Lo Stato Moderno - anno II - n.5-6 - marzo-aprile 1945

1 . \ . zione dello Stato, dalle finanze all'econ()mia -ed alla giustizia, amputando e sopprimendo v_ecchi organi ed· istituti e creandone a piacimento dei nuovi. Conviene riconoscere tuttavia che in tanta incompostezza. di forma e giovanile ingenuità di sostanza si celava un nucleo di verità che resisteva ad ogni critica, ed erano poste a fuoco alcune considerazioni che sa,. rebbe grave error_e trascurare : tali la necessità di addivenire ad una politica positiva di unione nazionale e ad un vasto e leale accordo fra tutti i partiti sui problemi più urgenti della vita italiana; e l'opportunità di non attendere supinamente l'annessione dell'Alta Italia da parte del Governo di Roma, ma di prevenirla ponendosi fin dal principio sulla strada delle opportune riforme negli organismi e nella politica ammini• strativa. Pur ammettendosi dunque che la posizione assunta nelle pro• poste in _esame fosse tale da sollevare giustificate inquietudini e da pro• vocare certe reazioni, sembra peraltro che il volersi trincerare, come fanno i partiti in questione, dietro l'obiezione che il sostituire la politica di unione nazionale alla politica dei partiti equivarrebbe a perpetuare il sistema totalitario, risponda più a posizioni polemiche di mera forma che di meditata sostanza. Nessuno vuole in realtà rinunziare alla varietà delle opinioni e delle parti, né si spaventa di fronte ai loro fecondi, anche se spesso rumorosi, contrasti ; ma nelle procellose giornate della grande crisi nazionale, con una indipendenza gravemente menomata, una economia schiantata ed un popolo esausto. ed esasperato, vi sono supreme esigenze che vanno soddisfatte se non si vuole che la patria abbia a soccombere ed il nostro consorzio nazionale a sciogliersi e disperdersi ; ed i partiti veramente consapevoli hanno il dovere di superare interessi ristretti per riunire le energie di tutti e di ciascuno nel difendere ed appoggiare il· programma di ricostruzione che do_vrà sintetizzare le più urgenti esigenze della Nazione sofferente e della rinnovata coscienza liberale. Parimenti, r1•;ffermare essere arbitraria ed illegale ogni modificazione dello stato di diritto esistente nel 1922, escludendosi ogni modificazione anche provvi– soria di questo nel periodo dell'interregno, sembra mancare di serio fon– damento giuridico e politico ; quello stato di diritto si è dissolto o è stato dissolto colla forza da molti anni, sicché non si tratta più ormai di ripristinare un ordine venuto momentaneamente a cessare, ma di crearne uno nuovo, con ~n atto temporaneamente privo, è naturale, della sanzione popolare. E allora, pur prendendosi prudentemente a base il vecchio si– stema amministrativo, nulla sembra. ostare ad emendamenti e migliora,. menti di questo in senso liberale e progressivo in quelle parti unanime– mente reputate sorpassate e caduche, cosl da ordinatamente avviare l'ur• gente e improrogabile processo di riforma della pubblica amministrazione. Se, dunque, i partiti che hanno un elevato sentimento della propria responsabilità hanno il dovere di rigettare le id_ee estrose e i progetti estemporanei in fatto di riforma amministrativa, hanno però ugualmente il dovere di dare senz'altro l'avvio a tutte le riforme utili, opportune e necessarie, senza formalisticamente attendere la molto futura legislazione -8-

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