Lo Stato Moderno - anno III - n.8 - 20 aprile 1946

LO STATO MpDERNO 3) in tali circostanze occorre da parte nostra definire una politica emigratoria e oreare gli strumenti per la sua attuazione; 4) questi strumenti possono per il momento risultare da una parziale resurrezione delle istituzioni che preesistevano Ìf questo settore allo -sconquasso fascista; 5) questa nuoya organjzzazione dovrà tener conto delle mutate condizioni che presenta in questo momento l'economia dei vari paesi di immigrazione ed orientare lh questo senso la loro azione, anche in rapporto alle condizioni della proba– bile massa migratoria; 6) per quanto riguarda l'equilibramento della bilancia dei pagamenti il futto che le probabilità di emigrazione ven- FAME IN EUROPA Sulle teN'e e sui mari, ,trasporlati 1 dalle .onde eteree 'della radio, ;!i'ini.rociano.gli 'angosciosi !appelli '.degli europei le te consolanti risposte degli americani ,cM promettono !8occorsi, ancM se talvolta 6Dn tardi !nel,recarli \a 'destinazione. (L' atten– zione, ril di qua e /al ai là idell'oceano, tSi appunta ~i ~ereali, tradizionale alimento degli uomini: Uefredde '-cifreiche espri– mono produzione, \Scorte,iconsumi, sono sommate le ~attratte più volte: -e non isempre j jconti ~ornano. ! Cerchiamo di vedere tm po' chiaro in questo intric;odi dati: e per vedere ,riaffacciamoci alla ISituazione !prebellica. Alloro la produzione mondiale ,di •grano i.Yi aggirava :Sui 146 milwni di tonnellate, di ,cui 37 /milioni prodotti nell'U.R.S.S.: ma ~c– come questo paese costituiva una unità a se stante, si può benissimo ragionare ;solo irui residui 109 •milioni ;di /tonnellate: 44 milioni prodotti !in !Europa, .40 (1Ililioni 1prodotti ,iei f(luattro grandi ,paesi esportatori (Stati Uniti, !Canadà, 'Argentina 'ed Australia) ied il rimanente ripartito 'tra tgli altri paesi ~rodut– tori. Non tutto ;questo granò, evidentemente, alimentava le grandi ,correnti di traffico internazionale. A dire ~l \vero, 'tlnzi, una proporzione ,relativamente-modesta1trave11Sava 'i mari: circa 20-25 milioni di tonnellate, a \,çeconda delle annate. Questo flusso. di grano dn 'g,revalenza partiva fdai quattro paesi k:lianzi ricordati ed arrivava ~n Europa, diviso ijn parti >supergiù¼guaii tra la Cran Bretagna ,ed il ,resto dell'Europa. Perciò l'esame odierno può benissimo essere limitato \alla situazione liei paesi europei imp·ortatori ,e idei quattro paesi esportatori. ( ' Abbastanza soddisfacente la situazione inglese. La wo– duzione, durante la guerra, è notevolmente · incrementata; pure le scorie sono accresciute. Ma il ,consumo 'è sempre in– gente: per cui, se pnche 1a l'iituazione non 'è allarniante, lpoco c'è da sperare in aiuti da questa ,parte. Assai grave, invece, è la situazione sul pontinente euro-peo. Persino i Balcani, tradizionalmente esportatori Idi grano, hanno bisogno di aiu– to. Il fabbisogno del continente europeo :per a• annata 1945-46 è -,;alcolatofra i 14 ed i 16 milioni· di ionnellate; oltre pila produzione locale, tutti da ottenersi dai quattro maggiori esportatori. Da notarsi che questi quattro paesi debbono pure fare fronte alle richieste ,asiatiche, in conseguenza ~lle scarse disponibilità di ris<J. ll fabbisogno mondiale sale cosi per l'intera annata '1945-46, ;a i27 .milioni di tonnellate. Per il primo semestre del 1946 ,il fabbisogno miirnliale è stato cal– colato in 17 milioni idi .tonnellate, !mentre 'le ·disponibilità )vano di soli 12 milioni idi tonnellate: un 1disavanzo, dunque, di 5 milioni di tonnellate. Posto così il problema, la 15oluzioneappare di chiara evi– denza: economia aU:osso cnei paesi produttori ,e -consumatori, almento fino al prossimo raccolto; mobilizzo dei ,cereali mi– nori atti a 6Urrogare provvisoriamente il grano. Soluzioni, queste, che. hanno il pro ed il contrp. Ad esempio 'utilizza- gano a dipendere in gran parte dall'inserimento degli emi– granti nella vit;i. del paese di adozione fa intravedere una diminuzione del lilusso delle rimesse, in rapporto a quella che era la situazione precedente la prima guen-a mondiale, quando l'emigrante mandava a casa i risparmi perchè ambiva a ritornare a goderseli in patria; 7) in ogni caso, dndipendentemente dalle prospettive della normale emigrazione, si deve fare assegnamento ed è dovere nostro interessarsene a fundo, -per le iniziative di ca– rattere internazionale per lo sviluppo deUie zone neglette, soprattutto puntando sulle possibilità della Banca Interna– zionale per la llicostruzione e lo Sviluppo. SILVIO POZZANI zione di farina più scura led impiego cU granoturco signifi– cano contrazione nell'allevamento del bestiame, e ,perciò mi– nore disponibilità di carne. Ma in -questo settore ~ situa– zione non è cattiva: e quindi si può ben scontare, 11enza ti– more, qualche riduzione nella produzione. Se si dd Tetta agli esperti si arriva, idunquè, alla ;conclu– sione che questa crisi passeggera, bene o male, più 1 pene che mal.e, sarà 11resto superata. Non si tratta di crisi insa– nabile.. Piccola consolazione per l'umanità affamata. Supe– rare il punto morto e 1JDi tornare alle croniche crisi ;di lsovra– produzione che hanno caratterizzato il periodo che corre tra le due guerre mondiali. , Qui è opportuno 'inserire il cnostro problema granario. L'attuale deficienza ha dato corda ai sostenitori della pro– tezione doganale sul grano: 11"enzaaccorgersene rimasiicano i temi della « battaglia del grano » ed arrivano alla 'conclu– sione che l'Italia, in questo campo, deve fare da sè. Ora, a questo proposito, è bene ridire quello CM gli esperti sanno a memoria. La battaglia ·del grano, aiutata dalla protezione, ha avuto due aspetti: 'Uno intensivo e l'altro estensit5o. Ef– fettivamente ;i progressi agricoli sono .stati notevoli ,ed i ren– dimenti medi sono i:;onsiderevolmente -aumentati. Si tratta di risultati acquisiti 'fM potranno di nuovo raggiungersi non appena la concimazione chimica .sarà sufficiente. Ma pur– troppo Ja protezione ha incitato a coltivare grano anche su teN'eni assolutamerde inadatti: onde anche un ,notevol.e ,in– cremento nella -,superficie coltivata, a detrimento di altre produzioni, ad esempio zootecniche. Questa .situazione ,i.on potrà flurare, quando il nostro mercato si 6arà inserito nei epiù vasti mercati mondiali. Ma quali ,effetti avrà l'abolizione del dazio sul grano? Intanto è ·bene ,ricordare, a chi non lo sa o a chi lo tfi– mentica, CM almeno dl 40 % della Mstra •produzione gra= nana è direttamente consumata dai coltivatori, ,per i quali, evidentemente, il fatto CM et' sia o non ci ~ il· dazio poco importa. Il restante 60 o/o è coltivato su terreni adatti o ina– datti. ,L'abolizione del dazio restringerà il terreno coltivato a grano: ma solo 11er quella parte oggi ottenuta in modo antieconomico. E siccome il prezzo è commisurato ai costi sopportati ~ questi ;terreni marginali, cosi l'abolizione ,del dazio provocherà spostamenti di produzione, ma in misura assai minore di quella da taluni temuta. - _Il dazio sul rgrano, in tempi normali, costituisce :un re– galo di tutti i consumatori non ,coltivatori, ai proprietari di terreni CM producono in condizioni favorevoli. Oggi, si ~a– pisce bene, la situazione granaria è del ,tutto anormale: c'è una 'crisi mondiale, ,e' è una crisi nazionale, ci 6DnO gli am– massi che pagano !Prezzi 'Politici, la ricostituzione qel pa– trimonio zootecnico che incontra ,,difficoltà. Ma domani tutte queste circostanze 11erderannodi significato. E si potrd, 6enza pericoli, abolire anche il dazio sul grano. L. L.

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