Lo Stato Moderno - anno II - n.3-4 - 1-16 febbraio 1945

per protesta.re contro la soppressione del democratico Secolo, contro i tribunali militari e i decreti liberticidi del Pelloux; fu liberale con Luigi Albertini; con lui fu nel 1914 interventista nel senso buono, non marinettiano,• della parola; con lui fu, dopo un momentaneo disorientamento, coraggiosamente anti– fascista dal 1922 al 1925. Dopo il colpo di stato del 3 gennaio il Corriere subì forzatamente la sorte comune: fu piii o meno sinceramente fascista con Ojetti e con Maffii, e, infine, Io fu allegramente con Aldo Borelli. Ma non dobbiamo dimenticare il dignitoso interJ?lezzo a cui è legato onorevolmente il nome di Ettore Janni. Che importa se poi sotto la sferza della croce unci– nata ha portato anch'esso immondizie al comune letamaio? Non crediamo che soltanto per ciò il nome di COY'.fÌere della Sera possa essere odioso come poteva esserlo quello di Novoe Vremya, se si pensa a quello ohe il Corriere è stato, quando poteva essere qualche cosa, e a quello che non è stato quando, come ognuno "di noi, non poteva essere più nulla. Comunque per noi, torniamo a ripetere, la questione della testata è questione di lana caprina. Questione reale e di capitale importanza potrà essere, invece, per l'anti-fascismo il tro– varsi lì pronto, al momento della liberazione (quando cioè inevitabile sarà il disorientamento sociale, civile e morale) un giornale già piantato e cosi sal– damente piantato, il quale, ritrovata la sua libertà e sfruttando la popola– rità della sua testata, potrà farne giungere subito la parola in mezzo a quel pubblico straordinariamente largo e curiosamente eterogeneo quale è sempre stato il pubblico del Corriere. 4. - Ci rimane ancora un'ultima cosa da dire. Premesso e ammesso che l'esclusivismo di cui si parla sia illiberale e quindi sconsigliabile; premesso e ammesso che la questione della proprietà e della testata debba rimandarsi a più tardi e lasciata da risolvere a chi di dovere; ci resta ancora da rispondere a una domanda facilmente prevedibile. Siete ben sicuri che mantenendo in piedi •un giornale d'informazione voi gioverete alla causa che, come giorn'l.– listi e cittadini anti-fascisti, vi sta tanto a cuore e che sta a cuore egualmente a tutti i partiti? « Certo - rispondiamo - su ciò non abbiamo il minimo dubbio. Premesso che, all'indomani della liberazione, i grandi giornali d'in– formazione dovranno uscire radicalmente trasformati, con uomini nuovi in sostituzione degli attuali, dal direttore a tutti indistintamente i redattori compromessi col fascismo, i quali, per altro, si saranno affrettati a prendere il largo spontaneamente, prima ancora di essere invitati ad andarsene; pre– messo che questi uomini nuovi dovranno essere tali da offrire a tutti i par– titi, indistintamente, un'assoluta garanzia di fede anti-fascista, di serietà, di dirittura e di abilità ,vediamo il compito che spetterebbe ai rinnovati gior– nali d'informazione in un primo tempo. Sarà questo primo tempo piuttosto difficile e ansioso. Noi dovremo inevitabilmente passare per una fase confusa e incostruttiva, attraverso molte chiacchiere, molte impazienze, molte impul– sività, e, forse, non pochi errori. La gente che ha la testa sulle spalle, che ha a cuore la causa della vera libertà, la gente seria, sobria e positiva, che, senza perdere di vista il domani, guarderà all'oggi, perché n::illa succeda che possa fuorviare o screditare la nostra causa, dovrà subito stringersi intorno al Comitato di Liberazione Nazionale, il solo nucleo consapevole e compatto, la sola autorità del momento. Ebbene, il grande giornale d'informazione ne potrebbe e dovrebbe essere l'organo; dovrebbe pubblicarne e diffond\:)me le decisioni; dovrebbe fiancheggiarlo e sostenerne l'azione. Il Comitato di Libe– razione non è un po', in sostanza, l'alleanza di tutti i partiti per uno scopo comune? Ebbene, perché un giornale d'informazione, senza essere organo di un singolo partito, non potrà essere l'organo di questa alleanza? Sorgeranno in quei giorni anche gli altri giornali di partito, ma, lasciatelo dire a noi che siamo del mestiere, non potranno, sulle prime, affermarsi e interessare per un largo, rapido notiziario, imporsi e arrivare dove vorrebbero, per mille ragioni tecniche e amministrative. Solo un tal giornale, con la sua salda or- - 36-

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