Lo Stato Moderno - anno III - n.4 - 20 febbraio 1946
94 LO STATO MODER'NO RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA Commenti ad un congresso Il tatto centrale della quindicina, nel– la politica interna italiana, è stato sen– za dubbio il 1° Cong,resso Nazionale del Partito d'Azione. E' troppo presto~r s.àvtlire se la crisi, che il C~ngresso ha fa11toe.mergere in modo drammatìco, sa– rà per il Partito l'avvio di una politici efficiente, dopochè si è costituita una precisa maggioranza nel senso sociali– sta e liberalsociallsta; ma dai commen– ti della stampa di destra e di sinistra, si può già riferire qualche cosa sulle condizioni oggettive che i partiti uffi– cialmente pociallstl o quelli non uffi– cialmente ant1socia,isli sono disposti ad offrire ad un~mile rurezione. Condi– zioni che si possono ·sintetizzare cosi: ripudio a slnistra, risentl,ta irnnia a de– stra. Il più esplicito tra i critici del P. d'A. è stato Togliletti ( Tra Lussu e La Malfa, nell'Unitd dell'B febbraio) il qua– le ha individuato perfettamente quello che avrebbe dovuto essere _il contributo positivo del Partito nella politica italda– na: contributo, precisa lo scrittore, non esattamente socialista. • SI volle far~ di esso (il P. d'A.) un pa.r-– tlto •socialista•• dimenticando che se si prescinde da quel tanto di socialismo che è oggi nei programmi di tutti i par– titi progressivi, un Partito socialista esiste perchè storicamente determinato, né basta che il Rosselli abbia scritto un libro di ideologi arabeschi, perché la storia cambi il suo cammino. Chi si sente socialista e lo è, sa dove rlvo'.gersl; ma dove andranno quei signori liberali che non vogliono es– sere schiavi di !orze retrive, che vogliono urì paese libero e con ordinamenti avan-– zati, ma socialisti non sono e non vorranno forse esserlo mal? •· H P. d'A. può rispondere .che esso è sorto proprio per accogliere questi cit– tadini e questi elettori: ma l'obbiezione di Togliatti mira a privare il P. d'A. di una funzione di partito socialista, la quale, menttt tenderebbe, con innocen– te inefficacia del resto, a sottrarre del– le forze ai partiti propriamente sociali– sti, al1 tanerebbe nel contempo coloro che, convinti cli una democrazia libe:a– le repubblicana, avvertono nella formu– la socialista Il pericolo sempre latente del regime dittatoriale del partito pnT– co, ecc. Quanto all'accenno di RosseUd, specialmente dopo Il Congresso del P. C., direi ohe non è felice, da par-te del Togliatti. Il Partito Oontunista sta al– leggerendo il suo dogmatismo in un senso che non può nascondere l'adat– tamento alle esigenze liberaLi; e il suo attivismo, 11 suo volontarisìno, il suo proclamarsi intento a soluzioni nazio– nali, sono altrettante concessioni agir arabeschi ldeo'logicl del Rosselli (giuste considerazioni in proposito sulla rivista Liberalsocialismo, n. 2: Guido Caloge– ro, Dal Congresso Comunista al Con– gresso del Partito d'Azione); e ,m aP– prezzamer:ito più giusto alla sua opera è sull'articolo del Calosso (Compito del Pa-rtito d'Azione, Torino Sempre avanti!, 10 febbraio). Anche il Calosso però de– Limita nel senso di Togliatti la fusione del P. d'A., e ne critica la pretesa socia– lista: Il P. d'A. • è !isso nell'idea di presentarsi come un partito • soelallsta •• !unzione per cui gli mancano le, basi operaie e il senso drammatico di chi, pur non volendo ac– cettare il marxismo, ne sente però l'espe– rienza come si sente uno spigolo di realtà contro cui si batte Il fianco. Un generico programma socialista oggi è comune un po' a tutti I part:ti, e il socialismo auten– tico non può essere definito che sul ter– reno pra tlco con una ricerca delle forze con cui coincide. Esiste oggi lo spazio e la necessità di un forte partito democra– tico, con una base In vasti ceti sociali: qui sarebbe la funzione del Partito d'A– zione, qui potrebbe far ,prova la novjlà d'accento che è ne1:e aspirazioni degli azionisti, In diversità e in· stretta unione con tutti I partiti di sinistra. Noi socia– listi in particolare abb:amo bisogno di avere al nostro fianco un fortissimo e originale Partito d'Azione, a cui allargare la formula vitale dell'unità d'azione. In– vece a quanto pare Il Partito d'Azione preferisce in una certa misura !a~ il no– stro mestiere, tralasciando Il suo, e In ciò va forse ricercata la ragione di quel certo dispetto del tutto ingiustificato e dannoso che alcuni di noi lasciano intraved,:re verso di esso». Si ripete cosi la le7lione ai • parenti pover,i •· Chi fa questa riv,ista non ha aspettato nè il Congresso, nè i consigli dei compagni ma_rxisti, ad insistere che venisse scartato l'equivoco socialista da parte del P. d'A. Cl siamo trovati ad essere, come scr:i veva il ncstro Pischel, una • destra per forza •· Ma quando LO STATO M DERlO edito dalla CASA EDITRICE GENTILE MILANO - Foro Buonaparte n. C& Telefono 84.613 Direttori: Mario Paggi e Gaetano Baldacci , Vice Direttore: Antonio Basso Redattori: V. Albaslnl Scrosatl, Ma– rio Boneschi, Enrico Bonomi, Li– bero Lenti, Giuliano Pischel, Or- - lando Ronchl, Sergio SolJni, Cesare Spellanzon. I manoscritti non si restituiscono questa destra si propone il problema e li programma di una poldtica democra– tica in senso moderno, e sa di rappre– senta~e una parte considerevole del sen_ timento pubbLico, a,Hora ,{ marxisti ob– biettarono che questo sentimen!!> non è obbiettivat-0 in una classe. Ma que– sto sapevamo anche noi, e perciò, pur riconoscendo la validità della schema– tizzazione emporica delle classi, sentia– mo di non rappresentare propI1iamen– te o solamente un ceto economico, ma un oeto poli tlco: che è qualche cosa di più ampio, una coincidenza di difese e riclll:este economiche con dif~ e richie– ste di cultura e di costume. Difesa da ogni politica dittatoriale, e -J"ichiesta di repubblica, ad esemp,o, definizione espl!ci ta dei rapporti tra parti ti; ripu– gnanza ad conservatorismo; ma soprat– tutto, come ha precisalo La Malta, av– versione ai finalismi prestabiliti, alle riso).uzioni ecce'llenti ne1le forma.li ma inefficienti nel.lia pratica, agli irrigidi– menti moralistici che non gjwigono al– la decisione politica. Chi pa;rtecipa di questi sentimenti è ormai premuto dal– l'esigenza di passare ai fatti; e sente, nel suo ambiente, che c'è un'intesa ab– bastanza chiara sui principi fondamen– tali, che sono quelli del progresso del~ libertà nela.'ambito -e per opera delle istituzioni dello Stato, a cui deve es– sere effettivamente chiamato LI maggior numero dei cittadini capaci di provare il loro senso di responsabilità; nè si crede in obbligo di determinare, in se– de poli·tica, al• di là dell'aperosità con– creta, le formu1e di una capi11llare ideo.. logia. Certo, avvertiamo dalll'altra par– te, dei democrdsti.anl, la parala ammo– nitrJce, che solo i partiti profondamen– te ddeolo~ci hanno per sè J:'avvenire po– litico; ma ora è proprio il Sorulla (Il Congresso dei Congressi (Il Popolo, 9 febbraio 1946) che trova eccessivo l'i– deologismo del Partito d'Azione; e ripe– te contro questo le accuse solite, di In– concludente 1alclsm-0 e prog,ressism-0. Ora, si sa che anche questi sono formali; ma il non avvertire in esse l'espressio– ne di un sentimento che è ormai l'ani– ma della OUlltura moderna è peggio che miopia. Ma !llÌente dà tanto fastidio ai dogmatici come il sentirsi tacciare di dogmatismo, e questo è il caso de1 Go– nella,- e questa Ia ragione del suo ar– ticolo risentito. Ma oggi egli ha buon giuoco: e ... un partito eh-I rispetta deve sa– pere che cosa vuole, dove vuole arrivare, con quali mezzi si propone èll arrivare ...•. u. 8.
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