Lo Stato Moderno - anno II - n.5-6 - marzo-aprile 1945

Essi sanno perfettamente che la pace non potrà essere duratura fino a quando non verranno accolti da tutti i popoli europei i seguenti principi po– litici: 1° l'integrale applicazione del diritto di autodecisione per tutti i ter- ritori in contestazione nell'ambito europeo; 2° il riconoscimento giuridico e la garanzia internazionale del pieno diritto alla libertà di coscienza nazionale per tutte le minorai;ize indistinta– mente,. in modo che ognuna di esse possa· sentirsi parte integrante, dal punto di vista culturale, della propria comunità nazionale al di sopra delle fron– tiere politiche e amministrative; 3° l'abolizione delle barriere doganali fra tutti gli Stati che costitui– ranno la lega federale europea in pectore. È disposta la nuova Jugoslavia a riconoscere e ad applicare integral– reente i principi suesposti? In altri termini, è disposta a concedere il libero e~ercizio del diritto di autodecisione alle _sue forti minoranze bulgare, alba– nesi, ungheresi e tedesche, cioè a circa il 20 % dell'intera popolazione jugo– slava? È disposta a riconoscere alle sue minoranze delle zone prevalentemente slave l'assoluta autonomia culturale in modo che ogni minoranza si senta parte integrante della propria nazione? È disposta a collaborare su piede di parità con le altre nazioni per la creazione di una lega federale paneuropea? Se la nuova Jugoslavia è davvero liberale (nel senso classico della parola), democratica ed « europeista», la risposta non dovrebbe essere du~bia. Ma dallo scr~tto ·del dott. Smodlaka abbiamo tutto il diritto di credere· il con– trario." Questa guerra non è una guerra a tinta nazionale, è una rivoluzione che getterà le basi di un nuovo mondo. I Giuliani; e. in particolare i lavoratori, non intendono rinunciare ai diritti che ram"pollano dalla rivoluzione in atto e che si riassumono per loro nella parola autonomia nel senso più lato della parola, cioè autonomia economica, politico-amministrativa e culturale nel– l"ambito dello Stato italiano a carattere nettamente autonomistico in via di costituzione. / La Giulia vuole essere una zona franca, in cui sia garantita la libera circolazione delle merci e degli uomini (senza passaporti, bene inteso). In tal modo la nostra Regione costituirà l'anello di congiunzione fra il suo retro– terra medieuropeo e i paesi d'oltremare. I Giuliani vogliono crearsi in piena libertà un autogoverno politico-amministrativo per gli affari strettamente re– gionali, allo scopo di facilitare e promuovere la convi~enza pacifica e la col– laborazione economica, politica e culturale fra la penispla italica e quella bal– canica. L'ordinamento politico che noi propugniamo deve garantire la piena autonomia culturale alle genti giuliane, sì che ogni gruppo o frazione etniéa possa sentirsi parte integrante della propria comunità nazionale, al di sopra delle frontiere politiche e amministrative. Quelle zone della Giulia che vorranno separarsi dalla nostra Regione autonoma nei modi e nelle forme previsti per l'esercizio del diritto di auto– decisione, potranno farlo in qualunque momento. La Giulia autonoma, fa– cente parte del nuovo libero Stato Italiano, non vuol essere e non sarà mai una prigione per nessuna frazione etnica marginale che vorrà distaccarsi da noi. Gli antifascisti giuliani sono liberali (nel vero sens~ della ·parola), demo– cratici, socialisti ed europeisti, non solo in teoria ma anche in pratica. Questa è l'aspirazione insopprimibile della stragrande maggioran;a dei - .15 -

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