Lo Stato Moderno - anno II - n.13 - 5 agosto 1945

Abbonanumto per un anno: 1.. :;Go ,11110110 • Foro Buon.aparte, N. fr, conto corrcnta postnte Esce il 5 e il 20 di ogni mese LO STATO MODE CRITICA POLITICA ECONOMICA E SOCIALE Anno II • N. 13 5 AGOSTO 1945 Una copia L. 15 SOMMARIO G. BALDACCI: Per una uuol.ia democrazia 1'-1. BONESCHI: ~na ~·terile aoventura G. PISCHEL: La mozione dell'Esecutivo nazionale del Partito cl Azione .. VITTOR: Un eqt4ivoco N. BOBBIO: Stato e democrazie, - Il A. BARONE: Prima impressione A. BASSO: Dalla Società delle Nazio11i alle Na– zioni Unite . Il C. SPELLANZON: La gra.mle vittoritl laburista ... pag. 129 131 133 134 135 136 137 140 L. LENTI: Hicoslrnzione economica e co~li di produzione pag. 142 N. RUSSO: Per una finanza straordinaria di pa• ce - Ili (fine) 144 LETTERE AL Dll!E1'TORE: Sul bilancio dello Stato 146 DOCVMENT.1ZIONE: Cenni storici sull'imfostria automobilistica il<4- liana HASSEGNA DELLA STAMPA DIARIO DELLA QUINDICINA 147 148_ 151 PER UNA NUOVA DEMOCRAZIA Si sentono ogni giorno voci allarmistiche sulla sor– te della democrazia in Italia e c'è già chi profetizza una nuova inevitabile dittatura. Dopo il primo con– gresso nazionale del Partito socialista queste voci si sono fatte acute. Quel congresso, d'altra parte, è stato di singolare importanza, in quanto ha rivelato una frattura incolmabile tra due o tre concezioni opposte, che sono il risultato di complesse valuta– zioni di ordine internazionale e di ordine psicolo– gico. Nessun partl\'!.Lpuò fare a meno di seguire lo sviluppo della situazione europea e mondiale. Non vi sono più sovranità statalnazionali assolute; i pae– si del mondo, e le loro politiche, sono strett,>JT1ente interdipendenti. La politica di un paese sarebbe campata nelle nuvole se non tenesse nel debito con– to le possibilità ·ed i limiti, che effettivamente le si pongono, attraverso un esame spassionato e gene– roso (generoso dal punto di vista della carità di pa– tria) delle grandi direttrici sulle quali si muove il mondo contemporaneo. Comunque vadano le cose all'interno dei partiti, ciò che più preme è l'individuazione dei pericoli che compromettono la vita della .democrazia: la violen– za, l'arbitrio, il farsi giustizia da sè, il risolvere in modo anarchico problemi di vitale importanza per l'economia del paese, ecc. ecc. Il nostro paese - e si capisce benissimo - ha bisogno di chiarezza negli intelletti e, staremmo per dire, di una rivelazione nelle coscienze. La grande maggioranza dei cittadini non sa nep– pure che cosa vogliano e cosa siano i partiti, non sa quale e dove sia il proprio interesse nel partecipare a questo o a quel partito. (Perché, non lo si dimen– tichi, i partiti esprimono degli interessi concreti ben precisi, ancor quando gli interessi siano mascherati con vacue formulazioni di sapore demagogico). Uno degli equivoci più singolarmente disorien– tanti della vita italiana è quello della formale (ma non sostanziale) accettazione del metodo democra– tico da parte di tutti i partiti: perciò alle menti pro– fane tutti i partiti, eccetto i reazionari ed i conser– vatori dichiarati (ma ve ne sono?), più o meno si equivalgono. Le masse, acerbe, immature, accorrono a quei partiti che hanno maggior presa romantica sul loro ingenuo cuore. Ed è eq1,1ivocodal quale difficilmen– te ci si sarebbe potuti sottrarre, poiché nessun par– tito, solo che abbia un minimo di pudore e di senso dell'opportunità, si sentirà mai di porre la propria· candidatura alla simpatia degli italiani sulla base di una esplicita confessione di fede autocratica in -un paese che esce tragicamente da una esperienza dittatoriale. Democrazia, in termini espliciti, esige libertà: li– bertà di esprimere una volontà che, salendo dal basso, si concreti in un voto e diventi operante nell'azione di governo. E' chiaro che se nel mo– mento in cui la volontà popolare deve orientarsi ~d

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