Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948
338 LO STATO MODERNO . quei semplici, se pur dànno sul piano politico una voce alla loro miseria, che tutto ciò non vale ad assolverli dalle gravi responsabilità che si sono assunti di fronte al Paese con la loro politca. Anzi maggiormente li con– danna; perchè essi hanno subordinato rigid11men·e gli interessi della nostra classe operaia alle sorti dell'im– perialismo sovietico, alle sue necessità di lotta contro i paesi dell'Occidente europeo ed atlant· co. Storica– mente è possibile dare w1a spiegazione di questo loro errore, anche nella considerazione di fattori del tutto personali; ma il fatto che il P.C.I. non possa impadro– nirsi del potere senz1 l'aiuto della Armata Rossa, nel quadro delle esigenze di lotta di quest'ultima, non si– gnifica che sia nell'interesse della classe operaia ita– liana che il partito comunista si impossessi del poterè in Italia con l'aiuto e nelle cond:zioni volute dal Crem– lino. Inoltre sono stati i gravi errori commessi dai co– munisti nella loro politica di questo dopoguerra a crea– re in Italia una situazione che offre ormai la sola alter– nativa fra la demagogia, sostanzialmente conservatrice della D. C., e la rivolta armata, la guerra civile provo– cata dai comunisti in un ambiente di soffocazione poli– tica anJlogo a quello che domina i Paesi dell'Europa orientale. Sarebbe troppo lungo ora ripercorrere la ca– tena di questi errori, mettere nella sua giusta luce, in tutti• i suoi aspetti negativi, quell'imperialismo di par– tito», come ebbe a definirlo Nenni (nell'« Avanti!» del 23 maggio), che ha creato il vuoto intorno 111 P.C., che lo ha definitivamente isolato all'estrema sinistra dello· schieramento politico nazionale. Se i comunisti m;nac– ciano la rivolta per il giorno in cui le forze dell'ordi– ne pubblico non fossero in grado di fronteggiarla, un gove no che rappresent:ii i due terzi del corpo eletto– rale ha il dovere di curare adeguatamente le forze di polizia per. dissuadere anche i più fanatici dall'intra– prendere un esperimento che cagionerebbe al Paese nuo– vi lutti, nuove rovine, nouchè le perniciose conseguen– ze di una « prospettiva spart1chista ». Se oggi la no– stra situazion~ politica è strettamente condizionata dal– la scelta fra il tardivo placido medioevo di questa Re– pubblica democristiana ed il medioevo barbarico del Comìnform, ne siamo principalmente debitori ai comu– nisti, alla loro politica, ai loro errori. Il comunismo deve perciò essere combattuto; ma con l'arma della critica. Deve essere svelato al pubblico il suo grossolano machiavellismo e le pericolose con– seguenze della sua rigorosa subordinazione ad una for– ma di imperialismo straniero che, oltre a tutto, è chia– ramente caratterizzato da fermenti razzisti-: A quest'ul– timo riguardo si tengano presenti certi documenti del colpo di stato di Praga, che· attestano come la persecu– zione sia stata fatta !lU degli avv~rsari accusati. non tanto di tradimento verso il popolo, quanto di tradimen– to verso « la fratellanza delle nazioni slave». Il co– munismo sovietico del Coininform è un fenomeno emi– nentemente slavista. Basti ~onsiderare la differenza fra i due regimi di dominazione comunista in Bulgaria e in Romania: là troviamo una forma di dispotismo nazio– nale, qui un vero e proprio dispotismo stran:ero. La polemica. col comunismo deve essere continua, attenta e puntuale. Il comunismo del nostro P.C.I. è un processo infiammatorio sul corpo piagato della nazio– ne. Dobbiamo curarlo premurosamente per favorirne il riassorbimento, se vogliamo. e dobbiamo volerlo, evitare che sia un giorno ind'spensabile un intervento chirurgi. co. Certo è difficile una discussione con i comunisti per. chè essi usano le nostre stesse parole con significati del tutto diversi. Essi parlano come noi di democrazia, ma intendono con ciò far riferimento ad una forma di regi. me dittatoriale; parlano come noi di indipendenza na. zionale, ma l'intendono come subordinazione agli inte. ressi di un altro paese al quale riconoscono il diritto di porsi a guida di tutti gli altri popoli; essi pure par. lano di libertà, ma l'in'.endono come d'sconoscirnento di tutti i diritti della persona; parlano di clnsse lavo. ratriee, prendendo però in considerazione soltanto una stretta categor·a di salariati meno qualificati; par. lano di dare ai contadini il perpetuo godimento della terra, ma pensano di ristabilire una specie di senitù della gleba; e via dicendo. Come è poss·bile intendersi con costoroV Intorno :alla mitica Torre di BJ bele « l'uno non riuscì più a ca– pire il parlare dell'altro » - come è scritto nella Ge– nesL- perchè si cominciò ad usare parole diverse per intendere la stessa cosa. Così il Signore volle punita la superbia dei figli di Adamo. In questa novella torre di Babele, che è la nostr.1 vita politica, la< confusione è negli spiriti perchè si usa la medesima parola per indica. .re cose diverse. Ed è così che viene mortificata la super. bia dei figli di Adamo dell'età capitalistica che avevano <Credutonel progresso, nei suoi immancabili sviluppi. U– go Spirito ha messo in luce i motivi machiavellici della politica comunista; e la confusione che sconvolge il no– -stro linguaggio politico è certamente un aspetto cli quel machiavellismo. Ma questa è una spiegazione insufficien– te, che coglie solo le manifestaz:oni immediate di un tale contrasto. Vi debbono essere e vi sono ragioni più profonde. Se un'astuzia c'è, prima che degli uomini è della Storia. L'attuale crisi politica è anzitutto una cr:si della cultura e per ciò, in fondo, una crisi di lin– guaggio. Le formule politiche, di cui ancora oggi ci ser– viamo, non sono più rispondenti alle esigenze della no– -stra vita politica, delle nostre condizioni sociali. Noi -siamo prigionieri di un linguaggio disusato, con cui riusciamo solo ad evocare i fantasmi del passato. Noi parliamo di marxismo, di mazzinianismo, di corporati– vismo cristiano-sociale, di economia di mercato: tutto un linguaggio inadeguato alle urgenti necessità del no– stro tempo. L'imbroglio comunist3, la meschina astuzia dei ca– pi-popolo imbonitori di folle è il reattivo che deve sol– lecitarci nella ricerca di un nuovo linguagg·o, nella formazione di nuove idee politiche. I comunisti possono perpetrare il loro inganno: loro, che sono gli agenti di un grossolano imperialismo, possono apparil'c di fronte a tanti uomini semplici come se fossero i vessilliferi di una messianica palingenesi sociale, per ciò appunto che l'Europa occidentale, che il mondo civile. è turbato da questa ricerca di una nuova interpretazione della real– tà politica. La discussione, la polemica coi comunisti, non ser– ve per convincerè costoro, nè per disincantare i sempli– ci che si sono lasciati trarre in inganno: serve so• prattutto per noi, a stimolarci nella nostra ricerca, n tener desti in noi i valori drammatici della crisi del nostro tempo. ERNESTO BASSANELLI
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy