Lo Stato Moderno - anno II - n.5-6 - marzo-aprile 1945

gimenti politici che meglio rispondano alla ragione ed alla morale. E poiché la situazione non è fondamentalmente mutata, il suo programma di ieri è ancor quello di oggi, cosi come identiche rimangono le ragioni della sua·es1stenza. Nella concezione repubblicana i problemi della vita civile s'integrano l'uno nell'altro e pertanto, per essa, non si può parlare di morale senza tener conto delle condizioni politiche e scciali; e se mazzinianamente ci soffermiamo sulla importanza della questione morale, è perchè questa costituisce il fondamento della Giustizia - supremo fine della Democrazia - e legittima le rivendica– zioni politiche e sociali del popolo tendenti a sopprimere l'immoralità dei no– stri tempi: la sudditanza politica e la schiavitù economica., · Sensibili a queste esigenze di carattere etico, i repubblicani si rendono consapevoli della necessltà di rialzare il tono morale del Paese, il che presup– pone da un lato la soluzione del problema della scuola e della stampa, e dal– l'altro la eliminazione delle interferenze di interessi particolaristici atti a tur– bare le amministrazioni e la libera manifestazione della volontà popolare. Non possiamo concepire una stampa con funzioni educative se non libera e non imbrigliata da alcuna legge speciale; la scuola se non laica e accessibile a tutti, cosi come a tutti dev'essere accessibile la giustizia e indipendente il magistrato; libero e segreto il voto e sottratto alle influenze ed alle pressioni del potere politico e delle clientele locali; né eleggibili né elettori i corrotti ed i corruttori. ~' Alla politica italiana sono mancati nel passato e mancano tuttora i due termini che rendono legittima l'autorità: l'effettiva sovranità popolare e la responsabilità del potere, l'una e l'altra escluse, in origine, dalla mancanza di un patto fondamendle dettato ed accettato volontariamente dalla Nazione. Per i repubblicani quindi l'adozione di un Patto Nazionale, che in una dichia– razione di principi indichi il fine comune a tutti, è il primo e il più urgente bisogno del Paese. La questione politica, nel pensiero repubblicano, è intimamente connessa alla questione sociale, per cui vana o illusoria è considerata la libertà dell'uomo senza l'indipendenza del lavoratore. Senza apriorismi dogmatici, poiché i re– pubblicani ben sanno che la questione sociale non potrà che avere delle soluzioni ;,,.pprossimative, sostengono che nella sua evoluzione essa dovrà determinare le leggi del lavoro a tutela del lavoratore e del suo avvenire, e quelle della distri– buzione del prodotto sia rispetto al prcxluttore che alla società tutta; dovrà promuovere la trasformazione della proprietà da privata ad associata ispiran– dosi a concetti di utilità sociale e di giustizia; dovrà infine precisare entro quali termini dovrà svolgersi la funzione politico-economica dello Stato. Riassu– mendo: promuovere tutti quei provvedimenti di caràttere sociale che emanci– pa.odo il lavoro redimono i lavoratori. Ed è in questo rialzare e integrare il senso morale con le guarentige politiche· e con. le rivendicazioni economiche che i repubblicani scorgono la missione dello Stato rispetto alle sue funzioni organiche. Ma niente - diceva Giovanni Bovio - sono le dottrine senza l'apostolato, che per i repubblicani significa contatto tra legislatori e popolo in pubbliche adunanze per trame ispirazione prima, correzione dopo, sincerità sempre; cioè discussione onesta intorno a cose possibili e lontane da ogni illusione. Cosi dovunque è il potere, negli eletti e negli elettori, dovunque di conseguenza è la responsabilità;· ed ogni diritto diviene l'esercizio d'un dovere ·compiuto. Questo è anche il nostro concetto ideale di democrazia diretta. Fuori delle astrazioni e dei principi puramente teorici, quali sono le imme– diate soluzioni che i repubblicani ravvisano per avviare il Paese verso una in– tegrale rinascita che ripudi il passato e si orienti decisamente verso l'avvenire? - 36-

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