Lo Stato Moderno - anno II - n.5-6 - marzo-aprile 1945
appunto che pareva formale. ed era. connaturale col probleIJ1a economico. Cia– scuna cosa ha le sue forme congenite e fuori di quelle non s'intende e non vive. Ed ecco che l'idea repubblicana risorge più luminosa· ed attuale perchè porta con sè quelle che per tanti secoli furono le aspirazioni e presagi delle anime mi.izliori: la redenzione del lavoro, l'indipendenza delle nazioni, la federazione ~p~~- . , L'ideale repubblicano è· tutto qui. Conviene tuttavia chiarirlo nelle sue '– deduzioni teoriche e -pratiche. L'idea repubblicana, nella mente dei suoi maggiori pensatori, da Mazzini a Cattaneo a Ferrari, non fu soltanto politica, ma soprattuto morale e sociale, e i suoi seguaci si sono imposti il dovere di serbarle i caratteri originari e di svolgerli, adeguandoli alle esigenze dei tempi. · Potrebbe sembrare superfluo soffermarsi sul passato; ma è utile, invece, se si vuole intendere appieno il significato della presente crisi ed evitare di conseguenza il rinnovarsi delle cause che l'hanno determinata. La catastrofe in cui siamo piombati è lì ad ammonirci quanto fosse tarata la vita del Paese. 11 fascismo non fu che l'ultima esplosione virulenta di quel processo di degenera– zione del costume politico che la monarchia andava compiendo in Italia. Se si vogliono sintetizzare le cause di questo progresso degenerativo, esse si pos– sono raccogliere in un ·unica espressione: assoluta assenza di missione nello Stato. · Lo Stato italiano non ha mai avuto un programma; abbiamo avuto dei . programmi ministeriali, anche questi peraltro subordinati nella realizzazione alla necessità di non perdere l'appoggio di quelle forze occulte che fuori del Par– lamento controllavano e dirigevano di fatto la vita del Paese e costituivano la riserva strategica d·ena monarchia; pei· cui un nostro grande giornalista, Alberto Mario, poteva ben dire che cada l'uno o l'altro ministero gli è tutt'uno, perchè la monarchia li livella tutti con la medesima pialla. Da ciò la carenza di una politica lungi.mirante e continuativa, per cui le circolari sopraffacevano i rego– l_amenti e i decreti reali modificavano e sostituivano le leggi; da ciò l'arbitrio ministeriale superiore alla legge dello Stato e l'irresponsabilità dell'arbitrio. E con il progressivo allentamento dei già tenui vincoli costituzionali, al governo legale si sostituì il governo delle clientele, cioè dei ministri sui deputati, dei deputati sul Paese; un governo cui davan ombra perfino le vaghe guarentige • che il timore della rivoluzione aveva strappato a Carlo Alberto. Si spiega cosi come ad un certo momento, tolta la maschera dell'ipocrisia costituzionale, il fascismo abbia sostituito se stesso agli uni ed agli altri ed instaurato l'arbitrio a suprema norma di governo. Fummo cosi esposti a tutte le sorprese, ad im– prese avventurose in terre altrui, all'esecuzione di piani megalomani d'impero, a tutto tranne che ad una impresa che si accordasse con la missione d'inci– vilimento che i nostri Grandi avevano sognato per l'Italia. Niuno avrebbe potuto dire a che mirasse lo Stato italiano, a quale linea 1 ideale si ispirasse . la sua politica. Una cosa sola era evidente agli spiriti piii consapevoli: che in quel procedere a tentoni, senza una bussola ideale, ci si incamminava or lentamente or vertiginosamente verso l'abisso. In questo quadro storico il fascis~o s.i definisce quale realmente fu, una espressione di reazione monarchica tesa a soffocare con mezzi drastici· - poiché quelli della corruzione e dell'inganno non apparvero più sufficienti - l'anelito di liberazione che andava maturandosi e diffondendosi nel Paese e che non avrebbe potuto non concludersi in un aperto conflitto con la monarchia. L'opera del Partito Repubblicano in siffatta situa·zione aveva tutte le giu– stificazioni storiche che provengono dal moto evolutivo del pop~lo verso reg- - 35-
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