Lo Stato Moderno - anno III - n.20 - 20 ottobre 1946

AbbOMmento per un a.tino L. 500 soc. An, Ruato Bdltore • Mll4no Vl4 M"1'4Vlgll N, 7 • Telef. 11,V7l conto oOTN!nte poatate N, JIJ/1908 .Esce il 5 e il 20 di ogni me&e LOSTATO MODER CRITICA POLlTlOA ECONOMICA E SOCIALE Anno Ili • N. 20 20 OTIOBRE 1946 Una copia L 25 SOMMARIO MARIO PAGGI: Un socialista agli Esteri . ERNESTO BASSANELLI: Il quarto partito e la democrazia diretta VITTOR: I barbieri . . . VITTORIO ALBASINI SCROSATI: La nuova Costituzione francese • ANTONIO BASSO: Bilancio della Conferenza dei Ventuno . . . . . . ytTTOR: Della libertà di stampa GIOVANNI VACCARI: Per un pensiero poli– tico meno nazionalistico •• .'.i, pag. 457 • 459 • 461 » %2 • 465 • 466 » 467 SILVIO POZZANI: In tema di riparazioni te• desche ARRIGO CAJUMI: La borghesia a scuola? . I L. L.: Import-export . DOCUMENTAZIONE: Teuo della nuova Costituzione francese • 11 (co1itinuaz. e fine dal numero precedente) RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA . RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA NOTE QUINDICINALI pag. 468 » 470 » 471 » 472 » • 475 » 471 » 479 UN SOCIALISTAAGLI ESTERI Questo è l'anno delle grosse novità nella storia dei governi d'Italia; un cattolico alla Presidenza e agli Interni, un socialista agli Esteri. Chi. prima del fascismo avesse voluto posare a interprete paradossale del futJro avrebbe probabil– mente enunciato il contrario; un socialista agli In– terni si sentiva già· nell"aria prima ancora del '1.4, e Giolitti doveva faticar:e assai per far da sè quella parte rche i socialisti - la maggioranza per imma– turità a capire i tempi nu~vi, la nunoranza per fiac– chezza sentimentale e effettiva mancanza di forze politiche - si rifiutavano di assumere. E il gioco delle parti andò bene per un pezzo, finchè la storia travolse la finzione. Un cattolico agli Esteri pareva urtare poco la suscettibilità ombrosa delle sacre me– morie risorgimentali, mentre, dopo il patto Gentiloni; era evidente la fatalità dell'ingresso in forze dei cat– tolici nel campo ,della politica nazionale, e quindi il loro diritto a posti direttivi e non di secondo piano. Ma perchè accaqesse quello che è accaduto ci· v0r leva il fascismo. Prima di tutto con l'eredità lasciata alla democrazia dei « partiti di massa», ·con il loro gesto, la loro tecnica, la loro pesante tendenza allo schiacciamento~ Questo fatto ha dato più rilievo al problema della loro « combine » politica .:....e quindi ai loro patteggiamenti e alle loro compromissioni innalzate ad arte di governo, e quasi a ragion di Stato - che non alla sottile valutazione dei 'motivi intrin– seci alla storia d'Italia e a quella d'Europa. Questi motivi, siccome eterni e strutturali nella nostra vita, torneranno a folla, e ci torneranno male, come accade di tutte le icose costrette a ·sembrare vendetta di persone o di fazione, quando invece, se mai, lo sono solo del ,buon senso, della logica, e della dialettica politfca. E poi quel gran fatto, anche quello ancora da studiare in profondità, che fu la Concilia– zione. Fatto tanto poco epidemico che oggi costringe i comunisti e le sinistre in genere a disinteressarsi aei problemi sociali tradizionalmente connessi ~ol magistero religioso (matrimonio, insegnamento, ecc.), o peggio ancora coll'affettare solidarietà verso istituti da gran tempo invisi e contestati. Questo non poteva che dare gran forza all'azione di un disciplinato par- • tito cattolico, sino a fargli credere di aver chiuso la lotta contro quella zpna dello spirito moderno che si chiama la laicità dello Stato. · E infine la guerra, ultima angosèiosa cons~guenza del fascismo, ma anche ultima mortificazione di tutte le internazionali, ha creato il solo clima possibile per l'ascesa di un socialista al ministero degli Esteri di uno Stato sito in una Europa non ancora nè federata nè seriamente avviata alla federazione. Come si vede

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