Lo Stato Moderno - anno II - n.1 - 1 gennaio 1945
luzione democratica; e se permarrà_ - diciamo se - l'intesa dei partiti, ad unifica– zione avvenuta rappresenterà sempre l'organo di coordinamento alla base ed alla periferia, fra le masse popolari e nella pubblica opinione, della politica di unani– mità nazionale: e da questo centro di collaborazione, di raccolta di energie e di ispirazione popolare i poteri politici centrali dovranno costantemente trarre sti– molo, suggerimento e rinvigorimento chiarificatore e vivificatore nella elabora– zione e nell'animazione dei rinnovati or_dinipolitici ed amministrativi. Ma prima che l'indicata intesa sia avvenuta ed abbia avuto luogo l'unificazione del Paese, non v'è dubbio che il CLN si condannerebbe ad una rapida e poco gloriosa· fine , se volesse intraprendere una politica esorbitante dalle proprie caratteristiche se- gnate da un'origine precisa, da un atto di nascita che gli impone un determinato statuto politico e ne delimita quindi nettamente, senza possibilità alcuna di equi- voco, le reali possibilità. Tali limiti - pur cosi chiaramente segnati - sembrano tuttavia essere affatto ignorati da coloro che, paven,tando, ad esempio, che il Paese possa rischiare di cadere nuovamente, a libera.done avvenuta, negli artigli dell'amministrazione centralizzata, vorrebbero addirittura, come ci è accaduto' di leggere in un docu– mento, che il CLN, nella fase di governo e di amministrazione provvisoria, si cari– casse addirittura del compito di creare - lieve impresa davvero - le nuove istitu– zioni amministrative dello Stato attraverso lo spezzamento della macchina accen– tratrice e l'elaborazione dei nuovi organi e corpi decentrati. A tal fine, si afferma ancora che, provveduto - e su questo sono tutti d'accordo· - all'eversione del si– stema autoritario nei Comuni e nelle Provincie, occorrerebbe che il CLN operasse - coll'ausilio di quelle che si è convenuto chiamare « organizzazioni di massa• - una profonda e vasta revisione di tutti gli organismi dell'amministrazione e della giu– stizia al fine di accertare quali di essi possano essere conservati, quali soppressi, quali creati di sana pianta. Non si presenta, a dire il vero, alcun piano concreto, né si indica, almeno a grandi tratti, in che cosa concretamente consisterebbe la patrocinata riforma: non si può quindi celare l'impressione che si sia voluto dare impulso all'agitazione ed alla propaganda assai prima di avere affrontato, con serietà di preparazione e· serenità di spirito, l'esame dei reali problemi e le con- · crete possibilità di soluzione. Nulla, infatti, di più delicato e di più complesso del– l'organismo amministrativo d'un grande Stato moderno: anche se gran parte di esso andrà ricostruito su nuove basi, occorrerà procedere attraverso una serie di sagaci ed accorti adattamenti che consentano lo svolgersi dell'opera di trasfor– mazione insieme al normale funzionamento dell'amministrazione. Si tratta di un· grande corpo malato, che potrà essere risanato da medici prudenti con accorte cure e procedimenti non cruenti, giacché il cuore è debole e potrebbe prodursi un col– lasso fatale: dal letto del paziente sarà opportuno tener lontani i Dulcamara. Potrebbe quindi cader opportuno invitare gli ottimi, ma forse troppo entu– sti amici che patrocinano riforme e rivoluzioni non accennate sinora che nelle nebulose forme di giornalistiche genericità, a studiare i problemi concreti dell';im– ministrazione, noti e cari purtroppo solo ad una esigua schiera di solitari studiosi, a dibatterli, a proporre ragionevoli soluzioni. Mentre è necessario avvertire pre– giudizialmente che la propo,sta violenta manomissione dei pubblici istituti am– ministrativi - né si comprende perché la si debba limitare all'amministrazione e non estendere, ad esempio, al campo economico e sociale - non potrebbe fatal– mente non condurre, astrazione fatta dalle intenzioni dei proponenti, ad un urto 5 -
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy