Lo Stato Moderno - anno III - n.4 - 20 febbraio 1946
Lò ~fATO MODERNO 8'l mercato 'successivamente a:!la legge sul b:occo non poterono essere discip:inati, si fasciava a!:a responsabilità del:'impren– ditore -:a formazione del prezzo di vendita. Ciò, però, non era ad limtum, poichè se detta quota– zione risu:tava e:evata rispetto al costo calcolato secondo le norme, il produttore incorreva in un reato, analogamente a co:ui che poneva in vendita merci (o compiva servizi) a prezzi superiori a quelli stabi'.itL Anzi, al proposito, il le– és:atore fissò addirittura che l'utile non pote, a mai- ecce– dere a:la misura dell'8 per cento, ivi compresa la quota nschi e imposte sui redditi, mentre la va'.utazione degli elementi del costo dovevano basarsi sui _prezzi e tarilie ufficia:mente vigenti ali'atto deI:a produzione. Fu altresì resa generalo la norma che tutti i prodotti in vendita dovessero portare esposto il cartellino del prezzo. Dopo poco più di un anno dalla costituzione e poco meno di pratico operare, il C.N.P. venne trasformato in Sottosegretariato e posto alle dirette dipendenze del neo– Dicastero del Lavoro. Da un punto di vista prettamente economico la subordinazione della disciplina dei prezzi a que'.la salariale non troverebbe una soddisfacente giustifi- ' cazione, perchè il fenomeno dei prezzi è dipendente dalla produzione e non tanto dai problemi salariali. Se mai, quindi, • COSTI ALTI E I costi 1'imangono alti mentre t prezzi tendono .p], ribas– so: questo il grido di allarme iche, in modo b'intetico, esprime tutta l'angoscia dell'attuale crisi produttiva nella più vasta crisi nozionale. Così diagnosticato Il mdl,e, subito si fanno avanti i medici improvvisati. E ,la medicina è la solita: 6i fermi /.a tendenza al ribasso dei prezzi mediante una nuova iniezione di carta· moneta. L'ultima, naturalmente. Per que– sti medici la consigliata iniezione inflazionistica è sempre l'ultima. Invece, ·come tutti ormai ben sanno, dopo l'ultima Iniezione viene sempre l'ultimissima e :cosi si va avanti fino ali'annientamento della moneta. Per uscire dalla metafora è d'uopo dire ben chiaro che una eventuale espansione monetarlo ie creditizia non arre– cherebbe, in ,questo momento, alcun giovamento all'econo– mia italiana. Vi è _scarsità di materie prime. Le industrie si dibattono per procacciarsi carbone. Una maggiore quantftà di segni monetari in circolazione, ,dato che la produzione non può adeguatamente espandersi per le deficienze di ap– provvigionamento appeno accennate, si ripercuoterebbe, sì, sui prezzi, .ma anche sui ,salari e di riflesso wi costi- Quindi lo squilibrio tra costi e prezzi permarrebbe, 6e non anche in forma aggravata. ' Perchè i costi lsono alti? Non e' è affatto bisogno di ripetere i/.a solita solfa. Non si può addossare ad uno 6ola parte della collettività nazionale, -cioè l'industria, il compito di mantenere i disoccupati, senza fatali conseguenze. Lo Stato, espressione di questa collettività, ha trovato comodo l'empirico procedimento del blocco dei licenziamenti. Ma questa politica ha portato l'industria boccheggiante al mo– mento di iniziare i nuovi cicli produttivi di pace. Oui non si vuol dire che i disoccupati debbano rimanere senza sus– sidio. Si vool tJanto afferm.o,re w nedessità che ques:ti sus– sidi siano pagati dal!'intera 'collettività e non soltanto da una parte di essa. Ad ogni modo questa politica ha talmente rialzato i costi di produzione che Qggi. purfroppo. 6e ne cedono gli effeti. I consumatori non dispongono di potere dt acquisto sufficiente e le modeste quantità di merci pro- dotte rimangono invendute in magazzino. 1 E' chiaro, dunque, che lo squiUbrlo tra cdstl e prezzi, la materia doveva ritornare ai Ministeri del ramo della pro– duzione con l'obbligo di consu:enza con que:lo del lavoro per :a necessaria opera di coordinamento. Ma ormai eravamo alla vigilia della liberazione e i C.L.N. in Alta Italia preparavano il colpo definitivo. D'altra parte basta dare un'occhiata ai dati rif.ettenti l'annata 1944- primi 1945 per ri:evare come l'opera del C.N.P., da un certo punto di vista assai minuziosa, segnò una progressiva inef– ficienza. Era infatti suo intendimento di vincere lo squilibrio dei prezzi, rista'bi'.endo un ordine ·su cui orientare la vita economica. Il C.N.P., pertanto, feI'IIlo restando il proposito di non effettuare variazioni troppo onerose, mirò a dar corso al:a costruzione di un piano generale di nuovo livellamento, tanto .nel settore industriale quanto in que:Jo agricolo, e per far ciò ricorse anche alla po:itica deprecata delle integrazioni statali, come se, in fin dei conti, questa strana forma d'inter– vento statale non costituisse un onere per la massa dei con– sumatori. Abbiamo detto « strana politica», ma avremmo dovuto dire « illusione » perchè con ciò si rimandava la riso– luzione del problema al futuro, rimettendo il saldo degli oneri ai successori. (continua) EMILIO TACCANI PREZZI BASSI oggi unanimemente lamentato, non ipuò essere composto fM– diante manipolazioni monetarie. Sarebbe come dar da bere acqua S'olata ad un assetato. Può essere composto sol-O me– diante uno drastica riduzione dei costi. E questa riduzione può ottenersi sia mediante tagli vigorosi ai cooti aziendali, sia mediante uno energica espansione delle vend'ite sul mercato interno e sui mercati internazionali. Quest'espansione trova indubbiamente degli ostacvli: scarst"tà di 'materie prime ed energetiche, limitato potere di acquisto sul mercato interno, difficolità a!J'espor.tazione. Soprattutto · è d' ucpo battere sul problema ckU'esportazione, perchè vend~ndo all'estero si avrà maggiore libertà di aziooe pe:- l'approvvigiona.mento delk materie prime, conditio 1;ine qua non ·per il ravviamento del– l'intero nostro ciclo produttivo. A proposito dell'espansione produttiva, fattore primo per la riduzione dei costi, è qui opportuno dire che vi sono an– cora molte idee confuse in giro. Molte aziende, dovendo mi– sformau i loro cicli produttivi, si sooo lasciate cogliere im– preparate al passaggio dall'economia. di guerra all' economkJ di pace. Talmente impreparate sono che hanno ràftazzonato programmi di attività chiaramente inconsistenti. Questa osser– vazione vale (S(}p~attuttoper le industrie meccaniche, ciòè per quelle industrie che, dumnte il periodo bellico, seno state maggiormente ingrandite e che debbono ora, Pf/1' ragioni OVVl"e, subìre le trasformazioni più profonde. t7na reoente indagine mostra che quasi tutte queste industrie sperano di salvarsi vroducendo una ben ristreOta gamma di prodotti. T ant-0 n– stretta da far ,temere una pericolosa sovroprodumone, foriera di rovinosi ribassi di prezzi. Perciò un consiglio è· lecito for– mulare, specidl,mente in momenti come questi in cui estre– mamente incerte ed aleatorie seno k previsioni: ponderare bene i piani produttivi. Non lasciarsi prendere la mano dallo necessità di prodt11'1'epur di produrre. Gli errori si pogano . . E si pagano con sperperazioni di =µUale, con perturbamenti per l'economia nazkmole, con disoccupazione delle forze la– voratrici. Non si tratta soltanto di produrre; è d'uopo produrre economicamente: cioè in mcdo tale che i prezu futuri supe- rino i com att1UJU, L L.
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