Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948
334 LO STATO MODERNO capi alti e bassi hanno pronunziate. e Verba volant >, è vero, ma i fatti che esse hanno suscitato a Torino, a Ge– nova, a Livorno e altrove rimangono; e se la responsa– bilità vien fatta ricadere sui sottufficiali malaccorti che avrebbero creduto alla possibilità della grande rivoluzio– ne laddove gli strateghi Ml partilo non vedevano, pil't ponderatamente, che l'occasione per un'azione soltanto <ii– mostrativa, la verità è che l'imprudenza verbale o prat il'u in alto e in basso, al centro ed alla periferia, ha rivelato ancora una volta l'esistenza di una organizzazione d'urto capace di mettersi in moto al momento opportuno; ha ri– velato che l'ammonimento levato in. Parlamento dall'on. Togliatti di una rivolta popolare in caso di guerra non– può essere consideralo come una retorica minaccia, ma sarebbe tradotto in atto da una forza adeguatamente pre– parata e guidata. Allora, se anche l'on. Pajetta, proponendo con lin– guaggio infuocalo una mozione diretta a rovesciare il Mi– nistero (accusato più o meno velatamente di essere se non il mandante, il responsabile del gesto del fasrista Pallante), conclude chiedendo un rimpasto che consenta la partecipazione del P.C.I. ad un governo -di coali~ione. il portavoce comunista incautamente scopre la sostanzia– le fiacchezza della posizione e della rivendicazione del proprio partilo, (chè non si chiede di collaborare col partilo e col governo che nello stesso istante si accu3ano d'assassinio); e l'effetto politico dell'accusa e del som– movimento provocalo è già acquisito, ma non certo a fa. vore ciel P.C.I. Il quale può esaltare poi la compattezza della mas~a lavoratrice; ma senza persuadere nè chi di questa ha os– servato da vicino il comportamento e gli umori, nè chi semplicemente consideri che lo sciopero generale di pro– testa, in molti centri dichiarato ad oltranza, si è ripie– gato su se stesso non appena nella C.G.I.L. si è spiegata la ribellione della corrente cristiana e il ministro del– l'Interno ha mostrato di saper all'occasione difendere la libertà di lavoro di quelli tra i lavoratori che volessero riprenderlo. La protesta comunista ha avuto in sostanza il sn– pore di una sfida che il Governo ha accolto ed è riuscilo a rintuzzare. Dotalo per i risultati del 18 aprile di un potere praticamente amplissimo, anche se accompagnalo da un grave peso di responsabilità, il Governo democri– stiano non s'è lasciata sfuggire l'occasione per una pro– va d'energia che gli è riuscita in pieno. Men.Ire in Par– lamento il partito conduceva lo scontro polemico con qualche iniziale fiacchezza, il ministro dell'Interno dava nelle piazze la ,prova di aver in pugno le forze di polizia riorganizzate come massa d'urto sul modello americano. Che queste forze abbiano in pari tempo dimostrato ,li possedere il senso del limite e del diritto che i tutori della legge dovrebbero possedere, sarebbe difficile am– mettere. Si ricordi la tradizione fascista della polizia, tradizione che come ognj altra non può essersi rovesciala di colpo con la trasformazione costituzionale, aprendo il \·arco ad un senso giuridico nuovo e sicuro. Il modo stes– so con cui sono state palesemente condotte, all'inizio Jl– meno. le indagini sul Pallante e sui suoi rappo,ti con clementi fascisti dagli organi della polizia siciliana, nella quale compaiono ai primi posti troppi elementi già in servizio della repubblica di Salò, suscita viva l'impressio– ne che il ministro Scelba si sia foggiato, per garantire !"ordine pubblico, uno strumento tecnicamente efficace senza dubbio, ma moralmente e politicamente orientato in modo che, se volesse impiegarlo più che a presidio della legge democratica e della libertà dei cittadini a loro dan– no, potrebbe farlo. Questo purtoppo in un Paese nel quale la coscienza del– la libertà è scarsa; nel quale poco si ragiona politicamen– te ma molto politicamente si parteggia; nel quale è dif– fusa come una scettica sazietà di tutto ciò che possa co– stare sacrificio; e ciò a tutto vantaggio dell'autorità co– stituita cui dà una forza ed un prestigio grandissimi. Il P.C.I. per la sua tradizione e per il suo spirito battagliero ha una base assai salda tra le masse popolari troppo incolte per dare orecchio a formule meno seni'. plici e lineari di quelle che formano il bagaglio ideolo– gico con cui il P.C.I. loro si presenta. Pur avendo della democrazia un concetto che per esser definito nuovo non è meno equivoco e aberrante, ha dapprima accettato ùi agire sul piano costituzionale; e ciò gli ha procurato no– tevole prestigio e ha generalizzato il riconoscimento del– la funzione storica che ad esso può e deve essere riser. vala nel nostro paese come garanzia di libertà da un canto, come motivo di costante progresso dall'altro. Ma dopo la costituzione ciel Cominform, rispondendo ad una istanza esterna. anche se perfettamente consona alla sua essenziale ideologia, ha assunto un atteggiamento pieno di gravi contraddizioni che hanno invece affievolito il suo morrlen te nella politica italiana. Dopo anni di collaborazionismo politico e di affer– mazioni parlamentaristiche, estromesso dal governo par– tecipando al quale troppo ha mostrato di perseguire una politica di rafforzamento e di organizzazione di partito nel seno stesso dell'apparato statale, ha, per la discipli– na .:ne lo lega internazionalmente, falle proprie le llsi del comunismo che, affermandosi in altri paesi, hanno portato all'organizzazione di un partilo unico ed alla sop– pressione di tutte le libertà che la Costituzidne italiana dovrebbe garantire ed alle quali gli esponenti del P.C.l. costantemente si rifanno in sede polemica. In politica però le contraddizioni non si possono nascondere e si scontano a !un.go andare con una penlita di potenza che non tarda a manifestarsi. La contraddizione della parola d'ordine del più gc loso nazionalismo lanciata da un partito internazionalista: la c,mlrad<lizione della neutralità conclamata tra dut blocchi dei quali però l'uno è definito brigantesco. Jll'O– voçatore, aggressivo e liberticida, l'altro solo garante di poce e <li libertà; la contraddizione tra un atteggiamento disciplinatamente legalitario al centro e violentemente giacobino alla periferia, possono sfuggire alla puhhli<-.1 o– pinione sin che, rimangono generico tema di <liscussiç,ne; ma non lo possono di fronte ad un corpo elettor3le ,,on privo cli sottile intuizione o quando si senta odor di 1;01- verc. Allora si ,sconta con la sconfitta l'errore psicologi– co commesso proclamandosi esclusivi difensori degli in· teressi del popolo, ed operando per mezzo di una élite di attivisti per realizzare d'imperio un piano illuministico di riforma sociale calcolato identificando il popolo nel proletariato operaio ed il proletariato in una minoran· za organizzata. Imponente senza dubbio, ma minoranza. Allora, nella diffidenza suscitata dalla violenza che chia· ma la violenza, dal fanatismo che chiama il fanatismo, si rivela ì1 bisogno di una sincera prassi democratica fuor d'ogni premessa illuministica. Se non può dare il mira· colo di una compiuta improvvisa riforma strutturale, Ì' però l'unico processo progressivo che, adeguando la rea– lizzazione politica alle condizioni psicologiche, spirituali. tecniche e morali effettivamente esistenti, costruisce nel– la libertà e non contro la libertà. Il P.C.I., tentando o almeno proclamando una prova di forza proprio mentre impastoiato dalle continue con· trad<lizioni della sua politica, ad un tempo di compro· messo verbale e giacobina, vedeva scemare le proprie possibilità di villoria, anche a causa di una situazione in· ternazionale nettamente sfavorevole, non poteva non se· gnare una sconfitta. e .con essa necessariamente pregiudi– care le sorti già così incerte della democrazia italiana. Non diremo questo un errore, se fa parte del quaMo strategico delineato dai suoi capi in funzione di un in· teresse generale del movimento comunista internazionale. anche la •riduzione su cli un diverso piano dell'azione del partito. Diremo soltanto che il P.C.I. così agendo no~ potrà sfuggire ad una profonda crisi, la quale è desti· nata a ridurre ulteriormente il suo mordente politico nel·
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