Lo Stato Moderno - anno II - n.3-4 - 1-16 febbraio 1945
.... rioso equivoco. Si crede che un grande giornale d'informazione sia o debba essere necessariamente apolitico e la cosa pare giustamente deprecabile. Ma non è detto che un giornale, perché non alle dipendenze di questo o quel partito, debba essere aP9litico. Riferiamoci ancora una volta all'esempio in– glese. Quali sono i due maggiori giornali di cui si citano comunemente le opi– nioni politiche come le più autorevoli e significative? Sono il Tfmes, per la politica conservatrice, e il Manchester Guardian per la politica liberale. Eb– bene: né l'uno né l'altro sono emanazione del partito conservatore o di quello · liberale. Il Tirnes appartiene dal 1785 a una sola famiglia, la famiglia Walter, e il Manchester Guardian, detto comunemente organo del Lancashire, lo è unicamente perché liberista, senza che alcuno dei magnati dell'industria tes– sile ne possegga una sola azione. I due giornali vivono della pubblicità, che in Inghilterra è una miniera d'oro (da 30 a 40 colonne giornaliere del Tirnes recano esclusivamente annunci a pagamento), e questa indipendenza finan– ziaria permette loro di fare della politica relativamente oggettiva, certo non legata direttamente ad alcun partito. Ma in Italia - si dirà - quelli che passano per i maggiori nostri giornali sono stati o sono ancora organi di certi trusts e di certe industrie: dei cotonieri, degli zuccherieri, degli idro– elettrici, della Fiat, ecc. ecc. Si dice da taluno che bisogna espropriare questi giornali e sopprimerli, o almeno sopprimerli nella loro veste attuale. 3. - Qui dobbiamo uscire dalle nostre considerazioni generali che hanno costituito la premessa di queste note e venire alla realtà presente. E veniamoci con franchezza, e, soprattutto, con chiarezza. Prendiamo il caso di un grande giornale d'informazione, come il Corriere della Sera, la Stampa o la Gaz– zetta del Popolo. Il problema che si pone è complesso. Che cosa ne sarà domani di questi giornali? I cinque o sei partiti che domani vorranno aver voce in capitolo non potranno, tutti insieme, prenderseli e gestirli collettiva– mente. (Un tentativo del genere fu fatto in Russia per il Novoe Vremya da parte della Pravda e delle lsvestia, ma il tentativo, appunto per la concor– renza di due giornali, non riuscì). D'altra parte sarebbe palesemente ingiusto che un solo partito si prendesse l'uno o l'altro di questi due o tre massimi giornali, a scapito di tutti gli altri, impossessandosi e valendosi ai suoi esclu– sivi fini politici ed economici, di un materiale tipografico e soprattutto di una potente organizzazione che, necessariamente, mancherebbero, almeno sulle prime, a tutti gli altri partiti. Su questo, come è facile immaginare, tutti sono d'accordo. Un grande giornale d'informazione - a meno di un atto di inconcepibile violenza - non può diventare organo di uno dei partiti, perché dovrebbe diventarlo contro il giusto interesse di tutti gli altri. Allora soppri– merlo. Ma sopprimere un organismo che potrebbe essere un impareggiabile strumento di bene per la causa di quélla vera libertà che sta ugualmente a cuore a tutti quanti, sarebbe una follia. Mantenerlo dunque in vita come organo d'informazione; ma qui sorgono tre questioni: della direzione e redazione, della proprietà e della testata. La prima questione ci sembra di facile soluzione. Direzione e redazione dovrebbero esser immediatamente epu– rate, prima ancora che entrino in vigore in alta Italia i decreti governativi già emanati sulla materia. L'epurazione, naturalmente, dovrebbe essere ra– dicale, attuata cioè non solo in conformità della procedura e dei criteri in– dicati già dal C.L.N. Alta Italia per tutte le aziende in generale, ma con particolare riguardo al carattere che riveste, sotio l'aspetto politico e mo– rale, una grande azienda editoriale. Il giornale dovrebbe essere affidato a uomini di sicura e provata fede anti-fascista, non imrposti s'int,ende da alouno dei partiti, ma capaci di combattere lealmente con essi la grande battaglia che ci attende all'indomani della liberazione. Tanto per ciò che riguarda dire– zione e redazione. Per la questione della proprietà si possono proporre varie soluzioni in tema di regolamento particolare del regime della stampa: forme cooperative, investimenti finanziari da parte di enti morali, obbligatorietà del frazionamento del capitale e controllo del trasferimento delle azioni, ecc.; - 34 -
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