Lo Stato Moderno - anno II - n.2 - 16 gennaio 1945
mente precipitarono. li giorno appresso Re Michele ·attuava il suo colpo di stato che portava direttamente la Romania alla guerra contro la Germania e scopriva ad una eventuale invasione sovietica la frontiera settentrionale della Bulgaria. Ma invano il gabinetto Bagrianov s'illudeva di poter uscire alla chetichella da una guerra cui esso aveva, sia pure alla chetichella, partecipato fin allora. li 2 settembre esso lasciava quindi il posto a un gabinetto Muraviev, che il 4 reci– deva i vincoli che lo leg 4 vano alla Germania e ai suoi alleati, demmciando il patto tripartito e l' anlikomintern; e il 6 rompeva le relazioni diplomatiche con la Ger– mania; l'Italia fascista, la Croazia e la Slovacchia, cui seguiva il 26 la rottura con l'Ungheria e il 7 novembre col Giappone. A questo punto Mosca che,intendeva, non– ché esser tagliata fuori dalle trattative di pace, dettarne essa le condizioni alla Bulgaria, le dichiarava guerra .essa stessa (5 settembre). Né l'immediata richiesta di armistizio avanzata da Sofia - caso forse unico nella storia - , né la pronta ac– cettazione delle condizioni preliminari e la conseguente dichiarazione di guerra alla Germania avvenuta I'8 le. potevano evitare l'occupazione. L'8 Tolbuchin en– trava in Bulgaria senza incontrare resistenza; il 9, rovesciati i reggenti e il governo democratico, e sostituitolo con uno a tendenze filosovietiche sotto la presidenza di J<imon Gheorghiev, il Governo sovietico accettava di cessare le ostilit,), pur senza addivenire alla conclusione di un armistizio, che anzi da dichiarazioni pub– blicate venti giorni dopo sembrava doversi escludere ancora per un lungo periodo di tempo. / La stipulazione dell'armistizio con la Bulgaria si presentava infatti come un negoziato diplomatico assai più complesso che non quello degli armistizi con la Finlandia e la Romania. Queste ultime avevano problemi aperti solo con l'U.R.S.S., nella cui ~fera d'azione si trovavano e che aveva maggiori, se non esclusivi, titoli pet dettar loro, in qualità di vincitrice, le condizioni della capitolazione: la Bul– garia per contro si trovava ora essa pure di fronte agli eserciti vittoriosi dell'U.R.S.S che l'avevano occupata a resa avvenuta, ma era stata in guerra con Londra e Washington pr.ima che con Mosca, e con Mosca non di sua iniziativa, ed aveva conti da rendere soprattutto a due alleati minori delle Nazioni Unite, la Jugo– slavia e la Grecia. D'altra parte, non confinando con la Bulgaria e non avendo da essa subito atti di guerra, l'U.R.S.S. non aveva dirette rivendicazioni territo– riali né economico-finanziarie da avanzare nei confronti di Sofia; ma, grazie all'esi– stenza di cospicui nuclei comunisti nel paese e ai vincoli di sangue e di cultura che legavano il piccolo regno alla grande Federazione slava, mirava a far .entrare nella sua orbita l'intiera Bulgaria, facendone la testa di ponte ad un tempo dello slavismo e del bolscevismo nella Penisola Balcanica. Infine, -quand'anche a Teheran - ciò che a tut l'oggi ignoriamo - fosse stata decisa l'inclusione della Bulgaria nella sfera di esclusivo interesse sovietico, è chiaro che il disinteressa– mento degli altri due contraenti non poteva considerarsi acquisito anche per i territori che la Bulgaria aveva ar_bitrariamente incorporato nel corso della guerra e che giuridicamente appartenevano alla Grecia e alla Jugoslavia. E ancora, la questione era complicata dall'incertezza che tuttora permaneva circa l'organo cui spettasse la sovranità su questi due paesi, la Corona essendo in entrambi messa in discussione e il potere restando disputato - pur dopo gli accordi intervenuti in Italia sotto gli auspici degli alleati - tra i rispettivi governi esuli appoggian– tisi all'Inghilterra e i movimenti locali d'ispirazione comunista sostenuti da Mo– sca, ma che pur avevano avuto entro certi limiti il riconoscimento alleato. Mosca dunque, dopo che Tolbuchin si fu reso padrone del paese, le forze ar– mate bulgare incorporate in quelle sovietiche, e il potere assunto da un governo facent~ capo ai colonnelli Gheorghiev e Velcev, esponenti del gruppo militare, - 16 -
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