Lo Stato Moderno - anno II - n.12 - 20 luglio 1945

LO STATO MODERNO - 20 LUGLIO 1945 PROBLEMI DELLA RIFORMA INDUSTRIALE In vaste correnti dell'opinione pubblica e di partito, e, se– condo un recente accenno, anche nei programmi dell'attuale « go– verno della Costituente», la riforma industriale è uno dei punti fondamentali pel rinnovamento dello Stato italiano, fondamentale per là stretta connessione o, meglio, unità del problema econo– mico e del problema politico. Adopero il termine « riforma industriale», anzichè quello di socializzazione non solo perchè questo termine è stato screditato dai tentativi del neofascismo (e la questione di parole ha pure il suo peso nel determinare presso il pubblico la simpatia e l'inte– ressamento per la questione di sostanza); ma anche perchè il ter– mine «socializzazione» da un lato sembra alludere a una par– ticolare soluzione del problema, che può non essere adatta per tutti o per alcuni casi; dall'altro, perché anche in vista di qucì1a particolare soluzione, il termine, mentre sembra preciso, è altret– tanto vago di quello di « riforma industriale » che in sè, ir._vece, sem:,1 inganni, vuol essere vago e generico. Il problema si s_1_1ddivide, com'è nolo, in due sottoproblemi: quello della grande industria, cioè dei grandi complessi o gruppi industriali e quello della piccola e media industria; problemi di– stinti, per diversità di esigenze dettale dalle nostre condizioni eco– nomiche particolari. Sicchè, mentre si pensa di sottrarre la grande industria alla cosiddetta iniziativa privata, non si pensa e non si può pensare, almeno allo stato attuale delle cose, di fare altret– tanto per la piccola e la media industria (anche qui un problema sussiste, ma diverso). La riforma non è qualcosa di astratto, e quindi di generico e vago, ma un atto storico, che si concreta in precisi problemi de– terminati dalle speciali condizioni storiche, cioè economiche po– litiche morali, sulle quali la riforma deve sorgere. Perciò fare la riforma vuol dire anzitutto impostare chiara– mente i problemi, nella cui soluzione la riforma deve concretarsi. Quando una riforma è in gestazione, il miglior modo per pre– pararla e realizzarla, è quello di accendere l'interesse dei cittadini intorno alla riforma stessa: il che val quanto far loro sentire e discutere nell'intimo della loro coscienza politica i problemi in cui la riforma si concreta. Se questa non affonda le sue radici nel– l'humus della coscienza politica del cittadin'>, se i suoi problemi si presentano belli e risolti, non sentiti e non vissuti dal cittadino stesso nel dramma della loro formazione e risoluzione, come parte viva, spirito del suo spirito, la riforma è destinata ad essere un istituto estraneo e quindi non vitale: che è la sorte peggiore che possa toccare a una riforma, poichè su questo terreno di apatia o di indifferenza potrà risollevarsi più fie,ra l'idra della reazione dalle cento teste. Se invece la riforma è il dramma di tutti o almeno dei volonterosi, parte integrante nella formazione della loro co– scienza di cittadini o membri di un organismo politico, sorgerà di fronte ai. tentativi della reazione, fiera, viva e attiva la protesta: questa non si tocca, qui è in gioco la nostra stessa personalità po– litica. Per venire a noi: che cosa genericamente si vuole oggi quando si parla di riforma della grande industria? Che grandi complessi e gruppi industriali, i quali dispongono dei gangli ~itali dell'attività produttiva sociale, non siano dei privati. Ma bisogna subilo inten– derci su quel possessivo « dei ». Ciò che si vuole è che il governo, la direzione di questi gan– gli complessi non dipendano più da una volontà ispirata ad inte– ressi privatistici o individuali, i quali potranno si coincidere ca– sualmente, ma non necessariamente, con gli interessi sociali (in– teressi del lavoro, interessi dei costi e dei prezzi, cioè di consumo genericamente economici e politici). Ciò che interessa quindi, dal punto di vista dell'interesse col– lettivo, è la direzione o governo dell'impresa: il godimento totale o parziale, del capitale e il riparto del patrimonio di liquidazione rappresentano un'altra questione, che può (non « deve ») essere risolta in senso diverso da quello della precedente. Ciò posto, ecco quali problemi, s'intende principali o fonda– mentali, si presentano alla vista di chi scrive: 1) Statizzazione delle grandi industrie, magari come enti parastatali, oppure loro trasformazione in enti, sempre a carattere pubblicistico, autonomi, cioè, per intenderci, indipendenti (e fino a qual misura?) dal Governo centrale? Come, ad esempio, la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, il Monte dei Paschi di Siena, ecc. 2) Criterio per deterrninare quali complessi in\luslriali deb– bano assoggettarsi alla riforma: criterio legale di certezza, che s1 riferisce a dati, fissi, elementi dimensionali esteriori (capitale, nu– mero dei lavoratori, ecc.),, oppure un criterio più clastico e quale? 3) Natura della legge di riforma: legge costituzionale, de– liberata dalrassemblea costituente, e tale che non possa modifi– carsi se non con le garanzie di un lento complesso procedimento, come ogni norma costituzionale; oppure legge comune, modificabile nei modi comuni? 4) Legge generale uniforme per tutti i casi, o legge spe– ciale per ciascw1 caso o gruppo di casi, sia pure preceduta e ispi– rata da una legge generale contenente i. sommi principi? oppure, ancora, attuazione di questa legge generale con atti e mediante organi di carattere non legislativo? 5) Composizione dell'organo della riforma (generale o spe– ciale secondo il punto n. 4) e che presiede alla vita delle imprese riformate; e cioè: organo comune, comuni corpi legislativi o ese– cutivi di carattere meramente politico, oppure organo o corpo tecnico-politico? 6) Problema della nomina dei dirigenti o capi delle im– prese, problema centrale, per quanto si è detto sopra, posto che si vuole e si deve escludere, per ragioni che meglio si chiariranno, la nomina da parte dell'azionariato, anche quando si pensi di con– servare quest'ultimo. Chi nominerà gli amministratori o capi del– l'impresa? in che mondo, e con quali garanzie? Che è poi anche il problema donde trarre i capi della grande impresa, posto che essi non si improvvisano. Il segreto della riforma sta principalmente qui; e su questo 'punto si richiama l'attenzione del lettore. 7) Posizione degli amministratori o capi di aziende (poteri, retribuzioni, responsabilità, ecc.). 8) Problema del finanziamento, che è anche problema di un particolare interessamento dei cittadini alla vita dell'ente e problema di economia sociale (e si presenta più facilmente, ma non esclusivamente, per la soluzione dell'ente autonomo: v. punto n. 1). Conviene conservare almeno in certi casi una forma di azio- ' nariato con diritto, totale o parziale, agli utili e al riparto del pa– trimonio di liquidazione, o con un diritto misto di interesse e di partecipazione agli utili e al riparto del detto patrimonio? S'intende, un azionariato senza diritto al voto nella nomina degli amministratori nelle modifiche statutarie e nella formazione del bilancio (v. punti 5, 6 e 11), oppure un azionariato (apparente, quasi obbligazioni) con diritto soltanto totale o parziale agli utili o col diritto misto accennato, essendo in facoltà dell'ente di rim– borsare alla pari con preavvisi, ecc. le cosiddette azioni? · Conservandosi un azionariato (più o meno apparente) dovrà sussistere un'assemblea degli azionisti e per quali scopi? e si po– trà istituire anche un rappresentante degli azionisti ad analogia di quanto Òispongono gli articoli 2415, 2417 e 1418 c. c.? Oppure il finanziamento dovrà avvenire in forma di emissione di obbligazioni? o in altra forma? Da chi e con quali garanzie si deliberano le emissioni d'azioni o di obbligazioni? E' possibile e conviene stabilire che in casi speciali di fi– nanziamento in denaro o materie prime, al finanziatore sia ecce– zionalmente riservato, per un certo periodo di tempo, o per tutta la durata del finanziamento, un diritto agli utili, alla nomina di una parte degli amministratori o controllori? Quali in genere i vantaggi e le garanzie da offrire per que- sti speciali finanziamenti? · li finanziamento e, in genere, la possibilità che l'impresa con– tragga debiti, fa sorgere anche il problema dei diritti e dei poteri sul patrimonio dell'impresa stessa. 9) Nel caso si voglia abolire l'azionariato, anzichè trasfor-

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