Lo Stato Moderno - anno IV - n.10 - 20 maggio 1947
LO STATO MODERNO 233 cretezza di questo pericolo occorre avvertire che i cinque stati a maggioranza musulmana - maggioranza d'altra parte schiacciante solo nel:a Provincia de:la Frontiera nord-occi– dentale, mentre nelle altre è solo picco:a e talora solta11to relativa - si trovano senza continuità tcrritoria!e, ma in po– sizioni strategicamente importantissime: la regione su citata, il Punjab e il Sioo nell'India nord-occidentale a:: conmne con altri Stati musulmani e non lungi dai territori, ,pure musul– mani, de:Ja Russia asiatica; r1 Benga:a e I' Assam invece al confine nord-orientale con la Birmania. Inoltre, i musu:mani, che costituiscono economicamente e socia:mente la parte più miserabile della popo!azione, rap– presentano un materiale umano facilmente accessibile al.!a propaganda delle dottrine dell'odio di classe. D'altra parte, il nazionalismo arabo, in risveg;io dal Marocco all'Egitto, fino al:a lontana Jndonesia, li può assai facilmente impiegare per un'azione contrastante con le finalità del nazionalismo indiano, ma coincidente invece con g:i interessi, anche soltanto occa– sionali, dell'espansionismo sovietico. Ci si spiega così la dichiarazione di Attlee del 15 marzo 1946 di riconoscimento dell'indipendenza indiana e di accet– tazione della so!uzione vo:uta dalla maggioranza anche contro il malvolere fazioso del:a minoranza; ma ci si spiega altresì il fallimento delle trattative condotte per tre mesi (primavera 1946), da una missione guidata ancora da Cripps, dinanzi a:l'intransigenza sempre più viva dei musulmani. li governo britannico si decise ai[]ora a pubblicare (16 maggio 1946) un Libro Bianco, riconfermando la dichiarazione Attlee di due mesi prima e suggerendo una propria so:uzione: forma– zione di un governo provvisorio indiano, presieduto dal vicerè e con la partecipazione di tutte le forze politiche, è convo– cazione di un'Assemb!ea Costituente, composta di 296 dele– gati, di cui 75 musu:mani contro circa il triplo di indù. Dopo lunghe, esasperanti trattative il primo governo in– diano fu alfine formato il 24 agosto: in esso il Partito del Congresso aveva :a vice-presidenza e cinque portafogli, le trè confessioni minori (Sikhs, Parsi, Indiani cristiani) ricevevano un portafog:io ciascuno, mentre i cinque ministeri assegnati ai musulmani rimanevano scoperti sino al 25 ottobre quando, finalmente, la Lega Musulmana si decise a farne parte, ma so:tanto per la tutela dei propri diritti di minoranza. Una simile collaborazione doveva subito rive:are il pro– prio carattere ostruzionistico: le agitazioni ed i torbidi, inau– gurati dalla Lega Musulmana sin da:ì'agosto precedente, con– tinuarono come prima provocando, pare, la morte comples– siva di oltre 20 mila persone. è fu possibile ottenere nep– pure nella speciale Conferenza di Londra (3-7 dicembre 1946) che la Lega si decidesse a partecipare ai lavori del– l'Assemb'.ea Costituente che, iniziatisi regolarmente il 9 di– cembre scorso, tuttora continuano in assenza dei rappresen– tanti di 90 mi:ionj di Indiani. Il maggiore ostacolo, inizial– mente costituito dalla interpretazione da dare all'articolo del Libro Bianco britannico relativo alla procedura da 5eguire in seno a'.la futura Assemb:ea legis:ativa per lçventuale rag– gruppamento di province - interpretazione con valore so– stanzia!e perchè essa rençleva possibi'.e o meno il raggrup– pamento delle provincie musulmane -, . fu rimosso final– mente il 6 gennaio 1947 con l'accettazione da parte indù dell'interpretazione musul,piana, già approvata dal governo britannico. Ma ciò non servì• a nulla; il -31 gennaio_successivo, la Lega si rifiutava ugualmente di partecipare all'Assemb:ea Costituente, che dichiarava « nu!la, invalida ed illegale ». Di qui !"ormai famosa decisione britannica del 20 feb– braio, espressione da un lato di disperazione circa la possi– bilità di arbitrato tra contendenti co.'13 inconci'.iabi:i, e dall'al– tro, forse, anche de:fa segreta speranza di costringere i musul- mani, con la minaccia di un assoluto isolamento, ad accor– darsi con la maggioranza indù. * * * A questo punto si possono comprendere facilmente !e critiche mosse da Churchill alla decisione del governo labu– rista. Esse si possono riassumere in tre punti: abbandono de:– ]'offerta dello « •status » di Dominion; abbandono a:•:a discre– .zione di una classe politica che deterrebbe una maggioranza discutibile, conseguita in base ad elezioni a suffragio oltre- modo ristretto, di minoranze confessionali e sociali (in primo luogo di 45 milioni di paria) il cui sviluppo era legato ata permanenza de:Je autorità britanniche; brevità irrisoria del tempo stabi:ito - 14 mesi - per l'effettuazione del trapasso. Queste obbiezioni furono svolte molto abilmente e concluse con una perorazione degna del grande oratore parlamentare: « E' con profondo do'.ore ch'io osservo io sgretolamento del- 1'Impero Britannico, con tutte le sue g:orie e con tutti i ser– vigi ch'esso ha reso all'umanità. l9 son certo che nell'ora della ,ittoria noi avevamo la possibilità di risolvere, degnamente, onorevolmeote, durevo:mente, -!enostre <liffiooltà. Molti hanno difeso la Gran Bretagna contro i suoi nemici; nessuno può difender:a contro sè &tessa. Dobbiamo affrontare le sciagure che ci investono e che non possiamo evitare. Dobbiamo fare del nostro meglio in ogni circostanza per non lasciare inten– tato nu!la che possa mitigare la rovina e il disastro che se– guirebbero la scomparsa della Gran Bretagna come potenza in Oriente. on aggiungiamo con una fuga vergognosa, con un'affrettata prematura rinuncia, il marchio della vergogna al do!ore che tutti proviamo ». Sia pure con assai minore eloquenza Attlee ha risposto pertinentemente alJ:e critiche del suo grande avversario: ri– cordando che lo statuto di Dominion era respinto dalla mag– gioranza degli Indiani, Aticleepotè richiamare polemicamente la difesa fatta a suo <tem.poda ChurchKl della politica liberale nei -confronitidel Sud Africa, in contrasto con fa maggioranza conservatrice di allora, maggioranza raggiunta ath'averso un suffragio non così esteso oome l'attua:.e, ma <ll\lttavia da nessuno messo in discussione. Quanto al breve periodo per il trapru;so dei poteri, Attlee parve sostenere ch'esso sarebbe stato più lungo se il governo britannico non avesse tanto tardato a met– tersi sulla via del '11iconoscimenrodell'autonomia indiana. In sostanza, 4' opposizione di Churchill e tlei suoi amici è 1' oppo– sizione di coloro che pur non potendo tornare indietro per il cammino percorso, vorrebbero che per tale cammino non ci si fosse mai avviati. « In fondo - ha detto ·giustamente Attlee - l'emendamento proposto dall'opposizione è un invito alla di– lazione e alfinazione. Io ipenso che si sia dilazionato anche troppo e si sia troppo esitato e si sia troppo temuto di pro– cedere. Giunti al punto in cui siamo, non possiamo retroce– dere e neppure arrestarci. Noi crediamo di aver compiuto in india una grande opera. Crediamo che sia giunta l'ora in cui gli Indiani debbono addossarsi la loro responsabilità. Possia– mo aiutar:i; non possiamo portare noi il loro carico ». Lo spirito che anima queste parole è ben quello di tutti gli Inglesi che simpatizzarono nel secolo 5001'SO per il corona– mento dei movimenti di nazionalità europei. Ch'esso possa co– stituire un pericolo per l'Impero, sentito dai conserv;tori più nel momento de:•:•autorità che in quello della libertà, può es– sere vero; però esso oerca di scambiaTe una dominazione che può pro:ungarsi ormai solo di pochi decenni con una collabo– razione che potrebbe oltrepassare i secoli. Il giooo val bene la candela. ARTURO BARONE
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