h1• unioni p federazioni possono servii·". si capisce>: 111a esse sono inutili. e possono perfino nuocere. se la yolontù. del huon accordo e dPlla reciproca tollP· rauza non Hta alla loro base•. nello spirito deg!i iniziatori. dei propagandisti e <lf'gli s("riltori d<'i 110 f:tri periodil'i. r compagni 8a11110 le nostrr idt•f' in 1>roposito .. E smeltiamo. perchC se i11fil:.n.;si1110 q11<•.=.to ar;-onH•n· lo uon (·e lu finiremmo più! LUIGI FABBRI. Alieni dalle commemorazioni ripetute a data fissa, se non consigliate da motivi od occasioni speciali. ci siamo limitati a fissare in questo mese l"uscita di '"·Studi Sociali" nel giorno del secondo anniversario della morte del nostro Malatesta, in segno del ri• cordo costante che ne conserviamo con sentimenti imperituri di affetto e di rimpianto. Né aggiungiamo parole, che sarebbero inutili. In questi momenti di tragica aspettativa, in cui si decidono forse le sorti di qualche secolo di civilt3 umana. il ricordo di Errico Malatesta dovrebbe spronare agli atti e non alle parole, ed in un campo molto diverso da quello puramente giornalistico. S'l'l:Dl SOCI.\ LI SPUNTI CRITICI E POLEMICI TEMA DI PROPAGANDA CORRENTE, NON DIA– TRIBA. - U11 compagno sc·rivfl una )('itlC'ra a Il Ri!veglio Anarchico cli Cinevra, n. 899 tlPl 26 111uJ::, ;.:io u. s.. o il periodi('o no riproduc<• un nrano, fH'I" dt•JllorarP <·ile· c:rrte discusioni di la1w t';.II 1ri11a ,·(•11- ;..:-.1110 tintll·' troppo a.Ila lunga iu mezzo .1 11oi: o tra J"altt·o dicc 1 : ·•1◄; 11011 ti pn1·Io drlla <liatl'iiJa 8ull'or– ganizzazioue e sulranliorganiizazioni!'-11110 .... nczzo– forte <li chi troni che niPnte c·é di più inte1·e:;:-;~111!'). in quest'ora di agonia". Clic- infalti vi sia hPn altl"o di pili i11•t.•I·<·H~<Ultl·, in questo momento. - 11011 foi,;:,;c altro Jrnrch(· h· eirco:,;tallZ<' avverse oHtarolauo r-normenH•n:,, la JH'a· tira di or~u uizza.zioni liherla.ric :qlJH'IW 11n ·1l6 piil vasto di qualche P,Tup1wtlo loC'alo. t"~ vori~~imu. Giusto é altresf il sentimP11lo :111imawre t.lcll':rnlon·. che vorrebbe di <Pl'to più tc~~a la volont(, tiri co111- Jla;z11l ,·r•rso ar~o11H•11li <•. so1H·at11tto. n•,.:·,, :11.ioui 1,iù in n11►1,orto allo ~ravi 11e<·<'ssit;·1 d~J:·ora cht• paH-!-:;1.Pero. nrllc parole !rnrdtat(\ \.•,; unct evidenll· P.Sag"('l"a7,iOHU ed in~ienif': 1111 f'ITOl"f' ;li apJ)P(,lZil.llll'llto più (-•ridPnte ancora. J;N.;agel'azfoue sta nel lamt)nt:-u(• una lli:-tcusf.:ii011(• ('lit· da lungo temp-0 t~H:(' o qua~..;i. C:hiamal'IU poi "cliut.riba'·. comf' dire discussione violcuta H rab– hiosa. é. più ancora. ingiusto, porché ,tncltc quau– do tali discussioni si facevano più spe,.3<./.0, difficfl– mentP de ~cnernvn.no in diatribe. spccia:mt•ntt• dn p:nto tlc'i sostenitori (l("ll'organizzazion{\ du•. natu– ralmentl·, vi si derlica,·ano di più. ~e souo .ina !HO\'.\ gli at"licoli di Malatesta sulla questione, "• che a11- ùiamo ripuhblicando da qualcho numero 111 "8t11di Socia'li" senza nlcuna intenzione polcmir.1 Ma l'Prrore di apprf'zzamento mi par,. più gru\"{• dal punlo di rista dPi principii. La q1H.i~;tionf' dr-l- 1·orgnni1.r.a1.ione anarchica. si pu6 tlin• ch"-' C' tutt'uno ron la questione dell'anarchia e della rivoh11.iou(>. Gli a11archici inteu<lono abba.ttC""ro rorg·utizzazionl~ autoritaria <' stalnle della sociol:1. per clr1r 1,osto a<l una organizzazione socialr lihcra, volonta".'~a. "anar– d1ica.": e ,·o~liono <,ombatlf're 1>er raggi 1 !nrcro tale scopo ton armi cli lihcrt:'t, o quindi anche por mezzo della libera organizzazione dr-lll'..' loro eue:·gio, int.li – spcnsabi'le a dare alla prossima rivolttzic,no l' indi– rizzo più libertario llOSsihilf'. Ci si (: sompre obiettato, dai borgheai ~~ dagli autoritn,·i d'ogni partito, ehe i nostri proJo~iti 8ono utopistici. Jlot'Ché no11 surebho possibilP r,rgnnizza- 1.ione nlcnnn. senza autoritù. J~cl é stato ~Mn[)rn ov:– getto dellH propuga1Hh1 corrente degli ::n1archic.i il sostcnrrf' Lutto H co11tral'io. Doventmo qm(?ttcre ùi di[e11drre nna verilù. coHi clementarr d:~ll·annrChi– ~mo, so·Io JlC'r<:hé a nn Cf'1'lo momflnto •:1H·srro dri comp~gni ad a,,vcrsar(' l'or~anizza.1.ionc• ;a1archir.a, sia 1>11re-limilando (e non tuttiJ la prop1 ia avvcr– siorn.· all1• orgc1nizzazio11i co11ti11g(•?lli clpl ·•:o,·i111p11I') e della lutta·t Sarebbe stntò assunto, c,1·1ie ri11111:– f'iare ;Hldirillura ... alla nropa,;ancla anarchica! ~on insistiamo. JlOrché ahbiamo una n1~a ldP:.i chr il ('Ompa~no dc1'1a lettrrn al ;!Risveglio'' 11011 si:.i molto lontano dal nostro pnrrrr. llipetiarr.o, J)f'l" tT ni1•(), l'IW, n1algTado il ghi df'tto, conveuia111'J co11 lui rhC' qnf'sla quf'stion"° non é·. og*i, la pili i.-:pot·tant(\: tanto cho anche noi ce ne occupiamo a.R.sai di rado. f' solo quando nltl"i ri spingf> a farlo e " 1 1 l'rilichc– <'d nltacrhi f'llf' ei sembrano ingiusti. .:\1.1 eta qui. :11 ronsidpr:114r1 una q11r~tionr fin cliaL!'ihf'. f"i < ·"'IT<'! UNA QUESTIONE CHE NON E' D'ATTLIALITA'. -E· la questione cJel malthusianismo. vrn.unrntf' Cuori posto mentr0 si sla preparando nai'! ~uurra ehe e.liminrrt1 prr u11 1w1.zo o:.{ni ill'Obahili•:, di sovra– popolazionr! J<Jppurp df\Ssa ha occasiounto una <liscu!--sio111• l'l'il c·ompag11i. negli 8lnli Uniti. dopo la reC'1rntr coni'('· 1 enza. cli un dottoro a New York sul cont:·ollo dell\• nascite, che minaccia di allungarsi tanto da diventa– re serpe, - e diremmo quasi un serpenle a sonagli. poiché ~i:-"~vi affiorano 10 solite acide p·rncicaturl' e sgra[fialure polemiche. Circa 20 anni fa era un tema di moda. - di moda. int(\ndiamoci. 11011 cl'i11t– portunza p1·i111ordialP. neppure allora. - ma il ri:;cal dartisi oggi fino al punto cli tll'endersi jH•i rape.lii l'ra compagui di parer divel'so. ci semhr~ avei' nill ,·ogli;1 di... prendere pei ca1,c'lli ciualcunc• c•hf' tli co11cl11clPn• cpmkosa cli serio. Senza, a dir vero, riscaldarcisi affatto. L'Adunata dei Refrattari cli New York. n. 17 del 28 r1prile u. •~ .. 1 é interve,nuta parcamente uella polemlc:i. riproflu· c·cndo 1111 articolo di f.Juig-i nallcani scritt 1 nel 1901. -i~· un arti("o\o, tliciam Kubito. <'ltc, malgratlo lo stilr smagliante, ti persuade poco. Nella sostanza, ancht• Galleanì rra Jler tutte le libct·la in materia se:,suale. comp1 ·p.sa q11plla. di procreare o no; ma quel suo giudizio ~111 ru•o-maltlrnsianic:;mo ci J)ar t.1:oppo uni• hlteralt·. piu r,•azionc pas ionale alle e--;.:vcruzioni di al<-1111i llf'O malthusiani clel RUO l 0 mpo, 1.hC"critica 1 ~iusta ul lll•o~malthusianismo in se ste~;;;n. La u•si centrale. pratica, dei neo-malthusiani (• questa: the ogni coppia sessuale abbia diritto :11 n,ettel"P al mondo dei figli o no a seconcb. della. prù– pria ,•olontù. e qua.udo e nella mi<:mra '·he vuole. senza 11rivar:;i delle gioie detraccoppia.:Pcnlo: ~ quindi il diritto di adoperare i mezzi pii"1 icleonC"i 'l imi}( :!il'e la fecondazione c1uanclo non vuol 1 roc·rearP.. Il <·P11trario, cioé, di quello elle sostengono tutti i prPt i rlolle re!igioni e del nazionali mo, or.:~d Mugso– liu i 1·orn1lrf'!'.W; ehE:' cioé non i,:i debba p'ure akun freno ull:..l I)rol'rcazione pPr ne~Hunu rag'iO~M. I preti cattolici ammetlono (in teoria si capisce ... ) la ,;ola e-cc:ezionp della <·:.u:;Lit:..~ ,·oloutaria a5;~mlu·::. ~aturalmente la tesi cli Galleani non .1,·r,·a u!cnto a che fare coJ dog-ma chiesastico e :tat.-1!·~. Inoltre -egli aveva ragione di rca~ire contro cert: tendenze cli allora a vedere nel neo-malthusianismJ qua~i un ~ostituto della rivoluzione per risolvere il probiema sociale, propugnante- (direbbe l\lalatesta) i peesari e i cappuccetti di gomma iuvccr clei fuci'i e delle hombe. Aveva ragione altrcsi a sostenere che 11011 é vero che, almeno fino ad oggi. ci sia. s ,\TU-llOpo- 1:,zione in rapporto alle sus istenze e chl' ~;ile sovra– popolnzlone sia la causa dei mali sociali, eJiC' invece– è tullu del mono1>olio della ricchezza e del potere. '.l\la coll tutLo ci6, a nostro parere, egH <"adPva lostei;so in un doppio enore: di misconoacp.1·0 da un lato Il fine principale dei 11eo-malth 1 p;:1rni, che 11011 é la sterilita. o l'e~oistico piacere, ma !a libe,rtil o volontarieUt della pl'ocreazione resa co9cie11 te: o dall'altro lato di servirsi contro il neo-m,.1,thu, ,ia.ni – smo di argome,11ti morali e medicali di rlubbio va· lol'e, come ·quelli della lubricitù. oscenit(1. dnnnosita ecc. dei sistemi preservativi. ammessi o . ,.msig-li.ati da. uomini di noto ·valore morale e scicnt:t'ico. ih1 cl:i q1w11<lo Galleani scriveva. quel i:uo arti– coJo sou passati 33 anni; o Cf.:rte esa~cn\;·ioui nc-o- 1r.althusiano non si sentono più da grau tPIUt>o. In ogni modo .. ammesso puro cll·egli sarchi>~.., restato dello stcssissimo parere di un tempo. s'.amo certi <:he o~gi non man-cllerebbe di cliro ai ravor"\"Oli Pcl ai contrari al nco-mallhusiauismo: "~la 11011 aveto lll'Oprio altro di meglio P· più ur~rnt(', cui il( 'nsu.rf \"!" I•: a n·p.hhr ra,g-ion i <l:1 venderp .. INTERESSANTE PROBLEMA DI ED\.'CAZIONE. - e:· quello accennato da L'Adunata dei Refrattari in duo o tre hrevi noto di "Pic:cola. Posta··, ma più specialmente in quella del n. 21 del 26 m,,n!'.iO u.. :J., nella quale si parla delle ragioni per c·11i i , i gli deg-1i flnarchiri cosi di J·ado divrnt::111,1 :111an-i1iei ancho loro. ]~' un Jlroblcma cho ci scmbrn molto i:~1porta11tC', come tutti quelli che han rap[lOrto con l'Nlt!Utzionn, cioé con la formaziono dell'avvenire. 1..:~rgomcuto meriterr>hhr una. larga disamina: qui, 1w-,· brevità, ci contc.:uti:..imo ùi poche noto sopra una :lellc cause (una delle. tanto. intendiamoci, e neppure c!ello mac,· giori, ma rho in questo momento ci pa~sa per la mente). !ml fatto cioé che 1·accettazio11e l•Jl!e noHtrP hle~ da p;u·tr delle nostrP <·ompagnc e fi;li ùipeudo anche dalla nostra condotta nel .seno della famiglia. "Le noslre idee. - dice beuissimo ul/A~ln11nta" 1100 sono quivi J)csatc a.11:i~ hilanc}a dr-Ilo i,ostrP pa– rolfl. mn a nne a < e1 nos n a 1'.". i,tolto influis<·r, [ra l'altro. il modo ro11u• noi in rasa trattiamo la donna f'd i ri~li. Quanlr ,·oltP. ci e ca11italo drplorare th(• 111iakhc rompa~:-:iu attivo, e ro0re11tr fino allo scrupolo nelle manil"('stazioni esteriori clclla propaganda. non alieno 1 ta sacrifici notevoli llCr la. causa. e magari severissimo nrl giu dicaro ~li altri sul tcnPno politico. dentro Il' pareti domestlrhe sia poi un vero tiranno r.he tralta la mogli(• C'Ol\te 1111a scn·a r allrva i fi~li a '1cappollot 1 i O iledatC'! Che 11101".:lViglia. se i figli P. k ~1)0.;(' di comp:-u ;ni sil'fa tti non <·rc<.10110 una parola d(.llll} JffP <licho 111orn.li f'cl anarrhif"h<· de-i loro pa•;ri t.• m.i– riti'! :\"on (, il 1·tHW, natural111<'lllt:. di fare qun,slioni tll'l"– Ronali. rhr non ca.vr1110 1111 ragno dal ht1f•O. 1,;ppoi si tl"att:1 sempre di {'o.;r l"lte difficilment(\ :-,i r,ossono provare-. mc-utrc, assai facilP (~ il negarle t far pas sarP 1wr <·aluuniaton• l'p,•p11t11ale C'C11sorc. Iuolln• ;;i tratta pp.1· solito d'un frnomrno U'incoscic11za di c•ai l'attorr non si renùe <·onto; P forsf> se 11rova.. ;to a fargli qualrho rimprovero, egli SC' ne :1clo11tcrebbL' come c1·una intrusionr nntilibrrtaria nella i-;ua vita pl'ivnta. NP la colpa. in realt{1. P dei t;in~oli indi– vidui. chP. rontinuauo 1>er abitndin<' un andazzo d1 padre in figlio consuetudinario in tutti g-li ambioali sociali. TI male si pu6 (·ostatare. infatti. fra ~entP di tutti i partiti od in tutt(' lp tlassi. l'ra i prolf't,H·. comf" f:\ forse piU <'he tra i borghe«i. Con tutto ci6 il rc11ome110 esiste. e 11011l'P:-;sa dal dare i suoi pe-ssimi t.rntti. J~Rso dipende. ti -;1'111hr.-,, - almeno per ei6 che ri~tutl'da i nostri t1111biP11ti. - cla nn:1. cleficionza della nostra propa~:; ntlu, nt>lla parte rii essa cho p1'P.8iede alla formazim11• c·duca– lint delln menta lita P psi("o!ogia dei militanti. Proo :– c11JHtrsr11C'1111pò più cht> pel passato 110,1 :-;ru·pl)bn mn.lc : r111alchr compagno up. clivcrrflbbP m 1g-liorf". n i Httoi figli più h1cilmp11tP potrebbero divP11b.11·e d'."'i buoni :111archif'i. STOCCATE POLEMICHE SOLTANTO, O COSA SERIA? - Ne li Martello di New York, 11. h clel 14 maggio u. s. leggiamo uno scritto di D. Zavattero su "l.1c1 Onorra'' P. le sue ·Jontane origini nmane. la cui con<'lusione f! che la sola. propaganda padfi~ta pu6 semi>re essere utile corno seminagion~ d'idee e sentimrnti. ma. che sareblrn stolto aspettare da essa sola l'aholizione della guerra. Ci vuol ben altro! Siamo anche noi cli qurl pare-1·e, né avi·Pmmo ac-– C"ennato, vroprio in rtursta rubrita. all 1 art.icolo sud– detto se una o due ~uo ctisgres~:;ioni incidentali non avessflro stuzzicato il 11ostro sr,irito critieo. Tu {'SSf' ZavattPro se la piglia l'On "lo Rpirito 111ctariaico dP-1 libero arbilrio (volont:i) col qual~ i clollori del sovvcn;iviHmo rivoluzionario hnnno trapiantato 11el campo nostl'n la conc•f'zimH• drcrepita. " tutta <·hio-

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