Lo Stato Moderno - anno III - n.11 - 5 giugno 1946

Esce il 5 e il 20 di ogni m~e. LO STATO MODER ORITJ.CA POLJTJ.OA EOONOMIOA E SOCIALE Anno ID· N. 11 5 GIUGNO 1946 Una copia L 2U SOMMARIO MARIOPAGGI: Volti all'avvenire . ANTONIOBASSO: Dopo la conferenza di Pari• gi. Storia del Consiglio dei Ministri degli E,teri . ADOLFLOOS: Il seUaio . LEOVALIANI: Italia è Francia . . . . GIULIANOPISCIÌEL: Il giuoc~ è ai tre gran.di VJTTOR: e La Russia e noi» . VITTORIO ORILIA: La Vàndea . SANDRO MIGLIAZZA: Problemi univeraitari VITTOR: Anticon/ormumo EMANUELE FLORA: L'autogoverno..della Vene– zia Giulià e lo 1tatuto delle minoranze etniche pag. 241 » 243 .• 244 .. 245 » 246 » 247 » 248 " 249 » 250 )) 251 L. L. :Pas,ato ·e /uti:ro . pag. 252 AMBROGIO GADOLA: Ri,anamento dell'indu- ,tria e rico,truzione edilizia . .. 253 SILVIO POZZANI: Blocchi, Federazioni, Unioni doganali (e una propo,,a concretà) » 255 EMILIO TACCANI: Controllo dei nuovi impian- ti. Vicende di una di,ciplina di perra . " 257 NINO PITTALÙGA: Le conaeguense economi.- che delle elezioni . » 259 RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA » 260 RASSEGNA DELLA STAMPA IT ALUN A . • 261 NOTE QUINDICINALI » ~63 VOLTI ALL'AVVENIRE La storia d'Italia ha dunque subito quello scrol– lone che era atteso da molti, paventato da moltis– simi, volÙto da pochi. La Monarchia se ne è andata, è nata la Repubblica. Il risorgimento è veramente fi~ nito. Non si tratta di una frase retorica. Quel periodo della storia italian1 che comincia con le invasioni delle armate rivoluzionarie francesi e si chiude con la breccia di Porta Pia, ci aveva Ìasciati in eredità il problema istituzionale. Molti afféttano di ritenere che.la qùestione morale ad esso connessa fosse coeta– nea del fascismo, nata dalle sue date, e dalle sue tappe, 28 ottobre, Matteotti, ·Amendola, 3 gennaio, 10 giugpo e via dicendo. No, fosse stata cqsì recente, ancora e soltanto intrisa di cronaca, sia pure dirotta. e sanguigna, non sarebbè forse stata - come è stata - l'arma·· fondamentale impugnata ,dal popolo italiano il 2 giugno 1946. In realtà sin dalla fine del settecento i « galantuomini " meridionali si accorsero che la repubblica di Mario Pagano valeva più di una monarchia di lazzaroni, come sin dal 1821 i borghesi settentrionali compresero che la parola di un re po– tev~ portarli 'alla forca in nome del re. E' dunque un'antica « questione morale», e, quel chè più conta, non investiva una famiglia, investiva l'istituto. Ora questa questione non c'è più; anche se al momento presente non è dato sapere se si costituirà in Italia un partito legittimista. ' Ma anche in,questo caso il problema lo si porrà in modo diverso; non sarà tanto cioè un insorgente sen- timento popolare, magari irrazionale, forte appunto • perchè irrazionale, a combattere un istituto; s~ranno forze politiche che combatteranno altre forze politi– che, sai:-àla vecchia Italia a fare il processo alla nuo– va Italia, saranno le situazioni a mettere alla prova la classe dirigente che, almeno parzialmente rinno– vata, è chiamata a dirigere lo Stato repubblicano. In altre parole non ci sarà più un problema· mo– rale, non ci sarà più· la molesta sensazione - e anche qui, vera o falsa non importa, dal moménto che ·esiste ed esistendo opera .:._ di un processo sto– rico incompiuto; ci sarà soltanto un giudizio politico, e la Monarchia la si potrebbe domani riproporre agli 'italiani salta o a seguito di un clamoroso fallimento • della nuova classe dirigente. Ed ecco che il discorso ci porta alla vaiutazione dei resultati della Costituente, com'è giusto se la sto– ria è storia degli uomini, e 1 la caduta della Monarchia intanto è un grande evento in quanto sostituisce - a o in quanto sostituisca - a vecchi· gruppi, a vecchi interessi, a formazioni cristallizzate, gruppi più gio– vani e più vivi, interessi più aperti e moderni, for– mazioni più sciolte, più agili, più capaci di interpre~ tare il vasto dramma della vita contemporanea. E da ,questo punto di vista non tutto il risultato elettorale convince e conforta. C'è prima di tutto la grossa vittoria dei partiti di massa; pr,evisto, ma non in queste proporzioni. Oltre il 75 % degli itaUalli ha dim<>l!~f~W che il coQ.fo,rm,l ...

RkJQdWJsaXNoZXIy