Lo Stato Moderno - anno III - n.13 - 5 luglio 1946
306 LO STATO MODERNO RASSEGNA BIBLIOGRAFICA B. RIGUZZI-R. PORCARI: La coopeTa– zione opeTaia in · It.atia. Mi~ano, « La ;Naccola •, 1946, pag. 258, L. 350. A quanti si interessano di coopera– zione, ma soprattutto a quanti praticano la cooperazione, segna0iamo questo li– bro .cli importanza fondamentale. Già pubblicato nel 1925 e passato sotto si– lemlio per il non-con-formismo degli au– tori, due emeriti cooperatori socialisti, nonchè dell'editore, il libro conserva pressoché intatto il suo va,1-ore, dopo l'esperienza fascista che dell'azione coo– perativa segnò Wl ristagno, non fos– s'a,ttro che per la mortificazione del ca– rattere sociale e solidaristico di quella coscienza cooperativa senm la quale la Coopel'azlone tra'liglJla. La· densa opera, dopo alcune pre– ~sse generali s~i aspetti sociali e politici della cooperazione, sui rapporti tra coopçrazione e azione sindacale, e sui rappÒrti tra cooperazione ed ammi– nistrazioni stataU, tratta molto dift\usa_ mente dei tre aspetti fondamentali del– la cooperazione: la coperazione di con– sumo; la cooperazione di produzione e di lavoro; la cooperazione ag,ricola. Sa– rebbe completamente fuori strada chi si attendesse l'esposi,z;ione di prdncipii teorici o di astratti conslg,li. Vi si ana– lizza invece, con acuta coscienza cri– tica, Ja con.creta esperienza dei vari aspetti della cooperazione italiana, nel suo lungo e complesso divenire prima dell'avvento del fascismo. Tuttavia non si tratta d'altra ,parte neppure di nar– razione storica o di documentazione statistica. Gai autori individuano e si soffermano su talune maniresfazioni e talune espeI'ienze particolarmente si– gnificative; e assai .più che neH'intento di trarne vanto, con quel~o di speci– ficare difetti, deficienze ed errori della nostra cooperazione. In tal ~u:isa, e proprio perchè impo– stata a conquiste posLtJive e ad espe– rienze negative, a trionfi ed a batoste, piuttosto che ad una corrispondenza a principi ·dottrinari, quest'opera è ricca di ammaestramenti, i;peoie per i coo– peratori vecchi e nuovi. Problemi es– senziali, come quelili del dimensiona– mento del'lé 1mprese, deJ rimedio al• l'eccessivo frazionamento, deNa man– canza di diretti ve organiche, dei rap– porti con gli istituti di credito, del moltiplicarsi delle inizi:ative, ottengono nuova luce e nuovo vigore da questa spre,g,iudicata anallisi di esperienze com– piute. Ed og>gi ch·e di konte a problemi capitali ~ la democrazia, come la .ri– forma agraria, Ja cooperazione riprende tutta la sua im:portanza, diventa un'esi– genza critica, strondatrice ad un temp0 di miti illusori e di facilonlstiche im– p,rovvisazioni, il valu,taire, ad esperien– za latta, quaLi sono in .realtà possibilità limiti, impulsi ed ostacoli dell'azione coopera tiva. BONESCHI M.: Da.Ila liberazione aUa libertà (I.dee per Wla Costituzione). Parma, ed. Guanda, 1946, pag. 110, L. 85. VorfeJJlffiO che ogni deputato atla C0- stituente leggesse questo libercolo del nostro collaboratore ed amico. Titolo infelice a parte, è una piana, densa e concretissima esposizione dei fonda– n\en tali ,c,ompi ti e degli essenziali pro– blemi che dovrà atmronta,re la Costi– tuente. E' un bagno di realismo, e, non fosse il past.fccio, vorremmo ,dire di rea– lismo realLzmtore, salutare dopo tanto mitica attesa e tanto mi•tica predica– zione. « La ricetta per la buona costi– tuzione non la conosce nessW10 • ,. conclude il Boneschi -. « Se fosse per– messo dare un consiglio ai nostri fu– turi legislatori direi che è necessario conoscere bene i difetti ,d'ellpopolo pri– ma di .dargili un ordinamento i:,olltico. ... La retorica ,il confusionismo, la cor– ruzione, l'irrequietezza senza costrutto, corrodono e guastano anche le migliori istituzioni, specie quelle che ingenua- , mente non tengono conto delle cattive inclinazioni d'ell popolo e non le pre– vengono ... ID buon legislatore deve sa– pere dove le inc!.ina:1lioni del popolo potranno piegare le buone norme oo– stituziiona!i •· Con questi cautalari intenti, l'A. do– po aver delineato i caratteri delle co– stitlLZiÌoniottocentesche e svolto una brillante critica storico-giuridica 'dello statuto a1bertino, affronta H tema delle essenziaH riforme costituzionaOi. Egli è persuaso che il fondamentale prinoipio democratico d~a separazione dei ~ leri a·bbia superato la prova, ma rico– nosce che la traduzione del 4)I'incipio in una formula gi.Ul1idica ed in un raP– porto politLco è questione di non facile soluzione. Le magg,ior,i d•ifficoltà si in– contrano sul terreno d~l potere aegi– slativo. Del Parlam~nto si è vista la funzione preininente, se non unica, neJ:l'atti'Vità legislativa, (ma la sua com– plessità in uno Stato moderno è ormal atfrontata con tanta lenteZ1Ja e fatica datlle Camere che l'A. prospetta l'uti– lità di nuovi' organi legislativi, con specifiche competenze tecniche, affron. tanti la materia oggi sbrigata con de– creti ,gover.nativi), mentre la maggiore 9\la importanza sta nel controllo poli– tico sul governo. « La ragion d'essere ctei parOamenÙ non risiede tanto nel– l'introdurre la~ democrazia nella leg:i– slaz'ione,1quantonell'dn.ù:od.urre la demo– crazia nel governo•· L'esigenza di non rovesciare sul Parlamento tutto 14 la– voro legislativo, anche dove è più mi– nuto, contingente e di ordinaria am- ministraizione, appare all'A. tanto i»ù viva in quanto a,l Parlamento assegna il compito di statuire i piani econo– mici, dei qu:ali uno Stato moderno non può fare a meno, ~e ,in un regime deficitario di risorse e di q<isponibilità. Vero si è che questi piani s'impostano a premesse che non possono non venire elaborate che da speci1:ici organi tec– n•ici: ma la discussione e la redazione defiinitiva de.i piani ha ,una (POl'tata po. 1itica gea1era•le che solo un "organo po– litico può affronta['(!, Circa la struttura del Pardamento l'A. è fautore di una seconda Camera, non già più conservatrice de!Jla Camera bassa, ma meglio in grado di esprimere una democratica ponderazione e la con– tinruità politica. Ma a,ppunto '1)el' questo una seconda Camera deve esser costi– tuita con un diverso orHerio. Scartato risolutamente, sia in iforma diretta che indiretta, il criterio organico-corpora– tivo, in rappresentanza di categorie e di istituti, l'A., che pure è tra i più fervidi regionalis1Ji, 1110nsi mostra af– fatto entusiasta per una rappresen– tanza regionale in q)tanto le •regiòni diventerebbero entità politiche laddove d'evono restare orgarusmi amministra– tiVi. E propende per un corpo eletto– rale ristretto, formato da<icittadini che partecipano alla vdta deil paese in po– sti di responsabLld,tà, pur non esclu– dendo una paI'7Jiale i•110Jusionedi mem– bri di .diritto. Concludono l'agile saggio le tratta– zioni di due dei più scabrosi problemi che la Costituente dovrà affrontare. Quello delle autonomie locali, dove !'A., pur propenso ai più vasti sviOuppl re– gionalisti nel campo dell'amministra– zione, ammonisce che gli indil;izzi fon– damentali in politica economica e so– ciaJe debbono essere unitari per tutto il Paese, e quello de1la Corte di Costi– tuzionalità, di C'Uil'A. è reciso avver– sario, ritenendo che contribuirebbe ad addormentare la vigilanza del popolo ed a rafforzare la sua tendenza al di– sinteresse verso la ditesa dei suoi di– ritti. Egli infatti opina che un organo del genere, infelice ibrido di giurisdi· zione e di politica, vedrebbe tramutare le questioni di legalità in una palesl'NI di attacchi contro 11 Governo, mentre « più che di fu'eno alle illegalità la CoI'te sarebbe di inceppo alle attività governative•· Non abbiamo accennato, e in modo estremamente sommario, che ad alcuni dei fondamentali problemi costituzio– nali sui quali l'A. porta la sua atten– zione: e noi) altro che per dimostrare come essi corrispondano a quelli es– sellZliali che dovrà affrontare la Co– stituente. p. ,.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy