Lo Stato Moderno - anno III - n.8 - 20 aprile 1946
190 LO B T A T O MO D"E R N O RASSEGNA DELLA STAMPA IT-ALIANA Quéstioni di metodo Ailàlindomani del ,lusinghieci, promet– tenti, risultati ottenuti nelle elezioni amministrative milanesi dal Partito ll– ber&!e, secondo il programma della competenza teondca e apolitica -che a– vevamo già segnalato con Wl apprezza– mento che d nostri oonalttadin.i hanno pienamente coniennato, Luigi &-uni attacca sulla Libertd (10 aprile: « LI Pamito lliberede e.... aa sinistra •) i suol compagni di più deci~ coscienza poli– tica, che, lvi&tb :il Mstanziale a-gnosti– cismo e oonservatorismo della Giunta direttiva e delle sfére responsabili del Partito, ne sono usci'lii per costituirsi in a580Ciazione liberale repubblicana. L'argomento del Brund, che riecheggia , l'editorialle dell'organo .Jibera,le del 5 a– prile {« Le ragioni per cui ... •) e l'opi– nione di Celiare Merzagora (« Essere li– berali », ibid.) è che .la minoranza di un ,partito deve combatta-e la sua bat– ~lia dentro aa trincea, e, democrati– camente, appagarsi di essere minoran– za finché non riesca a pa;evalere, se la Pt-ovvidenza e le sue buooe ragioni la assistono, e a farsi magg,ioranza. Que– stione ,di metodo. Noi crediamo che ab– bia senso pall'lall'edì -maggioranza e mi– noranza al'l'.interno di ,un (Partito, quan– do le due frazioni hanno principii co– munl, e sensib:hli-tà dìven.a dei proble– mi contingeoti, aui .quali possano discu– we e j,nsieme rimanere sostanziaJmen– te uniti. Inveoe iJ Bruni irac~onta un fatterello interessante, e cioè che egli, come fondatore del neopall'tito liberale di Bergamo, si trovò a dover egli stes– so ifOl'<J'Il.ulare, per aa sua sezione, un programma repubblicano e progressi– sta, « in mancanza di un programma nazionale» (scusate se è poco); e che ebbe la l(entura di non vedersi smen– tito dalla Direzione del suo partito, la quale nel contempo non smentiva nean– che i pronundamen>ti monarèhici di altre sezioni, nè denunciava (possiamo dire oggi) esplicitamente la manovra qualunquista dì adesione alla lista li– berale in un grande cent'ro di elezioni amministrative del Nord. Orbene, noi domandiamo al Bruni se in queste con– dizioni gli pare che esista un preciso rapporto tra U suo sentimento e la sua concezione politica, e l'assistenza di po– sizioni politiche della direzione del suo partito; se a lui sembra che !ra una direzione esistente e una direzione che cerea di non esistere vi sia una rela– llione di concordanza e di collabora– zione effettjva, fa certo benissimo a restare nel partiito liberale: la logica del politici non è affatto, com'è noto, la logica. Vottemmo però aggiungere qualche altra considerazione, di quelle che ;aranno tacciate, neU'opJnione ll– beraJe, di «monùistidle» e di «demego- ,, g!che» (ritoosiooe c0ll8Ueta, oat di chi-si sente in sospettodisceno l~o po– litico e di scarsa 68rul!billtà democra– tica). Per esempio questà: che la ~i– tuazione del Bruni è tutta ,personale ed eccezionale; ma che (luella dei libe– rali di sinistra e dei .Jiberali di destra è un po' diversa: a diUerenza dai so– cialisti, che malgràdo le forti diffe– renze di tendenza sono impegnati tn un unico socialismo oramai non più an– corato al classismo marxista di orto– dossa osservan:i;a, i due gruppi liberali intendono in modo assai divlfrso 11 li- 11eralismo. Per il m,er:alismo ufficia– le, essenziale è :la libertà, -e problemi contingenti e di mera opportunità i singoli problemi di libertà, quello isti– tuzionale come quello "di eventuali so– cializzazioni; per i dissidenli, la libertà si difende e si instaura baltendosi per singole conquiste di libertà: è una li– bertà individualizzata, una lioertà che non ammette ['atlend!ko agnostico e la minimizzazione dei grandi problemi nazionali - per salvare allora, che co– sa? Un'altra considerazione ne discen– de: che i liberali di sinistra non po– tranno condividere l'opinione espressa dal Presidente 6e! Partito ~n una inter– vista al Monde (v. Opìnione del 2 aprile): « Per ,a -rtcosbruzione deU' Italia conto su! natural-e buon senso de! nostro po– polo, -&ul sentimento di umanitd che deve a!!a sua !uflJQa storia, su!!a sua capacitd di parola»: ~acrosante d_oti che non bastano af– fatto alla ricostruzione politica di un paese, elementi genen.cl ehe attendono, essi ancora, di essere problematizzati e sintetizzati dalla decisione responsa– bile e apertamente compromessa dei gruppi p0litici, i ~-uali, 'Se (}On erriamo, hanno appunto la funzione di portare i cittadini a pronun~iarsi su posizioni acute -e =risolute dei ,problemi di pub– blico interesse e dignità. E llil'altra considerazione Infine: si accusa da tan– ti demagoghi H partit'O ,liberale dì non avere un programma ilOCiale: la .gente avvertita, lo so, non ci crede; infatti una visione sociale del P. L. esiste, ed è questa: « tutto oiò clwi con,d,u:e abla creazione de! Lavoro è ben.e; i! <l'erto è deviazione, e quindi è ',male; quando c'è ia.voro per tutti, t! b~e rdi tutti vien 11aranti– to: è la tranquiUità e la ,pace .soctiùe ». (G. Caproni: « Il -contenuto socia¾e de>! Partito liberale », I.ibertd del 12 <apride). Oonos01àrrÌo anche noi il principio del t,Ll! em.pl0tf7Mnt; me ln IitaDa, -oggi, questa vislòne !l@ii'ìl5ra stranamente ir– calca, come un ricbl-do del Wolitfai-tataat di prèk'antlM\11 ~in-orta, 'di (IUèllò stato di benessere che ogni cplitèrnallsìno 'può aSSicurare, di ,queila 'perfetta · ·ooc11t,a– zl011e -del Cltaidlnl tiii dl1 ,,gli ltalmJll 110- devano, ~r es. anche dieci anni fa. E' giU&to:,crea-re del lavoro: ma non forse· anche -e nello stesso tempo eleviJre le condizioni di dignità della persona nel lavoro? non torse :vedere nei ,{ll"ob!emi del lavoro i problemi della libertà?· Agnostici no E' il titolo di un importante articolo di Gluseppe Brusasca sul Popolo del 14 aprtie. Il BruslisCll non ammette, com'è giusto, che un grande partito qua!le la Democrazia Cristiana possa rinunziare ad impegnarsi di fronte ·al pa~ -sulla questione istitllzJ.onade {noi auguriamo che al prossimo Go~o anche i llberali si sentano veramente un grande partito, eolne ci hanno ri– petuto a sazietà di ~sere ~er dit'itto storico); e ci orienta sulle direttive che– assumerà 1,1 Congresso nazionale --del Partito: direttive, à quanto 1fembra, re– pubblicane. E interessante notare che il Brusasoa ;pone il problema repub– bUcano in eitra forma da quella pro– posta, ad esempi'<>, idaJ B.roslo, 111 qual-e si è costantemem-e domandato se la so– luziohe monarchica fo!ffle o meno com– patibile ,con la scossa dignità della di– nastia. ba -situazione morale del.la di– nàstia pare al BrusMK:a un coefficiente secondario; e· la posizione 'l'epli-bblicana è impostata su una « ferma <:onvmzio– ne, religiosamente, moralmente e giu– ridicamente Jegi-ttima •- Molto giusto, e si può intendere che, se soluzione mo– nBT-::hi:ca cl sarà, '.la Democrazia Cristia– na non accetterà una monarchia che, indipen-deni'emente dalle persone che la rappresentano, non offra almeno in parte le gal'llllzie di libertà politica e sociale aUe quali idealmente .tende la prospettiva ll'EPUl)hll,cana. Nell'articolo dei Brusasca c'è un solo punto_ oscuro, quello in .cui egli ci assÌOUllBche Alcide De Gasperi non è etfatto agnostico in questa materia: il Brus..sca dev'essere iniziato molto meglio di noi ai misteri delle convinzioni intime del P.reslden– te: noi -che evevamo cereato ansiosa– mente il -suo pensiero 111eldiscorso di Torino, d siamo trovati ancoi:a una volta $perduti: là si profetizzavano i pericoli di una ,r-epubblica balcanica, e non si prospettavano, forse ,perchè il· lustrati da un passato assai .recente, quelli della monarchia -41&ba.uda;là si diceva che li .referendum obbligherà di forza li cittadino a compromettersi, mentre li segretario della D. C. non si pronunziava. Noi preiferiamo credere al Br~asca; ma non vor.remmo che in ul~ timo} ancora in. Congresso, la D. C. 61 trovasse ad essere, In pubblico, cosi poco agnostica come Il suo seiiretario e P.resident'e del Conslgl!o. b. s. EDR,~ T.A ComttG:E • La Ras11egna Bib!IO• èt~a 'dl!llo sco-no numero * lli>J)UA éOll1 b <firma 'Clt Federico Baresi. Legga5I Bar· resi.
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