Lo Stato Moderno - anno II - n.3-4 - 1-16 febbraio 1945

Si scorge adunque la necessità di elaborare l'idea di un movimento, di costruire un partito, che sappia individuare il nocciolo attualmente realizza– bile degli ideali del socialismo e della democrazia e che sappia essere suffi– cientemente eroico, antiromantico e duramente deciso a battersi per quel nocciolo attuabile e per null'altro, per nulla di più e per nulla di meno. Necessità di un partito che sappia esattamente quali socializzazioni e quale democrazia politica vuole, e non si la~i fuorviare dal desiderio di mietere applausi di folle, né si lasci allettare dai compromessi parlamentari. Necessità di un partito che non si sforzi di identificare la propria base sociale in fun– zione di simpatie, per questa o quella classe o sotto-classe, ma curi, spregiudi– catamente, la mobilitazione di quelle precise forze che, oggi come oggi, ap– paiono adatte a costruire il nuovo regime cui si aspira. Necessità di un partito che non deduca i suoi metodi da considerazioni ideologiche o sociologiche, ma li ricavi dalle esigenze della lotta odierna. e li modifichi via via coì modificarsi di questa. Necessità, infine, di un partito che nel dar prova di tale realismo e spregiudicatezza, sappia non dimenticare i propri ideali di giustizia e di libertà, e pur tenendo conto della realtà di fatto, si sforzi costantemente di piegare questa a quegli iàeali. Da tali esigenze nasce il i1ostro partito d'azione. Partito proletario o par– tito dei ceti medi? Né l'uno, né l'altro, ma partito della frazione più libertaria e più realistica insieme, degli intellettuali, dei tecnici, degli operai, degli im- . piegati e dei contadini; partito dunque di lavoratori nullatenenti, di profes– sionisti e di piccoli proprietari lavoratori. Partito di sinistra o partito di cen– tro? L'uno e l'altro. Partito di sinistra, anzi di estrema sinistra, nella sua intransigente opposizione rivoluzionaria al regime esistente del capitalismo mo– nopolistico e dello Stato autoritario, anche se larvato di parlamentarismo. Partito di centro, nella sua ferma volontà di giungere alla formazione di un governo capace di durevolmente governare nell'interesse della collettività pre– sente e futura, a rischio di rinunciare a quel beneficio della grande popolarità che generalmente riscuotono i facitori di promesse non suscettibili di essere mantenute. Sintesi di socialismo e di liberalismo? Sì, ma a condizione che si sappia che cosa è una sintesi e non la si confonda con la somma aritmetica dei due termini. Chi vuole semplicemente sommare l'economia socialista con il libera– lismo politico (o anche con la democrazia politica}, si vota a priori all'insuc– cesso. L'esperienza, che è davanti ai nostri occhi, prova che l'economia so– cialista integrale è irrealizzabile senza il ricorso alla· dittatura politica più ferrea e che questa trasforma largamente _quella in capitalismo di Stato. L'esperienza prova egualmente che il liberalismo politico puro, ossia il re– gime parlamentare di tipo inglese o francese, lascia larga parte del potere effettivo nelle mani di caste militari e burocratiche reazionarie, che a loro volta si alleano naturalmente coi ceti economici monopolistici e oligarchici e nelle questioni decisive mettono il Parlamento e il Governo demo-liberale davanti ai fatti compiuti. La sintesi di socialismo e di liberalismo implica il rivoluzionamento della concezione e della pratica tradizionali del socialismo e del liberalismo (e della democrazia parlamentare che da questi deriva). Occorre rendere inscindibili i due termini. E dunque occorre attuare quelle socializzazioni che potenziano il sentimepto della libertà, ossia socializzare quelle imprese che, se lasciate in mano ai privati, sopprimono o falsificano l'eguaglianza dei punti di partenza e mettono certi ceti sociali in condizioni d'inferiorità rispetto ad altri ceti so- - 23

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