r:JJreseFizdae/L 1 inuisibife Golfo d'Arcadia, dicembre. Q Ul parlano d'antico le cose, nella mente. Di folle lontane parlano le cose, le teorie sacerdotali nelle vaHeue popolate di oleandri, dietro le piccole curve dei monti; dove l'Elicona o il Parnaso ingigantiscono la moclesli'a loro con la presenza delle invisibili Muse, con l'epcpea dell'antica poesia. Cose che parlano, pone cli spa zl presenti e inattuabili, cli tempi infiniti. Questa materia che calco non è la stessa. Per volere del tempo, soltanto ma dall'associazione dei due tempi, il mio e l'antico nasce un rapporto, gigantesco. . . .. Vidi a Nauplia un incendio, sul porto cli notte, cli una piccola casa bianca dalle quattro porte sul selciato. Un incendio di fuoco che clava una regalità clorata ai vani delle fìnesu·e, dietro la sagoma oscura della facciata. Non era forse Penelope ad attendere su quelle porte, lontano dal mare Ulisse, per ritornare a·d una antica e consueta vita sull'aia? Mi è sempre parso impossibi-le, tra i paesacci di Grecia, che l'epopea omerica abbia tratto alimento eia grandi cose pla.>tiche, anr.he se mi sta a smentire la pianta della reggia di Minosse su Creta. Qui c'era una vita di piccole· cose, di piccoli re, di piccoli stati ed ancora di ,piccole guerre. Gli eroi erano tanti perchè erano gli amici della famiglia accanto, perchè erano i campioni del paese vicino: i-ngigantiti come suole l'epica popolare e come voleva la loro alta civiltà. La rappresentazione ciel "grande " plastico, poggiando sull'invisibile letterario, veniva data dalla volontà di epopea. C'è forse ai giorni nostri un poeta che abbia il coraggio di dilatare ancora materialmente la visione delJa guerra moderna? La più grande dilatazione plastica possibile è quella dei documentari che, ammucchiando nei suoi attimi più appariscenti il finito grandioso delJe battaglie nelle pianure fangose dei vasti cicli neri sulle cattedrali incendiate, crea una moltiplicazione del fenomeno. Ma siamo giunti ad una sazietà di grandezze materiali e la più alta rivelazione per noi, non è che la documentazione oggettiva di esse per scopri-rvi la fantasia che rnntengono. Non sapremo andar oltre la grandeaa delle nostre guerre. Perchè ci schiaccia il panorama. Questo mi dice il dncumentario. ••• Le grandi agavi ciel Golfo, sulla pianura, e i tichi d'india, ricordano il paesaggio inesprimibile di " Lampi sul Messico ". Quell'immoto •paesaggio festoso e deserto, capace cli centomila ,persone, abitato dai pochi protagonisti. L'autore, creandogli un rapporto con pochi uomini aveva ingigantito l'ambiente. E -le persone erano l'i,dea i concetti, il lilnguaggio, e l'ambiente era la celebrazione epica . Mi dicono che il cinematografo, poggiando sulla riproduzione della realtà, non può rappresentare l'idea di • innumerevole » come, ad esempio, la letteratura. Ma sicuro che la rappresenta: magari negandosi, magari associando ciò che è presente a ciò che presente non è pt>rchè è un mezzo degli uomi-ni il cinematografo, perchè se ,gli uomini h,anno sempre creato l'innumerevole nell'invisibile, il cinematografo fa palpitare, fa vivere questo innumerevole, associ-anelo ciò che si vede a qualcosa che si lascia immaginare. Ma è sempre un linguaggio di cose plastiche, di materia che suscioa materia. ••• fn un film di giovani " Il Covo », la presenza <ieseFta degli ambienti, la catalogazione :progressiya delle vie fisiche suscitava, magicamente, senza mostrarlo, il palpito delJa vita che vi era stata; rappresentava il ricordo. Chi negherà la forza dell'invisibile? Il ·einema la padroneggia ·perchè è il suo contrario. Notavo un giorno che l'immutabile campo medio dei film di Chaplin aveva possibilità di linguaggio soltanto nel cinema (a significare l'inerte oggettività di una specie cli super vita dell'autore) appunto -perchè il cinema parla attraverso il variare dei .piani. In teatro, dove non varia mai la distanza tra spettatore e palcoscenico, è inconcepibile l'impiego di un simile mezzo di espressione. Ap· punto perchè le cose hanno questa grande potenza: di poter valere col loro contrario, esse sole. Ed, in arte, di farlo esprimere. IENZORENZI SAREBBE troppo pretendere che il regisia fosse anche musicista scienti6co. Scientifico al punto tale da farci intendere che !I ■ mi • minore, per esempio, è indice di dolore, di tristezza, d'irrequietezza, o che il ■ mi • maggiore: la più vi- \1ace e potente tona1ità, significa gioia, magnificenza, splendore. Sulla carta, il crea. tore cinematografico dovrebbe avere questa preparazio:1e musicale; ma se consideriamo che il cinema assomma tutte le manifesta• zioni d'arte, è umanamente impossibile che esso sia nello stesso tempo letterato, pittore, archiletto ecc. La storia del film ci dimostra che tutti i grandi registi ci~ hanno espresso attraverso le immagini moven1~i un'arte da loro a priori preferita. Sono evidenti nel vecchio Murnau dei ricercati effetti pittorici; come per Duvivier il ci- -SCI IROJ>J>O MUSIC/lll me:uatore •. La parola è appropriatissima. La musica infatti non è parte intei:;rante di quel complesso sostrato che è la tra.ma • morale • del film. La musica ai stacca, è di commento, è forma. Una CO· moda scappatoia, un facile rimedio alla carenza contenutistica del1'opera cinematogra. fica, per cui lo spettatore esclama per la maggior parte dei film di oggi: • t. un brutto film, ma c'è una bella romanzal •. FondazioneRuffilli- Forlì :tema è letteratura e per Disney ed anche Ford. musica. Cli esteri, gli incontentabili esteti, hanno di già discoperto che il film è musica; essi sanno, che la, musica, fatta astrazione dalle sue forze segrete che influenzano il nostro animo, oltre che agli orecchi, parla agli occhi. , Il regista nulla sa di tutto questo. Non ha orecchi e spesso la vista gli fa difetto. Non possiede sensibilità musicale, lascia fare al tecnico dei !\Uoni ed al cosidetto .-comLa musica nel film sonoro è vitale CO· me le immagini e come i dialoghi - sem· prC che siano pochi. La musica può :,arrare o descrivere, creare l'atmosfera, quando essa i: espressione del contenuto, quando impres.')iona, quand'è caratteristica, incisiva. frammentaria e sempre occasionale. Lo sciroppo musicale è la musica del film odierno. Musica dolciastra, quasi ap57
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