Lo Stato Moderno - anno III - n.9 - 5 maggio 1946
LO STATO MODERNO 213 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA Io torno al Congresso Socialista n Congresso socialista di FJ.renze ha suscita1to a•lmeno tante reaZlioni quante . erano le tendenze che vi si fronteggia– vano, e qualcuna di più: com'era natru– rale, poichè ogni i;pettatore di altro partito aivrebbe ben voluto che la ten– denza da lui prediletta trionfasse e oscurando le altre trasformasse il Par– tito socialista in uno strumelllto o in un collaboratore della sua politica. Cosi nessuno è rimasto veramente soddi– ,f~tto, e forse non lo saranno neanche t socialisti che votarono per la mozio– ne Idi base, nè la Di.rezione nuova del partito, perchè sa ormai .che· non ha più in mano un partito docilmente uni– tario, ma un partito veramente vivo, 11 quale, quando punterà sul motivo operaistico, saprà di non poter dimen– Licare che operaio non siginifica tanto una determinazione classista, o soltanto una dete»minazione c:lassista, ma si– gnifica jn genere >lavoratore; e che sotto questo titolo si.mbolico H tema opered! stico richiama a sè la difesa di ogni ceto che vive di lavoro, in un senso let– terale che sorpassa anche quello del mangiare grazie al sa'larid ottenuto col proprio Javor-o: cosi che il Partito socia– lista si avivia ad essere, se la sua Di– rez'ione pol!itica non faJ1irà, ili vero grand? partito della Democrazia ita– liana. E' chiavo perciò ohe a noi non sembra se non eminentemente tattica la posizione del tema operaistico in senso stretto, quale è stata sostenuta polemicamente -dai comiunisti nei con– fronti del Congresso socialista: tattica, e insieme giustificata dal fatto che i ceti medi sono molto più lenti ·a·ct orientarsi come categoria politico-socia– le di quello che ,non lo siano appunto gli operai. ll punto di vista della tesi operaistica in senso stl!-etto, che già, in seno al P.5.I. era stabo espresso, con attenta sollecibudine, da Lelio Basso, risuona nel modo più chia.ro neU'arti– colo di fondo dell'Unità del 19 aprille, • Resurrezione mancata», ov.e si paJesa la seria preoccupazione che una ten– denza antimarxista, .rappresentata da Saragat, possa inCl'inare tutta la fun– zione del Partito: ' • L'a.vvenire de! Partito socialista, come partito deUa <:lasse operaia e dei lavoratori, dipenderà, in gra.n parte, da.!le oa.pacità di -r-esis tenza. che esso most-rerà di possedere e di svituppa-re ccmtro questo pericolo che lo minac– cia dall'interno e che -ra.ppresenta, a nostro giudizio, l'elemento più d-ra.m– matico de! 24• Congresso di Firenze. Non si deve commettere •l'errore di -ri– tene-re che questo tentativo di far pe– netrare a!!'inte-rno del movimento so– cialista 1.ma ideologia. e una linea po– litica eit-ranea al movimento operai• interessi eso!usiva.mente il prob!emà dei ra.pporti contingenti tra. Partito so– cialista e Partito comunjsta: interessa invece ~ problema ,del movimento ope– raio ita.!iano nel. suo insieme, in quan– to esso non mina.ccia soltanto di osta– colarne il iprocesso di unificazione - che è, del resto, fonda.menbale per il suo successo e per ,la vittoria conseguente de!!a democrazia in Juùia - mia mi– na.ccia senza dubbio di devia.rio dai suoi obiettivi politici e storici». Questa posizione deil problema, che non condilV'idiamo, è tuttavia della più a,lta importanza, sia in sede teorica, che in sede pdlitica. J.n sede teorica, essa afferma che la democrazia consiste e dipende dall'unità del!la classe operaia, raggiungibile da una ,politica di par– tito che non deflletta da un rigido mar– xismo. Noi di-ssentiamo, perchè ;non crediamo che il metodo democratico ammetta <ii essere·tiÌppresentato e di– retto da una sola classe del popolo, irregim~ntata su basi unicamente eco– nomiche, così da costituire, entro il po,pdlo, una « massa » di battaglia (a proposito di massa, sono ammit"evoli Je parole pronunziate a Torino da .Brosio: « .Tutti quelli che si -rifiutano di pen– sa-re in massa, di prega.re in massa, di divertirsi e di -riposare in ma11sa,perché sanno che que,sto !i poTterà a.nche a mori-re in ma.ssa, non ipossono non sen– tirsi democratici e w,erali »: v. Opi– nione del 16 a,prille) che tende ad im– porre, con manifèstazioni co!Jettive, il proprio punto di vista su que!J·o di a•ltri ceti e cenwi spirituali di un popolo. Il che non significa ohe non sia per.l'et– tamente democratico l.'organizzarsi dei ceti operai a tu.tela dei 1oro interessi economi.ci , i quali, appunto perchè sof– ferti nelùa fame e ;nell'iumi.Jiazione, sono interes"si ,più che materiali, ma sem– pre mora,li, sempre mossi da un po– tente bàsogno di d).fesa dellla perso– na1'i tà umana: senonchè, appunto quan– do di ciò si a'b'bia coscienza, nasce il li– mite del concetto di operaio, deJl'iuomo ridotto a•!Ja sua ~unzi-one tecnica; na– sce il rispetto di ciò che non •è esclu– sivamente tecnica, ma spirito d'inven– zjone, di iniziativ>a, di cultura; ricono– sci~ento della necessità di coesistenza di classi che non sono di operai, ma tuttavia egua!lmente di lavoratori: quei ceti medi appunto che il socialismo ha _oggi tutte le ca-rte ,per indtrizzare a sè; il che sarà portato a fare, distinguen– dosi dai comunisti, costrettovi dai co– munisti stessi (e qui è !\importanza po– litica del!la posizione comunista), quasi da una vis a tergo, come bene ha vi– sto il Bonomi, in un ·buon articolo di cone'lusione sul Congresso di Firenze (« L'eredi,tà con.tesa•, nehla _Nuova St&m,pa, del 2i aprile). Il Bonomi pensa. che la scissione tra socialisti e comu– nisti, nonostante l'aiffermata unità d'a– zione si.li} terreno tattico-elettorale, sia già in atto, apPunto perchè sussistono giustificatamente i due partiJti: iii che costituisce la grande di'.f\ferenza tra la situazione odierna e queHa del 1921. Questa dualità • per ora non produrrà a!Lcwna.novità di il'ilievo. Non si wm– pono i 1Vincoli in periodo elebtarale e quando c'è un fine icomune da rag– giungere, qua.Le è queUo deUa !nuova forma istituziona.le deh!o Stato. Ma su– perato questo periodo, chi ipuò esclu– dere 'Che sorgano .s·itvazioni politiche ii,n cui !e divergenze a.cuite possano por- 1re g!i uni !Contro \{JM altri? ... In tal caso ,non ,si potrà più pa-r.Lar-edi scissione, e quindi invocare ,contro 'di essa. il dogma de!!a unità pro!eta.ria, ,giacché la scis– ,sione è già in atto ,con fa ,coesistenza dei due diversi ,partiti. Piuttosto è da prevedere un fl'WSso idi elementi .dlll– J'uno aU'a!tro partito, e oo!!',e,ste-rno al– t'interno di ciascun !P(l-rtito ... Si verifi– ~herà· così, in un tempo più o meno ,Prossimo, gli effeUi di queL!a. vis a ,tergo che operò nei primi decenni del secolo una tra.sposizione dei classici ,partiti ita.!iani. AUora le affermazioni vittoriose de! socialismo, agendo a ter– go della vecchia. democrazia -ra.dica.!e, la sos,pinse a.d essere un (Partito di .go– verno. Ora. il comunismo, sospingendo il .sociallismo a prender.e wna posizione più stret~ente aderente aJ.le éli tes operaie e à1 ceti medi, conwibuirà a creare una. democ-razia socialista. che potrà ese-rcita.-re la. funzione di partito .memo, decisa.:mente orientato verso le grandi fina,lità sociali,. ma imbevuto de! metodo liberale e democratico»; è pro– babile che in quel gi011I10' (per l'avvento de.I quale occorrerebbe. forse che Nen– ni fosse promosso ad una funzione idealmente più elevata e reaJmente ineffi'ciente nell Partito, se la fantasia organizzativa di Saragat saprà inven– tarne .una, come a Fi<renze all'estrema vigilia de1la chiusura) i m:inori 1 movi– menti democratici perderebbero Ja loro ragion d'essere, e prima di tutti, se fosse nettamente democratico, quello wesieduto da,! Bonomi stesso insieme aii Tre Grandi. La previsione d)el Bo– nomi vade dunque piuttostò come au– gurio di un'evoluzione che chiara-ebbe dec{samente Ja situazione politica ita– liana. Giacchè indubbiamente la posizione • marx-istico-comunista e quella demo– cristiana, specie dopo l'arth:olo chiartfi– catore con cui :Oe Gasperi ha risposto a Togliatti, rimane decisame~te quella di un'opposizione, su.Jla quale non deve
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