Lo Stato Moderno - anno II - n.3-4 - 1-16 febbraio 1945
Il problema dei trasporti terrestri - la cui soluzione è indispensabile per con– sentire all'Europa la piena utilizzazione delle suè proprie risorse - comprende an– che quello dei trasporti per via acquea interna, ed è senza dubbio quello cli più difficile soluzione, in. quanto è ljuello per cui occorre porre rimecjio alh più grande massa di distruzio!li, non solo di mezzi, ma anche di sedi fisse. Occorrerà, cioè, fronteggiarlo disponen(fo non solo di locomotive, di carri ferroviari, di autocarri, di natanti fluviali in buona parte ogi;i dis:rutti, ma anche ed in primo luogo di linee ferroviarie, di strade ordinarie., di canali e, di conseguenza, di ponti, di gal– lerie, di impianti di ogni genere, pur essi in gran parte distrutti e soltanto con enor– me costo e dispendio di tempo ricostruibili. La distruzione di queste sedi ha as– sunto e va ogni giorno assumendo proporzioni che forse- non tutti immaginano, non soltanto perché i teatri dell.e operazioni belliche si spostano lentamer~le su immense estensioni di territori, ma anche perché in regioni nelle quali per ora non si svolgono combattimenti, le opere sono gravemente danneggiate dalle incur– sioni aeree, dai sabotaggi e - via via che i Tedeschi prevedono di dover sgombe– rare nuovi paesi - dalle distruzioni sistematicamente e spietatamente operale dai Tedeschi stessi. Questi procedono con metodo a minare opere d'arte, ad asportare binari e linee elettriche e persino a spianare te massicciate delle sedi ferroviarie. Per ricostruire tutto ciò - o per costruire ex novo laddo\'e non sembri econo– micamente conveniente rifare opere ormai superate, ovvero esse non siano ma1e– rialmente più rifacibili - occorreranno cviden1 emente mezzi finanziari colossali; ed occorrerà formare un piano sistematico che ordini i bisogni in una scala di im– portanza e di urgenza. Previsioni in proposito è non solo arduo ma inutile formulare, non essendo purtroppo ancora chiuso il processo dislruttho. Si possono però prospettare in– terrogativi sui quali non è inopportuno di meditare sin d'ora; e chiedersi ad esem– pio se gli Stati europei e, in particolare lo Stato italiano, saranno in grado di sop– portare in proprio, in un breve lasso di tempo, l'onere della rimessa in efficienza del sistema dei trasporti terrestri e fluviali, o se invece non debba essere necessario od opportuno di ricorrere a finanziamenti esteri, o addirittura lasciar libero corso in questo campo (prescindendo, sia pure per un lasso di tempo determinato, da pregiudiziali di ordine politico e sociale) all'iniziativa privata. Può impostarsi pure la questione generale della opportunità economica di insistere sul mante– nimento e sul perfezionamento delle grandi opere che in molli paesi e specialmente in Germania sono state iniziate e portate innanzi nel campo della navigazione interna. Può chiedersi se., sempre dal punto di vista economico, convenga dare ulteriore sviluppo alle grandi strade automobilistiche o perfezionare e completare nelle sue più gravi deficienze la rete ferroviaria europea: ricos!ruire razionalmente vorrà dire anche completare il sistema ferroviario nelle parti nelle quali esso era imperfetto. Su questi e su altri problemi avremo agio, speriamo, di soffermarci in seguito noi pure, come sul problema dei'trasporti marittimi, problema che sarà forse meno urgente ma non meno importan~ da affrontare. Meno urgente, perchè dove man– cheranno le navi nazionali potranno immediatamente sopperire le navi di altri paesi (è nostra convinzione, infatti, che per le grandi costruzioni sviluppatesi in questi ultimi anni, specialmente negli Stati Uniti, il mondo possiederà alta fine de-Iconflitto una massa di naviglio non ir.feliore a quella posseduta all'i1:izio della guerra); non meno importante per altre ragioni, e specialmente per la necessità impellente per i paesi marinari, tra i quali il nostro, di ridare al più presto vita ad una delle grandi possibilità di esportazione di ser" izi. Ma anche di ciò riparleremo. lYRRHENICUS - 12 -
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