Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

LU STATO .MODERNO 63 Il mondo è spezzato in due, il nostro paese va spezzan– <losi in due. Si sono cos' creati, fra due estremi, un vuoto nel t11ondoed un vuoto nel nostro paese che devono essere col– mati da una terza forza capace di saldare la minacciosa frat– tura. Molto si parla, a mezza voce, di questa terza forza come di un fragile mal definito •ripiego. E' ora di trarre questo « terzo stato » politico dal campo delle utopie e di definirne la funzione. Si tratta di una forza di mediazione non intesa ad una provvisoria tregua fra due potenze continentali, ma ad un permanente accomodamento fra due si.sterni politici ed economici -di vita. E' una forza .che non vuol limitarsi ad es.sere intermediaria, ma che propone una •risolvente sua facendo valere 11diritto che le nazioni meno armate hanno di non essere frantumate nel cozzo fra due colossi, il diritto che i partiti moderati hanno di scegliere una strada che non li conduca ad essere assorbiti nell'uno o nel– l'altro eccesso. Ho già detto in altra occasione che -la parola stessa di mediazione è caduta in disprezzo come fiacca e passiva presso gl; stessi popoli, come il nostro, privi di dife.sa . Una mentalità artificiosamente eccitata <Tespingeoggi le pazienti fatiche che difendono il diritto e la -ragione, per appellarsi alle sentenze deJ.la forza. Non vi è nella nostra vita attuale aspetto più inquietante che questa folla di piccoli spettatori che aizza i grandi conten– denti, che annota con intima soddisfazione ogni segno, ogni mossa che paia ,rendere inevitabile un mostruoso conflitto in cui urta metà del genere umano dovrebbe trionfare sull'altra. Non vi è fo!L'a peggiore. Se un ultimo conflitto dovesse rove. sciare definitivamente quanto resta della nostra civiltà lasciando al vincitore il dominio di un mondo vuoto, ricordiamoci che questo vuoto sa-rà rappresentato dalla polverizzazione del– l'Europa. Chè una cosa è certa: se l'unificazione del mondo sotto un solo predominio e in una sola regola di vita dovesse veri– ficarsi come risultato di un gigantesco urto di continenti, l'Eu– ropa non avrebbe nè interesse nè possibil:ità di partecipare a questo risultato perchè essa sarebbe inevitabilmente schiac– ciata o come campo di una battaglia europea o come retro– fronte di una battaglia asiatica. Ora, fino a quale punto l'antagonismo intercontinentale influisca sulla divisione interna delle nazioni « marche di frontiera » e fino a quale punto l'antagonismo interno che si va creando in queste nazioni influisca nell'approfondire ed esacerbare il divario fra le potenze continentali, è difficile di-re. Ci troviamo di fronte a due ordini di responsabil-ità .-if!esse e concomitanti. Certo è che da un capo o dall'altro il nodo deve essere ~ciolto. E noi concorreremo a sciogHerlo, con un primo atto di po:itica italiana autonoma e positiva, sostenendo una terza alternativa nazionale ed internazionale in accordo con tutte le forze che non accettano la fatalità di un conflitto, riaffi– dando a}l'Europa un compito moderatore nel governo del mondo, facendo del vecchio continente un blocco ammortiz– zatore ed un giunto di raccordo fra le spinte dell'oriente e de:!'occidente. Prima tappa Tutti gli uomini di qualsiasi partito che darannÒ mano alla costrnzione di questa terza via troveranno "in noi liberali indipendenti dei buoni compagni di lavoro. Noi sentiamo questa esigenza non come una immaginazione ~eorica. Se è vero infatti che nessuno dei due giganti vuo!e da· oriente o da occidente ·la guerra, se è prevedibi'.e quindi che il mondo di domani non sarà nè tutto cqmunista nè tutto capitalista, se è certo infine che la terra non potrà dividersi in due emisferi estranei chiusi in due sistemi politici ed economici imper- meabiii, la terza U:ternativa si afferma come una prospettiva storica logica e rea:e. Ripeto, chi è mosso da impazienza e pensa di perdere nelle occasioni di questi giorni la possibilità di concorrere ad una decisione definitiva, si dia pace e veda piuttosto di pre– pararsi ad un lungo cammino sul quale la nostra generazione avrà, se lo vorrà, :a fortuna di compiere un buon tratto. Ecco perchè quando noi collochiamo nei prossimi cinque anni il tempestivo svolgimento de:la nostra funzione, non fac– ciamo buon viso a cattivo gioco, ma consideriamo rea:istica– mente :a prima tappa di un itinerario il cui sviluppo sfugge alla inquieta fretta dei più. In questi gior11i ho avvicinato amici socialisti, repubbli– cani, azionisti e liberali indipendenti. Ho avvertito· con im– menso conforto l'aria nuova che spira fra noi, la facilità con cui ci intendiamo, la franchezza con cui riconosciamo -le af– finità che ci legano e che una timida diffidenza ci ha impe– dito di riconoscere nel passato con immenso danno nostro e· del paese. Jn realtà un grande rinnovamento si è verificato: ognuno di noi ha dovuto constatare che -le ideologie originarie da cui deriviamo si sono logorate ,per strada, come estenuate dalla produzione di un secolo di progresso civile e di redenzione sociale. Prendendo ad esempio i due estremi dell'arco indi– pendente che corre fra i pilastri de: blocco delle sinistre e de!:a democrazia cri.stiana, è evidente che una grande evo– luzione si sta verificando nelle più moderne forme del socia– lismo e de: liberalismo. Nel -processo di rigenerazione che stanno subendo le dot– trine socialistiche e liberali, inconciliabili ne:le loro forme ori– ginarie, vanno riaccostandosi per effetto di un ricambio ideale in cui si rinsanguano a vicenda: il sociali.smo mettendo un nuovo accento sulla libertà individuale ed i; liberalismo sulla disciplina e -:a gius.izia socia:e. Questa confluenza di reciproci motivi svuoterà logicamente di contenuto la pregiudiziale clas– sista che ancora divide i due metodi. Nella struttura di questo potenzia:e arco politico, si inseriscono le forze repubblicane e :e forze azioniste indipendenti, si devono inserire tutte le correnti liberalmente e socialisticamente orientate che rappre– sentano una grande parte dell'opinione moderata del paese. Tutti questi elementi formalmente estranei. ma sostan– zialmente imparentati, si incontrano naturalmente fin d'ora nei rapporti personali di amicizia e di stima fra gli uomini che vi militano. Materiale umano e cemento ideologico adatti alla formazione di un blocco destinato ad inserirsi come e:e– mento stabilizzatore in una più elastic;t ed equilibrata com– posizione po'..itica del paese. Pur valutando le difficoltà che ancora si frappongono alla realizzazione di un così naturale e necessario collega– mento, pur ai:;prezzando le ragioni che ancora trattengono a:cune di queste formazioni dal confondere la loro caratte– ristica individualità entro una consociazione in cui ognuno dovrebbe perdere qualche cosa di se ste!;.<;O, io sono profon– damente convinto che viviamo alla vigi-:ia del giorno in cui queste riluttanze saranno superate per ·la necessità che questi movimenti isolati sentiranno di assumere congiuntamente un peso fisico proporzionato alla statura dei blocchi politici che premono ai loro fianchi. Unirsi per resistere Ognuno di noi sente come ìa frantumata dispersione delle forze lige a: principio laico del vivere libero e del convivere democratico, offra ormai una labile resistenza aHe compatte pressioni di una nuova realtà. La forza delle cose ci porta ad una semplificazione di struttura politica fondata su una nuova unità di misura. Come l'UI\ità di misura nella convivenza in-

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