Lo Stato Moderno - anno III - n.10 - 20 maggio 1946

226 LO STATO MODERNO Se questa soluzione non si volesse accoiliere o si vole;;– sero vivificar• queste trasmissioni, ad es. rendendole un commento ai problemi ed ai .dibattiti che via via andrà svol– gendo la Costituente, allora sorge un .delicato .problema sulla loro distribuzione. E' elementare canone democratico, che deve però essere adottato ed applicato con assoluta infles– sibilità, che tutti i partiti democratici (compreso il partito monarchico in regime repubblicano) possano far sentire la loro voce. Soluzione questa che, a esperienza fatta, è più facile dirsi che appl,icarsi. Si deve senz'altro accordare di parlare a tutti. quelli che lo chiedono in nome di un pair– tito o gruppo o programma politico? .Dio scampi! E' diffi– cile immaginare quanti cervelli balzani o squinternati va– dano immaginando part,iti e formazioni politiche, magari composte .di due o tre persone, naturalmente elaborando ponderosi programmi politici. E si può star certi che, con– cedendo una simj]e indiscriminata facoltà, iniziative di simil genere_sorgerebbero .come i funghi, solo per dar adito di far sentire alla radio la propria voce. L'ammissione al mi– crofono deve subire un vaglio il quale non .può essere nè quello della serietà programmatica nè quello di una rag– giunta consistenza di partito, ma sdlo la dimostrazione di avere raggiunto un minimum di forza politica. Ossia di essere riusciti ad ottenere almeno un seggio alla Costituente o al Parlamento, o, vol1mdo largheggiare, di averne almeno sostenuto la relativa campagna elettorale. Ma questo non basta. Bisogna affermare e ribadire (poi– dhè certi critici attuali non sono affatto incoraggianti) che tutti questi partit>i devono essere ammessi a parlare su di un assdluto ·piede di parità. Occorre vedierè consacrato ·il principio di un rispetto delle minoranze che potranno di– ventare le maggioranze di domani. E non ammettere al– cuna .preferenza come numero, frequenza o durata di tra– smissione a f.avore di questo o quel partito per il fatto di avere un maggior seguito numerico o per aver riportato un maggior successo elettorale. O della radio (che è servizio pubblico riguardante la total'ità dei radioascoltatori) non ci si serve ai fini delJ,a propag~nda politica di partito, o, se lo si fa, giustizia vuole che lo si faccia con una piena parite– ticità e imparzialità. Questo deve dir-si soprattutto in occasione di future campagne elettorali. RUBRICHE SPECIALI. - Il criterio di apolitica im– P'arzialità che deve presiedere !1Ha radio, impedendole di diventare strumento di propaganda a favore del .Governo o dei parl!iti a'I Governo, impone ormai, ad un anno daUa liberazione e abbandonat>a ogni base di C. i.. N., la elimi– nazione delle rubriche assegnate all' U. D. I., C. I. F., A. N. P. I., ecc. Esse del resto ,rimpolpano un esiguissimo noti– ziario con una faticosa amplificazione pseudo-amstica e para– propagandistica, di gusto dilettantistico e dj valore radio– fonico assai discutibile. La radio ne acquisterà in dignità e in lipertà, rispondendo d'altra parte al diffuso desiderio della soppressione del « parlato » che è, tecnicamente, ec– cessivo. Nè temano, gli enti interessati, di compiere un gra– voso sacrificio: agli effetti della propaganda queste loro tra– smissioni sono· assolutamente contro-operanti. E capiscano, d'altra parte che la radio non si può aprire a tutti gli enti, club, associazioni, gruppi, ecc., di ogni genere e specie che tempestano la R. A. I. di richieste di poter far sentire anche la loro voce. L'unica di queste rubriche che mi sembra legittimo conservare, riducendola a notiziario, è quella della Camera del Lavoro, che <4,1 resto anche oggi è la più discreta e seria. RITRASMISSIONI DI MANIFESTAZIONI. - Infon– do 'alludere, naturalmente, alle ritrasmissioni di manifesta- zioni che abbiano carattere politico: congressi, riunioni di partito, discorsi politici di uomini di Stato, ecc. In quanto non abbiano portata nazionale e carattere ufficiale, ossia non siano comunicazione che il Governo intende dare come tale, opinerei per una radicale eliminazione. E' troppo" fa- • cile, in questa delicata materia, creare privilegi, preferenze. o addirittura soprusi. Capisco che proprio' queste ritrasmis– sioni sono tra le meno urtanti, perchè rispeccruano un evento effeM:iv"o (ma guai ,se la -radio dovesse -affannarsi a captare il discorso del ministro tale o del ministro tal altro, con con– tinue esclu~ioni e omissioni). Ma ),a democrazia è fatta an– che di 5crupolo di non volere esorbitare, approfittando della propria importanz:r. Questi criteri, che non sono poi neppure soverchiamente sovvertitori delle tendenze che, con molti tentennamenti e molte resipiscenze, e soprattutto con troppi divarii regic– nali, è andata sviluppando '1a R. A. I., mi ,sembrano quelli essenziali per garantire alla radio, quando otterrà, come do– vrà ottenere, una regolamentazione giuridica, I-a debita im– parzialità. Come c'è una lib@rtà di stampa da conquistare e da difendere, c'è pure una libertà della radio, che via circo– scritta, affermata e c.'Onsacrata in precise disposizioni, che possano assurgere a tutela di democrazia, GIULIANO PISCHEL Fattì personalì Cosa 11edireste di gente che intitola un trafiletto « Fatti personali » e poi comincia così: « I fatti personali non ci in-. teressano in se stessi perchè rie1itrano, per loro ·natura, nel campo dei pettegolezzi dai quali noi intendiamo tenerci lon– teni. E carità di patria vorrebbe che non se ne tenesse conto ». Direste certo: ma che brava gente, che gente seria onesta obbiettiva, e soprattutto amante della patria. Veri cittadi7li allà De Amicis insomma, cli cui quest'anno appunto cade il centenario e che è bene onorare con seri propositi e buona volontà. Senonchè,- continuando a leggere, la dolce e com– movente onda clei bei pensierini si frange, proprio al punto in cui abbiamo lasciato la citazione, sul solito « ma •· « Ma essi sono spesso indicativi di certo costume che va combat– tuto anche sul terreno letterario e, culturale, e solo ';i questo fine (... ma come sono bravi, ma corrw sono seri...) riprodu– ciamo ,una parte della risposta di NataliTU?Sapegno a Luigi Russo». E qui segue la citazione di Natalino Sapegno. Ma (eh, sì, un altro «ma» ci vuole) segue anche una domanda: perchè questa gente così. seria, così obiettiva, cosi serena etcetera etcetera non ha riportato anche la tesi cli Luigi Russo? Per gente così lontana dai pettegolezzi non è veramente un parteggiare troppo scoperto, e troppo cli quel certo costurrw co1itro cui è così bello scagJiarsi e èli cui è così comodo rivestirsi? Gli amici della Fiera Letteraria (anno l', n. 4) non se n'abbiano a male, ma il costurrw è il costume,' e non è le– cito giocare al giudice imparziale e dar poi la parola sol– tanto ad una delle partì. VJTI'OR

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