Lo Stato Moderno - anno III - n.9 - 5 maggio 1946
LO S .T A T O M O D E R N O 203 La loro libertà di coscienza è pienamente salvaguardata come pure è salvaguardata la loro libertà di staccarsi dalla disciplina ecclesiastica, incorrendo, sotto la loro resp_pnsabi– lità in condanne soltanto spirituali. ' Lo Stato, come 'non ha interesse a costringerli o a in– durli in qualsiasi modo a ribellarsi alla Chiesa, potrebbe in– vece avere interesse a favorire il loro matrimonio civile per sistemare ,posizioni sociali o economiche di essi coniugi o di figli naturali: matrimonio civile che la Chiesa è perfettamente libera di condannare moralmente come un concubinato ma che n~n ha il potere di impedire, una volta c9e esso, natu– ralmente, non pretende avere alcun riconoscimento sacra– mentale. In definitiva nel primo caso lo Stato, accettando il re– sponso della Chiesa, non menoma ed anzi favorisce la libertà religiosa nè pone in pericolo l'ordine pubblico. Nel secondo invece, impedendo l'efficacia delle proprie leggi eventualmen– te più liberali oppure obbligando i proprii cittadini a tenersi ,·incolati dalla decisione ecclesiastica pone in pericolo la li– bertà religiosa (ossia la libertà della coscienza di coloro che si sono staccati dalla Chiesa o intendono staccarsi) e non favori– sce neppure l'ordine pubblico in quanto il cittadino che non sente più il vincolo morale della disciplina ecclesiastica che gli impedis~ di contrarre nuove nozze mentre sa che esse sarebbero possibili secondo le leggi dello Stato, può essere più facilmente indotto ad unioni illegali che malamente sareb- bero condannabili da parte di quello stesso Stato che le per– mette ai cittadini non cattolici. Anche se lo Stato e la Chiesa decidessero di adottare, in materia di matrimonio, le stesse leggi, lo Stato male tol– lera la sovranità giurisdizionale della Chiesa sopra un istituto di primaria importanza sociale o quanto menò è disposto solo a considerare Ja giurisdizione ecclesiastica sullo stesso piano della giurisdizione straniera, le cui decisioni sono eseguibili dopo il giudizio di delibazione. Ma poichè le leggi statuali sono e saranno più o meno difformi, ed esclusa l'ipotesi, contraria alla- storia e alla realtà avvenire, che le leggi dello Stato siano più severe di quelle della Chiesa quanto alla possibilità di dichiarare nulli o sciogliere i matrimonii, sembra che una -soluzione di com– promesso •possa essere trovata conservando appunto l'attuale efficacia civile delle sentenze ecclesiastiche di nullità matri– moniale (o d.i scioglimento per dispensa papale) e. lasciando invece allo Stato la più ampia possibilità di svincolarsi dalle risultanze dei giudizii di convalidazione, per decidere se un matrimonio religioso (che le parti sono libere di rispettare '.1stenendosi da ulteriori matrimonii) abbia o meno gli effetti civili. Vorrà dire che la coscienza religiosa potrà sempre essere rispettata lasciando la piena libertà di convivenza per coloro che si ritep,gono legati dal vinco)o religioso. 1 EMILIO ONDEI LA FINE DELLASOCIETA'DELLENAZIONI Ha avuto luogo in questi giorni, a Ginevra, a'ultirna ses– sione della S. d. N., sotto la presidenza del ministro Ham– bro. Nel bellissimo palazzo dell'&-iana, che raccolse i rap– presentanti di tutto il mondo e risuonò di voci inneggianti alla collab<A-azione, alla cooperazione internazionale, aUa pace eterna, agli ideali comuni ecc., ha avuto luogo l'ufficio. funebre di una istituzfone che -per tanto tempo ha riunito le speranze di tutte le persone veramente amanti della pace. E' con grande tristezza che ~i uomini .di buona volontà debbono accogliere questa notizià, perchè il faUimento non– è mai delle cose o· dei sistemi, ma è sempre e solamei:i,te degli uom'ini. L'agonia della S. d. N. è stata la più fanga agonia che un organismo internazionale abbia mai avuto, paragonabile, sotto certi aspetti, a quella della Santa Mleanza; ma ben diversa in sostanza, -perchè quest'ultima ·lentamente finì sotto i colpi dei popoli risvegliatisi a vita civile e sotto l'urgenza del progresso,. mentre la S. d. N. ha doV'Uto irrvece cedere alla follia degli uomini e al foro istinto di distruzione. La sua resistenza invero e la sua vitalità sono state, occorre dirlo, superioi:i ad ogni legittima aspettativa. Quando io la vidi nel 1937, essa era già stata ferita mortalmente dai colpi infertile a tradimento dall'Italia fascista e dal Giappone. Eppure, avvolta in un drappo rosso per non lasciar scorgere il sangue delie sue ferite, g-rave e maestosa a un tempo, essa appariva ancora, a prima vista, ben degna della fiducia in lei riposta dall.'uomo della strada. . Il fallimento della S. d. N. ~ un fatto noto ed amara– mente scontato. Se ne sono studiate le 'cause tecniche e si è creduto di trovarle in una intima debolezza, in una cÒnge– nita impotenza materiale che ie impediva di reprimere ie · aggressioni. Era in certo modo facile rilevare che la S. d.-N. non aveva, durante tutta ·1a sua vita, emanata una sola sen– tenza di aggressione; mentre di aggressioni ne erano state commesse ai quattro angoTi del mondo. Ed ·era oltretutto comodo addossarne .Ja principale responsabilità anzichè aUa cattiva volontà di alcuni ·governanti, all'organismo ginevrino. Cosicchè quando, in omaggio aHe idee pacifiste sol.ite a ri– fiorire nel mondo all'indomani di ogni lbicidiale guerra, si pose mano ad una nuova costruzione internazionale, la si volle diversa e potente, e neppure una parola fu spesa, nè a Dumbarton Oaks · nè a San Francisco, per .seppellire la S. d. N. che prostrata e abbandonata, non era ancora morta. Tutto lasci.i'-pensare infatti che se non Sli fosse stata la necessità di dividerne le spoglie e provvedere a1Ja•iiquida– zione materiale dell'eredità, il ,lett:o della morente sarebbe rimasto deserto. Del resto ben venticinque Stati, tra cui la Russia e gli Stati Uniti, sono rimasti assenti, e neppure in questo estremo atto sono mancate le beghe e le -question– celle. AH'ultimo momento l'Austria, accortasi di essere ritor– nata Nazione indipendente, ha chiesto di poter riacquistare il .posto di membro ch'essa ocoupava prima dell'Anschluss. Poicbè .Ja complicata procedura della S. d. N. non preve– deva la rj-ammissionedi un membro che, dopo morte, risu– _scitasse, il Consiglio S. d. N. decise salomonicamente di ac– cogliere un rappresentante austriaco in qualità di osserva– tore. Anche la Corte di giustizia intèrnazionale, bencliè fosse «permanente», è stata sciolta per permettere al Tribunale previsto dall'O.N.U. e che è del tutto identico alla prima, di entrare in funzione. I pareri si sono rivelati alquanto discordi ,per l'utilizzazione del magnifico palazzo dell'Ariana, alcuni proponendo che rimanesse oome ·sede della sezione affari europei dell'O.N.U., altri che fosse destinato a sede permanente dell'organizzazione internazionale del lavoro, altri a sede del costitqendo Consiglio economico· sociale del- 1'0.N.U. ecc. Affultimo momento è sorta anche !.'immanca– bile questione patrimbniale, avendo fa Russia chiesto di ot– tenere una parte dell'eredità. La cosa non era naturalmente semplice, essendo stata fa Russia espulsa nel. 1939 in seguito ~'aggressione contro la Finlandia; sembra però che ancora
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