Lo Stato Moderno - anno II - n.5-6 - marzo-aprile 1945
rt-bbe più alcun italiano. L'assurdità di certe cifre si rivela al lume della statistica, i cui dati si possono desumere dai censimenti prebellici e postbel– lici. La realtà è quella che è e non bisogna interpretarla contraffacendo o falsificando i dati a proprio beneplacito. Dunque quanti sono gli Italiani e quanti gli Slavi (Sloveni e Croati) nella Giulia? Solo gli abitanti della Regione potranno dare, in piena libertà, una risposta precisa al suddetto quesito. Come? Quando? Ecco i problemi dell'avvenire, dalla cui risoluzione dipende in rilevante misura la pace sulle sponde dell'Adriatico e in questa vecchia e martoriata Europa. Ma la pace dipenderà dal modo che si seguirà nel risolvere questa deli– cata vertenza d'indole nazionale. La storia recente ci insegna che i modi per dirimere siffatte vertenze sono soltanto _due: la forza bruta o il diritto di autodecisione, da concedersi alle popolazioni giuliane sotto la protezione e il controllo internazionale (con esclusione delle parti interessate). La forza brnta (chiamata con un eufemismo il diritto della forza) è un'arma tipicamente nazifascista, che getta i semi per nuove discordie e per nuove guerre. Nessun popolo europeo, piccolo o grande che sia, potrebbe ras– s€-gnarsi indefinitamente a subire dei· torti che ledano il ·principio di egua– glianza fra le nazionL Questo è un canone basilare della convivenza inter– nazionale. Chi non lo riconosce o cerca di eluderlo non è un democratico nè un buon europeo, ma un nazionalista guerrafondaio camuffato da demo– cratico. Orbene, il dott. Smodlaka accenna en passant al diritto di autodeci– sione, che spetta a ciascun popolo - diritto riconosciuto dalla Carta Atlan– t;ca e dagli accordi di Teheran - 91a con la restrizione mentale di efo– derlo, creando il fatto coinpiuto. Dalla lettura dell'articolo appare evidente che il problema giuliano dovrebbe venir risolto con la punta della spada, pena la guerra se il popolo italiano oserà fiatare. Egli afferma che l'Italia ha perduto questo territorio perchè l'esercito italiano è stato costretto ad evacuarlo per opera dei Tedeschi (- Ma l'esercito italiano, disgregatosi su– bito dopo l'armistizio dell'8 settembre, ha evacuato tutta l'Italia e non solo la Giulia! Seguendo questo ragionamento, l'Italia non avrebbe più al– cun diritto ... sui territori della penisola italica! -) ; che l'Italia ha seppel– lito per sempre la sua autorità in queste contrade soprattutto con il suo stesso modo di procedere nei confronti degli Slavi (- Ma lasciate che le po– polazioni giuliane esprimano liberamente il loro giudizio in proposito, perchè scltanto il popolo interessato è giudice qualificato in materia! -) ; che la Jugoslavia è .vincitrice, mentre l'Italia è vinta (- Il fascismo è vinto, non l'Italia dei partigiani, che continua la sua battaglia contro il nazifascismo, così come fanno da oltre tre anni i partigiani di Tito, i quali combattono contro il fiorente nazifascismo di Rupnik, Pavelic e Nedic, nazifascismo che !.i chiama belagardismo, domobranzi, ustascia, cetnici ecc. -) ; che vi è stato già « un plebiscito del sangue », donde l'inutilità di altri plebisciti ecc. Poi ricorda l'incendio del « Narodni Dom » di Trieste senza rammentare che fu una deplorevole ritorsione del Fascio di combattimento triestino per i fatti deplorevoli di Spalato, culminati nell'uccisione del motorista Gulli e nel fe– rimento di alcuni marinai italiani. Il fascismo ha privato tutti gl'Itàliani e non solo gli Slavi della Giulia dei diritti pertinenti all'uomo e al cittadino. Chi vestiva la camicia nera, italiano, slavo o albanese che fosse, era il cit- -12-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy