Lo Stato Moderno - anno III - n.17 - 5 settembre 1946

Abbonamento per un anno L. soo soc. An. Russo Editore - Milano Vl4 Meravlplt N. 1 - Telef. 81.911 conto corf'ente postale N. 3/30908 , • Esce il 5 e il 20 di ogni mese LOSTATO MODER ,. ORJ:.l'JCA. POL1T1.0A. EOONOMIOA. E SOCL1LE Anno III - N. 17 5 SETTEMBRE 1946 Una copia L 25 SOMMARIO MARIO PAGGI: Il mistero di un anno . pag. 385 ARISTIDE FOA: Mazzini, oggi. pag. 396 MARIO BONESCHI: Il controllo costituzionale FERDINANDO VEGAS: Principio di nazionalità delle leggi . )) 337 e nazionalismo (II) » 399 ANTONIO BASSO: Conferenza di Parigi 1946 » 389 GUIDO MORPURGO TAGLIABUE: Il liberali- NULLO MINISSI: Classismo spiritualista )) 390 smo demiurgico di F. Burzio )) 400 GUSTAVO PREDA VALI: Rivalutazioni moneta- • RASSEGNA BIBLIOGRAFICA . )) 402 rie (Conseguenze dell'instabilità del dollaro) » 391 RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA )) 403 ,L. L.: Le dimissioni di Corbino . » 392 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA )) 405 GUGLIELMO ARISTE!: La crisi del separati- smo siciliano )) 393 NOTE QUINDICINALI )) 407 . IL MISTERO DI UN ANNO 25 aprile 1945-2 giugno 1946: un anno o poco più. Eppure una situazione è trasformata radical– mente, uno slancio innovatore è infrenato, una pro– messa di vita morale è infranta, una ~-genera– zione è battuta con poche speranze di appello; si co– mincia con l'esplosione di Piazzale Loreto, si fini~ con l'amnistia; l'antifascismo è sconfitto; il partigia– nesimo parte dall'arco di trionfo e arriva nelle Corti d'Assise lasciate deserte dai gerarchi fascisti; l'Ita– lia è plaudita a Potsdam e vilipesa a Parigi; due ge– nerazioni si danno la mano sul sacrificio di quella di mezzo. Ce n'è quanto basta per scrivere una storia affascinante' e sardonica, malinconica e gargantuesca, meschina e spavalda, una storia da far paura e da far ridere, con uomini mediocri di buona v0lontà e una situazione da far impazzire un gigante, dove forse gli uomini sembran più piccoli perchè le cose sono di proporzioni disperate. Chi è quell'italiano cosi spietato e così lucido, così privo di speranza e pieno di compassione per la Patria che si accingerà a scri– vere la storia di quest'anno? Perchè è questa 'una realtà con la quale bisogna decidersi a fare i conti, se vogliamo marciare più rapidi e spediti alla nuova vita democratica del Paese. E c'è un'altra realtà con la quale bisogna decidersi a fare i conti; ed è il fa– scismo. Il fascismo è stato tanto odiato e così poco amato che gli antifascisti non riescono ancora a supe– rare una repugnan_za morale per esaminarlo intellet– tualmente, e i fascisti han trovato comodo farsi pala– dini della libertà sotto le insegne della Repubblica del 2 giugno. ,, • Ma il problema del fascismo ~ oggi meno urgente da risolvere del mistero dell'anno decorso. Quello era forse urgente risolverlo subito dopo la liberazione; era allora necessario guardarlo bene in faccia, nel suo significato politico·- -ehe non poteva non es– serci -, nei suoi resultati politici, nelle sue conclu– sioni sociali, nelle sue esperienze costituzionali, nei suoi tentativi economici, nella sua stessa megalo– mania, nella sua stessa inflazione di equivoco mora'– lismo, in cui germinava quel gran male della corru– zione, madre di un'infla·zione di costumi assai peg– giore della- inflazione monetaria. Se questo esame fosse stato fatto, e non con lo sdegno del successore scritto nei cieli, ma col preoc– cupato dolore del successore per necessità, molti er– rori sarebq_ero•stati evitati: da quello di una epura– zione votata all'insuccesso a quello di una politica estera puramente espiatoria e sacrificale, dalla dema– gogia economic;i al conservatorismo fiscale (le sinistre impongono alle industrie il mantenimento dei disoc– cupati e le destre si vendicano non pagando le tasse, col resultato· .che nè lo Stato nè i privati sono in grado di finanziare la ricostruzione), dal disagio di una moralità presunta alla tristezza di una immora~ lità in parte ereditata e in parte generata CO!Jle un'ombra da un'inflazione non ancora imbrigliata, dalla diagnosi di una situazione rivoluzionaria all'ac– certamento di una realtà conservatrice. Dunque, se non vogliamo andare ancora avanti alla cieca-,se non vogliamo ancora illuderci di andare avanti mentre stiamo tessendo il filo delle bandiere

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