Lo Stato Moderno - anno IV - n.3 - 5 febbraio 1947
LO STATO MODERNO Una resa a discrezione Purtroppo Croce, Sforza, RQdinò, Tog!iatti .e Ci. non mi• sero nessuna condizione nè su questi nè su altri punti. Pre– dicavano al popolo italiano che doveva « redimersi • combat– tendo, quasi che il popo:o italiano potesse combatterè mentre gli Alleati mandavano ai partigiani jugoslavi quelle armi che avrebbero dovuto servire a: popo:o italiano per combattere. Quanto al territorio nazionale italiano in .Europa, il Conte Sforza in una lettera al ~e del 1 settembhe 1942 - lettera che gli uffici della propaganda anglo-americana fecero cir· colare fra le truppe italiane - aveva assicurato « sul suo onore » constarg:i « in modo sicuro » che i' America e l'ln– ghi:terra erano pronte a « stipulare con rlta!ia un trattato di pace vantaggioso e onorevo:e ». E nella cerimonia tenuta a New York il 12 ottobre 1942 lui e i suoi clienti si erano sentiti dire dal Sottosegretario Berle che la « nazionalità » italiana non correva nessun ,peri.colo;ma fecero le viste di creàere eh~.« naziona:ità » significasse « territorio naz·iona!e ». Croce e Sforza nel novembre e dicembre 1943 ridus– sero tutta la questione ita!iana ad una loro vertenza perso– nale col re e con suo fig!io: bisognava che quei due sciagu– rati spu!ezzassero se la monarchia ita!iana doveva salvarsi. Ma a mezzo gennaio, non appena De Nicola escogitò f'espe– diente de:Ia luogotenenza del fig:io mentre il padre avrebbe continuàto a tirare i fili dietro le scene, Croce e Sforza si precipitarono su quel « compromesso » come la miseria s'ul mondo, e, come se. questo non bastasse, si impegnarono- an– che, in attesa della luogotenenza çla essere proclamata in • Roma, a pr~star giuramento a quel ~e che avevano pubbli– camjlnte vilipeso. Così una volta per sempre Churchhl capl con che razza di smidollati aveva da faré e che profitto po– teva ricavarne. Spesso si ripete· che neg:i armistizi del 3 e 29 settembre il re e Badoglio si arresero a discrezione. Questo è inesatto. Fra l'armistizio del 3 e quello del 29 settembre, il xe e Bado– glio ottennero la pr.omessa che g!i &leati avrebbero « appog– giato con tutte le loro forze fautorità del -re e del governo». E' vero che quest'impegno era accompagnato da:la clausola che « una vo!ta espulsi i tedeschi, il popolo si sarebbe sce!ta la forma di governo clie meg:io gli aggradava». Ma intanto il re e Badog:io e i loro fedeli rim_anevanopadroni del ter– reno - e gli espedienti per influire sulle .decisioni del po– polo non sarebbero mancati, come l'esperienza doveva dimo– strare e come il buon senso faceva prevedere. Finchè c'è vita, c'è speranza. Bisogna clire in omaggio alla verità che Badoglio e il suo De Courten fecero alcuni tentativi per sfuggire alla stretta in cui si sentivano soffocati. Ci fu un momento in cui Bado– g:io minacciò finanche di dimettersi. Anche Epicarmo Cor– bino si rese conto che, se l'intero gabinetto Badoglio si fosse dimesso, rovesciando su!le spalle della Commissione di Go– verno tutta la responsabilità di governare, la Commissione si sarebbe trovata in un grande imbarazzo, e quindi avrebbe dovuto pagare il prezzo di quel!'imbarazzo 'che le fosse stato risparmiato. Il guaio era che il prezzo era stato già pagato al re e al suo Badog:io con l;i promessa di « àppoggiare con tutte le loro forze l'autorità del re e del governo •· Ma· Croce, Sforza, -Rodinò, Togliatti e ·ci. non erano legati a:l carro del re come Badoglio. Una maggiore intran•. sigen:rada -par!e loro avrebbe fòrse reso possibile•allo stesso Badoglio, di strappare qualche concessione a!!' avarizia spie– tata dei vincitori. Offrendo a costoro la loro servitù volon– taria, Croce, Sforza, 'Rodinò, Togliatti e Ci. non· solo adot• tarono per sè la parte del ciechino che domanda '1a carità, ma resero più difficile, se non impossibile, una po:itica più proficua allo stesso Badoglio e ai loro _successori., Era lecito non coo~rare? lo ho discusso di questa materia con parecchi americani, che si trovavano a Napo:i' nei mesi in cui fu cucinato il pate• racchio dell'aprile 1944 - tutti amici del popolo italiano, e critici perciò della Commissione AJ:eata di Governo e della · politica monarchica di Churchill e vatinesca di Roosevelt, _ a cui la Commissione doveva uniformarsi: A tutti ho doman– dato se Croce, Sforza, Rodinò, Tog:iatti e Ci. avrebbero po– tuto mettere patti alla Commissione di Governo prima di par– tecipare al gabinetto Badoglio. Tutti mi hanno dato la stessa· risposta: ~ Nei primi mesi del 19,44 gli italiani, che erano a:l'opposizione, avrebbero potuto ottenere molto se l'avessero domandato, ma non domandarono mai niente. Si disputarono solamente per sapere chi doveva essere ministro con porta– fog:io o senza portafoglio. Nel giugno 1944, Churchill non. voleva inghiott-ire il nuovo ministero Bonomi. Voleva che Ba– doglio rimanesse primo ministro. Gl'italiani tennero duro. E Churchill inghiotti. Non fu colpa di Churchill se g:'italiani si impuntarono su una pantofola sdrucita come Bonomi, e non seppero domandare nu!la di meglio ». Una sola f.ra ie mie opinioni è stata energicamenre con– testata da tutti gli amici americani. Secondo essi, non sa– rebbe stato moralmente lecito dare ag:i italiani del:'Ita!ia me– ridionale la parola.d'ordine della non-cooperazione: rl contri– buto alla _guerra anti-tedesca era per gl'italiani un dovere al di sopra di ogni ·altra considerazione, - Mia risposta: « Era proprio per strappare alla Commissione .&leata di Governo la autorizzazione a dare quel contributo sul terreno militlirf, che la non-cooperazione doveva essere. minacciata; ed era per protestare contro il div-ieto,che essa doveva essere'annunziata. Non si trattava di sfug~re a un dovere. ·Si trattava di pro– testare pubblicamente contro chi vietava di compiere quel dovere». Qui gli amici insistevano: «. Un -annunzio di quel genere avrebbe prodotto un effetto disastroso nell'Italia oécu– pata; non si poteva predicare la non-cooperazione con gli &lea~i nel Sud, e la lotta a fondo contro i tedeschi e i fa. scisti nel Nord». - Mia risposta: «J;iustissimo. Ma di que– sto dovevano preoccuparsi anche gli Areati. Avevano essi"o non avevano -bisogno di promuovere ia resistenza nel 'Nord? Croce, Sforza, Rodinò, Togliatti e Ci. non avevano nessun diritto di cedere ad essi gratis il sangue di chi affrontava la morte, Non avevano il diritto di ingannare chi esponeva la pelle, facendogli credere che esistesse nell'Italia meridionale concordia fra « liberatori e « liberati », e non servitù vo– 'lontaria dei liberati vel'SO i liberatori: Gli Alleati non si tro– vavano su suolo italiano per 11semplice gusto di « liberare ~ gl'ita:iani. Stavano Il perchè era loro interesse farvi la guerra alla Germania. (Se la guerra 4n Italia sia stata condotta éon Intelligenza, è un'altra questione), Anche gl'ita:iani avevan<? il loro - interesse: quello di una fine ,vittoriosa e rl\pida di quella guerra..La cooperazione, dunque, era neU'interesse de– g:i uni e degli altri. Ma a!tro è cooperazione, altro è iervitù, La prima doveva essere, la seconda non doveva esserè con– s~ntita ». , • , G:1 ~mi~ americani riconoscevano che altro à coop•r•• zlone, _altro è servitù, e che gl'ltalianl avevano il ,diritto di iJ?.sistereper la _prima.- E io allora a insist'lre: « Come fnsi. ~tere per la prima senza rifiutare la 'seconda? ~. E loro:
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