Lo Stato Moderno - anno III - n.14 - 20 luglio 1946

LO STATO MODERNO 335 NOTE QUINDICINALI LA QUESTIONE ·DELLO SCBLESWIG Il Folketing, il Parlamento delil.a Da– n.ima~a, si è pronunciato, dopo \. 1 ln•• ghl dliba.ttitl, sulle dl.rett4ve della po- 1itica da seguire nei ri,guard.i del'la questione dello S:obleswug mertòdona– le con una riso1uznone che, accolta con i 97 voti di tutti i grandi partiti con– tro tre, a pairt.e le quindici astensioni da.I voto de.i deputati oorrumisti, sta a significare che !,! governo ha tutto l'appoggio del paese nel1a condotta di una moderata politica di tutela deg;i int.&€ssn danesi railla regione. Moderata perchè la mozione non, ha tenuto con– .to del pail't.icolare punto di vista de' presidlente del mirust.ri Ohrlstensen -pie! quale 11obbiettl'll'O finail.e è finc()l"pOra– :l'Jione,come del. desiderio dd altre cor– renti perchè venga tenuto l.llll plebisci– to sull'eventu.àil.e rlWllione a.Ua Dani– mail'Ca. La mozione appoggia i•l governo nei suoi tentat!Vi per assicut'ail'e, sulla base del diritto di autodeterm'i-na:cione, i pieni diritti civili e pold1llctper la po– polazione d11nese nello Sch!leswig del sud, compreso il diritto a,\· suo « pieno svd~uppo culturale e poliitico »; e<l essa sembra avere seguito con ciò molto più l'opinione moderata pl"OPl.lglOO,tadaj socialdemocratici. E' ruch'iesto poi l'al– lonitamamento dalla zona dei pro:fughl, attiirando l'attenzione degli alileati sui molteplici pericoli che ama lwo pre– senza solllO connessi, e si postula infi· ne che a,lil.a Danlmairca sta ct.atà la poo– sibHHà di partecipa,re «alle lluture trat– tative iil!ternarz:ionali per la tutela degli intereSSi danesi In ra,pporto a,lila futura sistemazione neLlo Sohileswd,g >. Ll dibattito che ha preceduto la vo– tazi'Olle aV'eV'a daJto modo a Rasmussen, il ministro degli Esteri, di ch!-ame B punto di v'ista del governo swla que– stione, esprimendo il rammarico che il governo bri~ix:o non 9.1sia attenuto agli impegni d,a esso assunti agli inizi di mag ,g.io , per i qualii al!,la popolazione danese dello Schleswig sarebbero stati concessi gli stessi dirl,tti ohe a4 ,resto della popolazione per quanto riguaTda la creazione di un proprio partito e la presenitazione di candidati propri. La minoranza. danese deve ottenere garan- 2iie per la libertà della propria J,ingua oosl come pe,i- l'~torabo, attivo e pas– sivo. L'afflusso enorme dei pil'Ofughi tende a snaturare Ll carattere originario del– la regione; il govemo danese -.esidtta espressamente che nessun tentativo .Per allontanarli da,hla sua lirootiera venga trascurato. Colll'affliusso di tr~– oentomUa pil'~i il numero deg:i a– bitanti de 'l.la , ~ 9.1 è quasi ratl.dop- pila,to; in ail.cune zone anzi si possono trovare più nuoV'Ì venuti che vecchi ahiùmti. Non ci sembra però che, andando le cose come stanno SJndSJndo, ci sia per ora molta spe,ra!11Z8 per un prossimo mi– glioramento ct,ella situa2li.one da pa·rte dlel governo inglese: la vicinanza ool Dan:aile di Kiel, la via d'acqua che ra– pidamente e direttamente unisce il Bal– tico col libero MJare del NOi!'d,determi– na tutta la sua politica nehla regiooe d(!fi'loJutiand teci=o, ed è evtidenteohe per le questioni che possano apparirgli secondarie rispetto a · quel problema pr ,in.di ,pale, eSl5IO è pronto a mettere in conto anche un certo rafflreddamento dei suoi rapporti con la Danimarca. QUESTIONI DANUBIANE Si può C()ll6tata,re tn generale come un am10 di ritaTdo nella convocazione die;– la• conferenza delJa pace abbia portato, oltre ohe ad un peggioramento della sl– tua7Jione economica, ad una ma•ggiore tensione dei rapporbi tra le varie ca– pdtaili d~lla Z01U! balcanioo-daaiublana. La diftico!tà delle comUllJica:ziioni,l'iso– lamento spiritua1e, e soprattutto le mu– tevoli ed indectre valuta2lioni ci!'ca i fu.tuTI rapporti tra le- grandi! potenze hanno portato i paesi danubiani ad es– sere cosi !in.certi ed u.nl ,J.aterali nel con– siderare i proliemi d,i pdl.i,tica estera, da non poter non colpi.re l'osservatore straniero. · Mentre nell'a-nno scorso molto si era parlato di un nuovo patto dii am!icizia rumeno-ungherese, gli attu,ali vdaggi del presidente del consiglio ungherese Na– gy a Mosca e negU Stati Undtl hanno contributo non poco a guasta,re i rap– porti tra I due paesi. GM ultimi tenta– tivi wigheresi, In veil 'i.tà un po' in ritar– do, tendenti ad ottenere una s.iia pure modesta revùsione delle proprie ~on– tiNe non. ~evalll.O non suscita-re una vivace rea2'Jione del governo di Groza. che considera proprio la rlconquìstata '11ransilvania come il suo più importan– te successo. Per quan~ alla conferenza dei ministri degli Esteri di Parigi la decisione sulla 'l1ransHvaallia rosse già stata presa agli ini z'i di magglio, dopo fa vds:ta d1 Nagy' a Washdngton (che tendeva pr!noipa,lmenite ad ottenere un appoggio per il risanamento della va– luta) regnava a Bucarest un v,i>Sibile nervosismo, chè l'Ungh.eTia aveva otte– nuto maggiori successi nel r,!a-llacciare buone re!a:liioni con le potemie occiden– tali che non la Romainia, che deve sem– Me sorbirn d'elle n'Ote d'alla Grnn Bretagna e daH"America per il conti– nuo rinvio delle ele2lioni. Ora però si dichiara u!ficia,Jmente che esse avranno luogo appena approntata la nuova leg– ge elettorale, verso la metà di settem– bre od i primi dd ottobre. A,lcuni min,i– st.ri hanno tenuto dei violenti discorsi per dichi811'llil'edeful.itiva la decisione presa a Parigi, ripOl'tandooi anche a de:lle dichla,ralllioni futte da · Molotov che !'Unione Sovdetica è solita mante– nere gli impegni assullJti. A ben guardare, è proba-bile che <li tali reazioni non ve ne fosse etfettivo bisogno. Le questioni territoriaili• nel bacino del Daaiubio paiono essere tutte defimtiv~mente regolate, in quanto che, ad ecce:liione della cessione della Dobrugia dalla Romania alla BuJgaria e per la quale l'accord~ di Craiova, li– heramente negoziato, mantiene intatto -id suo w-Jore, le grondi potenze hanno deciso di attenersi alle frontiere tra I · sin,go1i Stati quali esse erano alla fine del 1937. Il viaggio ora annunciato di Tatarescu a Parigi non è da intende– re che come una contromanifestazione a quello d1 Nagy. POLITICA BELGA Sllll)erate le più urgenti· e irnmedfa-· te questioni ec011omiohe e sociali ohe hanno tenuto agi<tiato il Belgio in que– sti suo! pruni anni dalla liberazione, 1,1 ~to ha potuto f!nabnente dedi~ care una parte dei suai la'V10r! alla futura liinea di condotta _politica che rispetto ad esse si impone. Il proble– tnJa tede5CO si è troV'ato naturallmente a.i primo posto, e oon esso la fissazio– ne del futnitro statuto m'ili-tal!'e e pold– t!.co del Be1lgio. Si è onnai imposto il pUlllto di vista che il paese, che nel corso di un quarto di seoolo è già sta– to due volte vùttima di una invasione te<lesca e ha subito ben otto anni di oocupazione stralliÌera, debba in futu– ro partecipare a.l.la vita intemazionl!le, abbandonando la sua neutralità. Il rappwto della Commissiooe sena– toria!e fissa poi per la prima V'Ol-ta chiaramente in sei punti le direttive ~lla politica bell,ga nei riguardi della Gennanda: evitare il riaMermarsi di una Germania così potente da potieT minacoian-e la pace; dlisarmo e distru– :mooe dell'appail'ato staume prussiano; costituzione di una repubblica decen– tralizzata e appoggio alle rvze pacifi– che e demoocatiohe; distacco deillla Re– nania e della Ruhr solo a condizione che 1a popolaz'ione locale sia d'accordo; intern.azionail:izzal'lione delle miniere e dell'LndtJstrda della Ruhr; mantenimen– to da parte del Consiglio dii sicurezza di una forza armata int..eniaziooal~ nel paese per 'butto il tempo che il Comi– tato det~i Stati Maggiori ~ N'azioni Unite lo riterrà necessario. Al momenito della Ubera~i'one iL fu-

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