Lo Stato Moderno - anno III - n.18 - 20 settembre 1946

LO ~TATO MODERNO 419 è essenziale al socialismo d'oggi: quel che gli premeva noi! era già ripudiare ,un·a conoez'ione sulla qual'e .il congres~o doveva poi mostrarsi unanime, 6ensì cautelarsi contro equi– voche interpretazioni che oonsentissero a questo generico umanesimo di surrogarsi al socialismo ed al marxismo, di prescinqere <lalla coscienza di classe e da un'azione di classe, e di esplicare un riformismo puramente e vagamente demo– cratico in luogo di ,un'azione socialista e marxista. Final– mente, si ebçe fa oritica a'lfattività di .governo .svolta idal partito: la quale, ben più che su questo o quell'errore, si polarizzò sulla affermazione di Blum - che suscitò l'indi– gnazione del Congresso - che il dovere dei socialisti par– tecipi di un goV'emo borgh'ese di coaiizion·e era d'i e55ere « i ~nU onesti e leali degli affari del capitali.smc ». Tesi riformistico-mirusteriale ,vieux sty/,e al4 quale era facile p·er Guy Mollet, senza fare eccessivo sfoggio di rivoluzionari– smo verbale, replicare: « Noi pensiomo che quaù>ra fo,ssimo 50/tanto dei gerenti .onesti e leali del capitdUsmo, contri– bumemmb a man.tJen'e.-e ~d a prolt111gare qualche cosa ch'e bisogno ~ a distruggere ed [a cui . bisogna sosUtuire, per mezzo di mutamenti nkcessari, lf ordifle eoorwmi,co voluro dal. sooidlismo. Il periodo di appat'ent:e stabil,ità ;del, oapita– 'lismo e pas~. Attualmen:t'e noi abbiamo una società di transizione in pW?M movimento dove si combatto-no il capi– talismo che vi si abbarbica ed il sociaJimno in divenite... Al tiotere 11oi restiamc i rappi'esentanti della classe lavoratrice, e non per ccrreg(!pre il sistema . capitalista, lknsì per TJ1:0CU– rai{e dlfa claS$e lavoratrice le basi di /1brt1enza della' sua azione di domani. Quanto all'azione mini.Yter,ialanoi vorremmo cHe i 1'IOstri roppres<mtanti non /<mero soU!anto 'idei buoni gerenti, ma dei mil.itanti che preparono nei fotti l'avvento del socialismo.. Quanto al1' azicne :f)Orlamentare noi 0cn,remmo che le rif~ fa;t&e ed i risuiltati OOllisleguiti fossero presentati meno all'attivo di 1Jnabuona .gestione nel 17uad,1<J del oapita– lismo che ctnne strumenti preporat,ori de~ avvenire ». ~a per .quanto acerbi e complessi fossero gli attacchi, una certa cretros:pettiv'acostemazfone per la sconfe.ssione dei dirigenti e fa stes.sa 6incerità crit:.ca cui era- sottoposta l' a– zione del ,partito erano garanzie per la sua unità; lungi da ogni disgregazione e da ogni abdicazione, aila base stava il desiderio di attivare una vo'lontà autonc-ma e real.~.zzatriceche fosse « slancio verso l'avvenire; verso il combattimento of- fensivo e vittorioso ». · Dare espressione a ques~a volontà di sintesi e trarne le logiclle conseguenze, fu il compito che si assunse André Philip, la cui posizione è in c·erto mòdo quella nostrana di I« Oritrl.caSocia:Je », fa 11.m discorso che doveva portare l'assem– blea rul terreno de:llieso'luzioni costruttive. In un perigUoso periodo di trasformazione che non è più caI?itaiismo e non è ancora socialismo, è altrettanto er– rato - constatava l'oratore - considerare i socialisti al governo come i ,gerenti di /lUl regime capitalistico che non è il loro, e considerare la rivoluzione come qualche cosa che ~a ancora da venire. Questa rivoluzione è in atto, e poiché 1 socialisti vi sono in mezzo non possono esimersi dalla re– sponsablilità di indirizzarla. L'eçsere diventati partito di .go– verno, un partito di realizzazioni, è la novità ormai irretrat– tabrie,. Certo agire in un governo di coalizio;ne, impostato su di un M. .R. P., confessionale, equivoco, con un'ala rea- """- ' 1 d ~~ 11 ar1a, egato a una pdl,itica estera di fuloo prestigio, e su di un P. C. che guarda a Mosca e « assume spontanea– mente, pilsticamente, vgni ~iorno l'atteggiamento 't;onforme bgli interessi dello Stato .russo », che, ~la co'lla.boraz'ione" all'attività di governo, manca di « onestà intellettuale » e di impegno roerenre, è .terribilmente difficile. Bfsogna mi– rare ad un governo escluslvamente socialista, &'!:!.che· se m'i- noritario; per arrivare_ allo scopo bisogna riattivare la strut– tura, il .programma, Jo spirito del partito, Nella coscienza di classe sta racchiuso il messaggio universafo che la classe operaila deve apportare oggi a tutti gii uomini e a tutte le nazioni. « Ciò che oggi dobbiamo proclamare e realizzare è ,la -socializzazione Idei igrandi mezzi idi produzione, è l'a– scesa dei ./avoratori filla !gestione ,ed a -ttttte 1 le ,responsabilità; soprattutw 'la pro~zicne e la !difesa .deUa libertà ... Noi non ubbiarr.o alcun imotivo 'per /soffrire )di IUn 1 complesso 'a infe– riorità, se ~iamo /coscienti ,dell'imvortanza /e :del .valore ,della nostra ,missione. Occorre che, fUSCendo Ida iquesto .congresso, tutti, maggioranza e minoranza, partiamc in battaglia per ri– eendicare il potere, realizzar.e il socialismo, e soprattutto sal– t;;are ciò che è più grande ,e più alto del ~ocialismo stesso: la libertà », Un ulteriore elemento di chiarificazione doveva venire da!: discorso di Guy Mollet. Poteva apparire inficiata di ,astratto verbaftri&mola sua pretesa ,di definire il partito l::omle « democrazia socialista rivoluzionaria » per distin– gu,eirlo da coloro che sono democratici ma non rivoluzio– nari e da coloro ,che .sono .rivoluzionari ma non democra– tici. Tuttavia, posto in termini classisti il problema della assunxione .del potere, restava da affrontare il problema spi– noso delfa frattura politica della classe lavoratrice, il pro– blema, cioè, d~J:J'unità. Guy Mollet poteva constatare con ragione: « Tra i .partiti borghesi e noi resta una differenza fondamentale di classe, anche quando su( piano tattico v'è coincidenza temporanea. !fra kli operai che 6eguono il par– tito comuni9ta e 111oi c'è comunanza di classe, \anche se tra a partito ~omunista r. 11oi vi ~ono 'klttualmente 'delle bpposi– zioni fondamentali di ,dottrina e di tattica », e affermare di sentirsi in ogni caso più vicino ali'operaio, che si inganna o viene ingannato, che al borghese. Ma, rilevato ciò, e pre– messo che la .sua s~uzioòe non intendeva essere nè antico– mulll'ista, né comunisteggiante, ma semplicemente socialista, &ostesso Guy MoHet non poteva trascendere que11'a che, allo stato. delle cose, appare come 1a posizione-iimite per ogni .~oci!l~istache dell'autonomia vitale del ,proprio partitn senta rutta l'esigenza. « Si tratta di unità organwa? Allora io ,yono i:erto che ·nel -,,artito v'è :unanimità nel dire che l'unità ipolitica proletaria 'rimane ,per noi iun obbiettivo_ 1':a- 7Jitale. '{!iacchè wappiamo bene r;he ,nulla di 'definitivo si potrà fare .con hm:1 dasse favomtrice divisa .. 'Ma ra 'I/tessa unanimità vi sarà 'nel constatare che ,essa rnm 6arà realizza– bile sinchè é 'Partiti comunisti ,nazionali non 6aranno · liberati dal loro assoggettamento politico ed intellettuale nei con– fronti dello Stato msso e f/inchè flOn praticheranno t1na vera democrazia operaia. Si tratta di unità ,d'azione? Noi pen– siamo allora che, Yn r;erte circostanze deter~inate ed ~n 11e– g11ito >.i decisione presa f1J l1cala nazionale, questa solida– rietà 11ell' azione può essere una condizione indispensabile al ,mccesso o alla difesa di una politica conforme agli inte– ressi dei lavoratori. MaJ allo tcopo di .salvaguardare la pro– pria indipendenza ed originalità, è indispensabile che il no– stro partito prenda n tale riguardo il massimo d'iniziative e . di garanzie; per non dare l'impressione di -essere manovrato o di esser rimorchiato dal partit,o com~nista ». Dopo di ciò non era ,più impresa improba approdare alla moz'ione finale, unanimemente acolamata (riprodotta nella Documtmtazione). Essa segna la volontà di perse~ire un'a– zione indipendente, precisando nettamente la .posizione del Partito Socialista Francese rispetto agli altri partiti, circa le riforme strutturali, ii programma di governo, l''B.Zioneinter– nazionale, galvaruzzando le forze per cercare di uscire dalla semi-paralisi dei .governi di cCY,cliiione,pronto ad aS'Sumere

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