Lo Stato Moderno - anno III - n.9 - 5 maggio 1946
LO STATO MODERNO• 207 e da molti altri astri minori c:lelsindacalismo comunista; ai• socialisti; allo stèsso De Casperi. :W assai probabHe che sia; comunque, mantenuta. Ma a leggere fra le righe, vi sono talune di codeste af– fermazioni principali, limitate e forse svuotate di ogni si– gnificato, ,per effetto delle proposizioni dipendenti e ·subor– dinate. Se De Casperi afferma, ad esempio, che egli è fedele all'unità sindacale, a èondizione, tuttavia, che la Conflavoro non risulti « subordinata » a programmi e a direttive di par– tito; e ehe i rappresentanti dei democristiani assumano « una figura loro» rispetto alle altre correnti del movimento sin– dacale, asserisce, forse, qualcosa che nella situazione di fatto ,ira esposta possa concretamente realizzami? O non vagheg– ~ia piuttosto u'na situazione futura, nettamente diversa, nella quale una nuova Conflavoro non abbia più alcun rapporto, RICORDO DI KEYNES Les dieùx s'en vont. E veramente Keynes, repentina– mente scomparso qualche giorno fa, fu un dio nell.' olimpo degli economisti. Un dio, se vogliamo, rivoluzionçrio, in quanto rwn si .aocontentò di rifi,nire, perfezionare le vecchie e tradizicnaU'teorie dei dassici; ma tali teorie riformò per adegua,,le ai nuovi tempi, ca:ratterizzati, specie dn:po la con– olusione _della prima guen-a mondiale, da profonde modifi; cazioni wutturali nell'apparato economiiCo. . , Keynes se ne va stremato da wn lungo ed assillante ià– voro. EgU, infatti, rnm fu· soltanto un economista cattledrati– co, cioè parlante ad un ristretto pubblico di 5'1)eCÌatisti, ma miche un eronomista politico, cioè pa~loote a vaste cerchie di persone, ansiose di ri{:evere direttive sullo ricostruzione del suo paese, oggi__ più che mai legato a qu&la mondiale. E' no– to, infatti, che Keynes solo da poco tempo -eraritornato da.gU Stati Uniti dove ·aveva negoziato, .neJJ'ambito degli accordi di Bretto11Woods, un prestito di 4.400 m.iwni di dollari ck– stinato a rimodernare lo strumento produttivo i11glese al fin-e di porl,o in gr<u:Ù'J di sostenere la co,u;orrenza internazionale. Caratteristica essenzi:ale del ,carattere di Keynes fu la spregiudlcatezza. Caratteris:tioa essenziale di!ll' insegnamento di Keynes fu la sua at>t:iersione al,le « icke ri.oevtde », Di que– sta spregiudicatezza e di questa avversio~ diede più volte conc,-etb ·esempio. Comi11eiò nel 1919, quando si dimise da un alto posto ufficiale nella. Conferenza di pace di Parigi. per poter liberamertte criticare le clausole economiche del trot,. tato di Versaglia. . Queste cri.pichesono contenute nel volume: Le conseguenze economiche della p;ice. Più tardi fu facil.e a tutti ripetere le icke di Keynes. Ice, cioè, che la Germania non avrebbe pagato, che il mondo ecorwmico è un ttJtto uni– tlu'io e che bisogna rpreoocuparsi, nella redazione dei trattati di pace, di questa sostanziale unità. Ma nel 1919 Kèynes era solo a dÌl'e queste verità. Più tardi, nel 1925, la Gran Bretagna commise il pec– cato d'orgog&, di rivalutare la 19te,<l,ma sino a riportarla allo stesso cont1myto aureo çJle.aveva nel 1914. Fu peccato d'or– gog_lioperchè prevalentemente ragioni di pr~igio nwneta– rio c011sigliaronotale rivalutazione. Keynes si oippose a que– sta operazione perchè aveva ben chiare in mente le modifi– cazioni strutturali che più rwn permettevano l'automatico gioco del tipo aureo tradizionale. Iinvano Keynes mise in guardia circa._ ie ripercussioni che tale misura rivalu:tatrice avrebbe avuta s.ull'economia in.tema della Gran Breta.gna e sul traffico di esportazione. Sootartto nel 1982 .ci si accome che Keynes aveva ragione. E fu l'abbandono del, ,tipo aureo_ tra- .. nè diretto nè indiretto, con i così detti partiti politici; ed in particolar modo non sfa strumento nelle mani dei comunisti? Per pronunziarci sull'atteggiamento dei socialisti, atten– diamo gli atti ufficiali del loro recente con·gresso. Ma già, dai resoconti s·ommari, appare come la loro affermazione prin– cipale, sui vantaggi dell' « unità » sindacale, sia costellata di « se » e di « ma ».. Due sui tre firmatari del patto d'unità ne desiderano, dunque, la modificazione. Prendiamone atto. Forse la Conf– lavoro manterrà il monopolio suo, di rappresentanza delle forze lavoratrici. Forse lo rafforzerà in conseguenza della nuova 'legge sindacale: se, come ora sembra chiaro, dopo il discorso del Gonella al Congresso democl'istiano, ci si avvia ancor una volta verso il sindacato uni&i obbligatorio. Ma sarà un'altra Conflavoro, nella sua struttura. E fors'anche, pel bene d'ognuno, n?lla sua p'blitica. MAURO FERMAR dizionale iccn l'instaurazione di un sistéma monetario l>egato, è vero, ancora ali'oro, ma guidato 'da strumenti più agili come il Fondo di egualizzazione tlei cambi. Più tardi ancora, e qui riferisco solo alcuni caratterisiici aspetti del suo andar!) contro contente, vide con occhio be– nevolo la fine del « lasciar fare » e, horresco referens, anche la sistemazione autarchica ~ oconomie di alcuni paesi. Durante questa guerra, per incarico della tesoreria britanni– ca, tpreparò un progetto per la sistemazione moneta11iamon– diale, basato su compensazioni uni'laterali con una moneta di conto, fl « bancor • legata elasticamente alJ.'oro. J.l suo pro– getto si &contrò con quello \Statu.nit1!1:!fe del. White: e da1la Conferenza di Bretton Woods nacquero istituti che rwn md– to conto tengono deMe idèe keynesiaine. Ma non è detto che il futuro non mostri che Keynes, anche questa volta, aveva ra.gione. L'insegnamento scientifico di Keynes è particolarmente contenu:to in due volumi: Trattato della moneta del 1929 e la Teoria generale deJ-l'occupazione <leloJ'interesse della mòneta del 1986, Non è facile, evidentemente, qui dare anche una paJlwa .idea dei 0011eetticontenuti in ,tdli volumi. Comunque A si può dire così: non esiste tra rispar,mi ed in-vestimenti quei- · l'automatico riequilibrio rtradizjonm,mente operato dal saggio dell'interesse. Onde squilibri neJJ'oooupazione deN:a mano d'opera. Pef'Ciò necessità di una poliUoa finanziaria che a.ysi, curi un sufficknte qtUmtrtativo di nuovi investimenti per dare lavoro a tutti. Lo strumento monetario ha ampio gi()CQ in queste manovre del .nwrcato- dei ·capitoli e ·del :Zavoro, Le idee del Keynes sono state volgarizzate dal Beveridge. I mi– nistri deJle Finanze, .invece di mirare alJ.' eterno pareggio tra entrate e spese dello stato, debbono spendere senza esita– zione il necessario per far wvorare coloro che mancano di occupazione. Basta unà modesta somma iniziale per avviare la 11UUXhtnadella produzione, co-r,w pure basta una-coptra– zione netfli investimenti per arrecare darmi considerevoli alla produzione. E' tl fenomeno della boule de neige. , Le idee di Keynes sono fortificanti .. Awstrano che l'eco– nomia non è quella congerie di u¼e trapassate come molti, senza conascerla, si compiacciono di descriverla. E' capace di marni di -fiamma. Naturalmente Keynes sll1'àsaccheggiato (lo è già staroj dai politici ad ol.tranza che trovano comodo w– virsi deU.e idee altrui, spesso senza capirle, per riempire i lo– ro vuoti schemi mentali, sovi,nte avulsi dalla r'etiltà, prigio– niéri, come sono, di tpregiudiziali politiche. Ma sia. ben ç_hia– to, invece, che è stato un econ~ a veder chiaro 'e netto nel. futuro economico del mondo, accortamenee combinando iniziativa privata e intèrvento regolatore dello stato. .L. L.
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