Lo Stato Moderno - anno III - n.6 - 20 marzo 1946
132 LO STATO MODERNO IL COMMERCIO DI TRANSITO PER LA RIPRESA ECONOMICAITALIANA E' op1D1one.diffusa che la rinascita dell'economia ita– liana possa avvenire soltanto mediante un ampio e continua– tivo aiuto alleato che affianchi e incoraggi lo sfruttamento razionale delle nostre J"esidue risorse produttive. Ma poichè l'aiuto alleato nel senso in cui è comunemente inteso si confonde con l'assistenza che l'U.N.R.R.A. dà ai paesi pro– vati dalla guerra o con qualcosa di imponderabile che non dipende da noi, è più esatto affermare che l'economia ita– li,..na per riprendersi deve inserirsi di nuovo ne:J'economia n.<>ndiale e adeguarsi ad essa; anzichè isolarsi come negli auni del:l'autarchia economica. Inserire l'economia italiana nell'economia mondiale si– gnifica ciallacciare rapporti commerciali con l'estero e riatti– vare le correnti di importazioni e di esportazioni. All'estero in materia di ripresa del commercio mondiale le opinioni sono divise- Così H. C. Simons sulla rivista ame– ricana Fortune consiglia-,.rampliamento del commercio e– stero con la riduzione dei dazi americani e una maggior ) artecipazione dell'Inghilterra. J. Jones sul:la stessa rivista è più propenso a contenere la ripresa entro limiti ristretti > lantenendo -il controllo delle importazioni ed esportazioni, ..Imeno per tutto il tempo richiesto dalla ricostruzione degli altri paesi; tanto più che il ribasso dei dazi potrà causare disoccupazione e lesione di interessi precostituiti. Secondo che sarà seguita l'una o l'altra via da parte dei mercati con cui l'Italia avrà rapporti commerciali, an– che il nostro paese vi si dovrà conformare. La necessità di riattivare il commercio con l'estero è stata avvertita dagli importatori ed esportatori italiani. Se si osservano gli annun– zi pubblicitari che appaiono sui vari quotidiani si noterà che da qualche tempo sono più frequenti gli avvisi di case di importazione ed esportazione che offrono i loro servizi a chi voglia comprare e vendere ali'estero. I traffici commerciali tra il nostro paese e il mondo sono nuovamente possibili. Pe– rò, perchè dalla possibilità si passi alla effetluabilità degli scambi commerciali internazionali è necessario che il mer– cato italiano non possa soddisfare il fabbisogno dei consu– matori per alcune merci nè sia in grado di assorhirfl r.nm– pletamente l'offerta di altri prodotti. La prima condizione esiste nel nostro paese in cui lo sfruttamento delle residue risorse produttive dipende in· lar– ga misura dalla possibilità di ottenere dall'estero le materie prime, i combustibili, i lubrificanti che mancano o non sono sufficienti per assicurare lo sviluppo del ciclo produttivo. La seconda condizione esiste pure ed è caratterizzata dal ristagno del mercato. Le cause determinanti sono varie e alcune sono peculiari di determinati prodotti. Cosi ad esem– pio per i prodotti tessili e per i generi di abbigliamento il ri– basso è dovuto al fatto che l'offerta è attualmente superiore al fabbisogno del mercato italiano. I consumatori non com– prano nuovi prodotti ma consumano quelli acquistati e ac– cumulati in larga misura nel periodo di prezzi ascendenti. Per i generi alimentari gli acquisti si limitano al fabbisogno giornaliero e non si accantonano più scorte come in tempo di guerra quando c'era il timore di restare privi di riforni– menti. Vi sono poi dei prodotti ottenuti in attivita che nella situazione congiunturale del tempo erano divenute partico– larmente fruttuose. La rilevata proficuità ha fatto sorgere produttori occasionali e la produzione è risultata superiore alla quantità che si poteva esitiire normalmente sul mer– cato, con il conseguente ribasso dei prezzi. All'estero però i prezzi sono ancora notevolmente in- feriori a quelli italiani. In un ordinamento economico in cui il commercio estero venisse condotto dallo stato, questa circostanza avrebbe una portata ridotta in quanto l'espor– tazione (che avrà per scopp ad esempio di procurare va– luta per la ricostruzione) può avvenire ugualmente anche sotto costo. La differenza tra prezzo e costo verrebbe ricu– perata da:Io stato mediante oneri fiscali imposti sulla col– lettività Se le esportazioni sono effettuate da privati esportatòri, sia pure sotto il contro:Jo statale, questi seguono, come noto, il criterio dell'utile e finchè j prezzi esteri saranno minori di quelli italiani l'esportazione non sarà conveniente. Si è cer– cato di rimediare al divario prezzi interni-prezzi esteri con l'aumento dei cambi lira-dol:aro e lira-ster:ina. Ma la varia– zione è stata insufficiente e recentemente si è dovuto ricor– rere a un fondo per l'adeguamento ai prezzi internazionali. Il fondo è formato da quote addiziona.!:i fissate dal Mi– nistro del Commercio estero e versate dagli importatori ali' at– to dell'importazione. Le quote che sono un vero e proprio premio ali'esportazione vengono devolute agli esportatori in aggiunta al contro-va:ore in lire del:a valuta ottenuta in pa– gamento delle esportazioni effettuate. . L'importazione presenta altre diffico!tà. Chi vuol ac– quistare all'estero deve disporre di valuta estera ottenuta per effetto di precedenti esportazioni o per crediti concessigli dall'estero. Quando, come per il: nostro paese, queste dispo– nibilità sono esigue e le concessioni di credito ottenute dal– )'estero sono limitate assume una notevole importanza il commercio di transito. Il commercio di transito è quasi .sempre in funzione della posizione geografica del paese che lo svolge, che è interpo– sto e quindi di passaggio obbligato tra i paesi in rapporto di affari. Quasi sempre, perchè talvolta tra due paesi in di– versa posizione geografica ma tra cui è possibile il transito, verrà preferito quello che pur essendo più distante richiede delle ·spese di transito minori, perchè è meglio attrezzato ver effettuarlo. , L'attrezzatura commerciale per il commercio di tran- 8ito consiste nella esistenza di porti dotati di impianti per sbarcare e imbarcare qualunque genere di merce, di ferro– vie sicure e rapide con materiale rotabi.:e efficiente, di fran– chigia doganale per le merci in transito, di intermediari preparati per tale genere di commercio. Il commercio di transito non richiede impiego di valuta estera da parte del paese di transito in quanto le merci in transito appartengono al paese estero che le importa e le esporta. Il commercio di transito è in atto attraverso il Piemonte e la Lombardia e diretto in Svizzera. Si tratta di merci ac– quistate sui mercati americani e inglesi che sono sbarcate nei porti di Savona e Genova e per ferrovia sono avviate in Svizzera. Il compenso per i servizi di transito è pagato agli intermediari italiani in valuta svizzera. Tale flusso di valtlta estera crea delle disponibilità valutarie che possqno essere impiegate dagli importatori italiani negli acquisti sui mercati esteri- Per questa via che anzichè richiedere valuta ne pro– cura, l'inserimento dell'economia italiana in quella mondiale potrebbe essere facilitato. La posizione geografica del nostro paese - se l' attrez– zatura commerciale si metterà in condiz.,i2ne di svolgere più ampi compiti e i commercianti esteri se ne varranno - po– trà dare un maggiore sviluppo al commercio di transito che a sua volta consentirà un ampliamento dei rapporti commer• ciali italiani con l'estero. NINO PITTALUGA
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