Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

554 LO STATO MODERNO La verità è che S.:-!'indomani dej:a liberazione, in tutti i paesi sortiti fuori date dittature domestiche e da,J:'oocupa– zione straniera, :a Democrazia Cristiana - si tratta di un fe. nomeno ben noto e già lairgamente de;,critto - è venuta rac– cogliendo i coru;ensi di mcùicssimi cittadini, i qu:a:'.iin altro periodo davano;.: :oro voto a fonnazioni e raggruppamenti 'iaici cli de,.;tm e addir:ttura di centro, e nel:a presente partiCO:are oong:untura Pitengooo invece che i partiti catto'..ici costitui– scano una più so:ida diga contro :e ideo:og:e coLettivist'che. Ne è derivato che :a Democrazia Cristiana ha assunto la fun– zione di partito decismnente conservatore. La buona fede de– mocratica e progressista di diversi dirigenti e elementi di base è fuori dubb:o. C'è da fare i conti, però, con quegli e:ettori che hanno dato i: loro voto ne::'inresa che venissero tute:ati certi parr.co :ari priv.i:egi ed interessi. fosi,--e perseguita la di– fesa di un vecchio ordine di cose. In Francia, del resto, il Mouvement Républlcain Popu– laire, proprio perchè aveva assunto un attegg'amento più spre– giudicato e meno retrivo, ad tm certo punto è stato abban– donato da.g:i e:ettor.i, si è fatto l:a:rgamentc 5'1.lpernree travol– gere da un mo\'imento anoor più a destra. Nel Be:gio, i cri– stiano-sociali hanno riportato un o:amoroso successo; ma .:'ailtro part:to cattolico, ;'Unione Democratica Belga, che si era pre– sentato al giudizio degli e:ettori con un programma in netto uontrast.o con quello dei cristiano-socia:i, ricoo ossia di riforme e di s:ancio innovatore, non ha inoontrato il favore, ha susci– tato soltanto fil sospetto e :o scontento dei benpensanti e dei conservatori. Anche da•:la Gennania grungono notizie di grovi contra– sti nel risorto pMtito democristiano tedesco tra COPrentidi si– n:t,tra e correnti di destra, che però oggi stanno prendendo i: sopravvento. In Austria, se pure molti uomini del « Volks– partei » (basti pensare a Lèopold Figl, a Ktinschak, ecc·) dànno :a g~ranzia che i: ,presente mov:mento democr.stiano au– sl:r:aco è mo:to distante da: corporativismo di Dolfuss e si ria::acci anzi, rammodemando:e tz:'.teriorrnente, alle concezioni di monsignor Se:pe:, il suocesso di que'. parr-titonelle e!ezioni è stato ragg'unto mercè ,:• apporto di tutte ie forze coruserva– trici intese a:la d:fesa di un vecchio ordine e orientnte oontTO qualsiasi tentativo di innovazione. In lta'.ia De Ca.speri, con :o spostamC'nto a destra che ha dato al suo partito, è riuscito ad evitare - almeno per i'. mo– mento - i: perico:o morta::e in cui è incorso invece i} M.R.P.: di farsi sopravvanzare da una fonnazione poLt'ca or.ientata ancora più a destra. L'abi:ità di De Gasperi, occorre ricono– scer:o, è stata notevole: ma -:a oons('J?uen7a è ohe ·'.e corre,nti di sinl.,-tra di que: ,partito sono ridotte ad una funzione irri– levante; appena una :ustra, un'etichetta, per gettare la po:– vere neg:i occhi, per costruire una facciata. ROMANUS SOTTO IL CONTROLLO DELLA SlNIS'fRA A Napoli, davanti al Congresso de::a Democrazia Cri– stiana, i,! Govemo ~i è presentato come se fosse in istato di accusa. Se l'è indossata spontaneamente '.a veste dà•:'imputat.o, e non tanto per rispondere de:la sua condotta de! passato quamto p'uttosto per que[,a del prossimo avvenire, Un pro– cesso e(Je intenzion:? No, certo; ma su[e eventua:i conse– guenze di una politica fortemente impegnativa. La difesa, che è stata QSSUntadm:'on. Piccioni, non è riuscita mo:to efficace a quei fini che ,:a Direzione si era pro– posta di consegui-re. lii compito de]' accusa se !o sono invece addossato le tendenze de.::Iasinistra, :e quali però non son sembrate troppo convincenti, anche perchè non erano ab– bast-Jnza convinte di dover spingere fino in fondo i•::oro in– carico. Del resto queste tendenze di sinistra clelia D. C. che, sul piano sentimenta:e, sono così attaccate ai :oro idea,i, quan– do si muovooo su: tefll'eno accidentato dei prob:emi politici concreti appaiono generiche ed moerte. A:(a stampa socialcomuni.sta è sembraito che ii rappre– sentanti di questa s:nistra d. c., tanto agguerriti e combattivi neg:i an:mati d:battiti suie questioni statutM'ie - iil cui inte– resse sh1gge a.'. gran pubb-:ico -, siamo poi risu:tati eccessi– vamen+e remissivi sul programma di azione del part'to, su:ie responsabilità gravissime del governo; perfino sugli stessi prob:emi sin<laca-:i. Domenico Ravaioli è stato definito da!l– l'Avanti/ (18 novembre) un « leone ammaestrato»; e addirit– tura scanda:osa è stata giudicata la presenza de: prof. Dos– setti fra i fÌJmlatari de:.:-a mozione di f:ducia che è passata a:Cunan'mità meno uno. So:o, isolato, « in gran dispitto », !'on. Gronchi. Ma, per valutaTe esattamente Ie rispettive posiZ!iooie 1ren– dersi per ciò COJ;lto de: significato di queste ossise ma:i:ionali del',a D. C., b:sogna fare qua'.che passo add:etro. Bisogna ri– sali-rea que::a crisi che, dopo le prime amministrative romane, or è un anno, rembrò mettere in perlOO:.O i! prest:gio e, con questo, :a consistenza stessa del ,part',to democristiano. Il se– gretario genera'.e on. Piccioni ha ricordato, nel'.a sua re'.azione, come in quel venodo ebbe a verificarsi una decisa f.essione ne! numero deg:i i.scritti, che so:o in un secondo tempo tornò a riprendere il suo andamento ascensionale. In quei giorni :a sinistra democristiana si era quasi adat– tata a subìre !'iniziativa dei socialcomunisti che ne'.:'euforia post--eletto,rale vagheggiavano - com'ebbe a riconoscere ('on. Gronchi (Il Popolo, ed. mm.ana, 7 d:cembre 1946) - « ~a con– quista de: governo e, con esso, de! potere ». C'era chi perfino si era <rassegnato ad attendere che - « se fra un anno o fra d:eci, non ha importanza» (!'on. Cappi sul Popo'!o, ed. 1ro– mana, 14 no\'embre 1946) - il popolo italiano rendesse un giorno giustizia a::a D. C. Eran giorni di sconforto, di sban– damento. Lo stPS:SO don Sturzo si p<mevia i,l problema reaiisti– ca.mente, rfovandone gli aspetti più drammatici: « Se il tri– partiti.smo cro::a, 110,11 è colpa de:,:a D. C.; se si vanno for– mando i b:occhi di sini:stra, non è co:pa della D. C.; ise i capi soc:alcomunisti credono che questa sia l'ora dà:a conquista de: POtere e dt>Ea dittatura del ,proletariato, non è cdpa r1,.·i:a D. C.; se con le manovre togliattiane si 'Vuol far entrare l'Ita– lia ne::a « forhmat-a • zona ·cl.i -in[uenza russa, non è co.pa de:'1a D. C.» (da una l!ettera a: direttore deTediz:one romana del Popo:o, 28 novembre 1946). Fu la destra, r: tanto discusso Centro d. c. di studi po:itici deE'on. Jacini, a tentare per primo la <risco.;sa per so::evare il partito da quosti pe,rico'.osi abban– doni. E fu proprio allora - giova sottoi:inear:o - che. dopo le drammal'iche sedute del Comitato Centra'.e e de: Gruppo parlamentare, De Gaçperi ed i suoi decisero di orientarsi verso una nuova po'.itica governativa di sganciamento da['estrema sinistra. Dovrebbe esseire con ciò manifesto che se adesso a Na– po'.i si fosse trattato soltanto di fare >il coru;untivo de::a po:i– tica che seguì dopo quelia svo'.ta, sarebbe stato abbastanza facile per De Gasperi e per i suOi fuir constatare aK'on. Groo– chi, a! « Gruppo dt>i professori de!li'a Cattolica~, ~ « Gruppo dei sindacalisti», I riru'.tati de'..:a propria azfone po'..itica, già vag:iati al saggio de'.èe recenti seconde amministrat·ve romane. Da questo punto di vista appa<rtrebbe eccessivo :'infervorato &1\ancio ratorio di De Gasperi, que! suo « linguaggio apoca·

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