Spettacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 3-4 - feb.-mar. 1943

ad es., eh~~ certè ...persone è parso di dover classificare Duvivier, tra i seguaci più ma• nifesti di Clair, e adiritura una regista della levatul'a di l\-toguy o ~Hrande). Così, non si è fin' ora a sufficenza in• dagato sulla forma e sostanza del primo Duvivier; mentre iuvece proprio iu quelle opere d' indole più o meno religiosa si possono i11dividuare Je chiavi di certi problemi inerenti alle opere della maturità (per es., l'affiato moralistico della "Bandera ,,, del " Carro Fa11tasma ,,). Non si è presa in considerazione lu funzione del paesaggio in Duvivier, e la maniera speciale con la quale il regista generalmente angola in esterno (vedi ancora " La Bandera ,, , " l,fc,riu Chapdefoine ,,, tt La Bella Brigata ,,). Non si è dato sufficiente rilievo alr iunesto quasi forzoso (che Duvivier pratica molto agevolmente) di sequenze espressioniste e avanguardiste in film d'intonazione naturalista (e qui torna ancora l' esempio del lavoro canadese; e quello della discesa di Pepe d•lla Kaobah - si pensi a come Pabst avrebbe risolto quella situazione! • ). E non si è analizzato a sufficenza quell'opera invece assai significativa che è il " Golgotha ,,. E così via ; la lista, per esser esauriente, dovrebbe essere assai lunga, nè qui si attua I~ pretesa di compi• farla al di là delle semplici convenienze dell'avvertimento. E' invece per noi di qualche interesse dare notizia, pur nelle I.imitazioni che desideriamo imporci, di un film di Duvivier che de~niremmo " inedito ,, , dato che da noi non è stato proiettato, e neppure se• guito attraverso la stampa straniera. Ignorato fioanco dalla " Storia,, del Pasinetti, iJ nome di questo film è stato solo fatto su " Ciuem.a ,,, una volta, e in altre due occasioni a ucora : per cui potrà forse essere di qua1che utilità una indicazione schematica in proposito. L' opera in questione ha per titolo " Golem. ,,, e deve essere stato realizzato 50 Fondazione Ruffilli - Forlì da Duvivier tra il 1936 e il 1937, e fors'anche prima ; ad ogni. mòdo non prima di " Goll{otha ,, e non dopo " L' uomo del gior11.o ,,. Nella nostra letteratura non ci è stato possibile rintracciare dati di lavorazione o comunque informazioni più approfo'ndite (lJ. Per cui esporremo qui una somma di appunti in margine, evitando con cura qualsiasi pretesa di inquadramento o giudizio estetico. Gli interpreti principali di " Golem,, sono Harry Baur e Germaine Aussey; tra i secondari si poseono notare Carette e Dali8. I costumi e le truccature recano palesi tracce di intensive cure ed attenzioni. Il materiale stesso adoperato rivela, ad una analisi ravvicinata, una ricchezza perlomeno inconsueta nel normale ciima produttivo francese. Le scenografie, che sono forse le più funzionali e compiute che sieno mai apparse in un film di Duvivier, invitano decisamente ad un gradevole e simpatico lavoro di ricerca filologica. Esse non possiedono caratteri talmente distintivi da suggerire subito uu nome, ma permettono di rinserrare il campo dei probabili architetti a due personalità solamente: Meerson e Andreieff. Il fatto che in certi. punti. elementi " costituiti ,, coesistano senza il minimo sforzo accanto ad elementi "dipinti,, esclude del tutto l'ipotesi che lo scenografo possa essere Trauner, o Louriè, o Pimenoff; anche perchè la determinazione prospettica di questi ambienti implica una abilità e capacità riconducibile solamente ai due nomi fatti. Ma mentre è risaputo che .Meerson non lavorò mai con Duvivier è altrettanto noto che il regista talvolta si valse dell' opera di Andreieff. Era poi quest'ultimo maggiormente esperto alla necessaria espe• rienza, reso tale dal suo lavoro con Wiene e gli altri in Germania, nel primo dopoguerra. Per cui noi riteniamo le scenografie di e Golem • siano dovute ad Andreieff, anche se a queste nostre parole non vogliamo infondere il signi6cato di una affe.-mazione esauriente, essendo giunti ad essa solo attraverso un procedimento intuitivo-deduttivo (1). La risultante definitiva di qoesti ambienti non è totale, da un punto di vista estetico : si avvertono squilibri, a volte, dovuti però in gran parte alle diverse esigenze della ripresa fotografica applicata. Nelle parti inclini ad un chiaroscuro pittorico, la risultante è buona, mentre un valore minore viene determinato nelle scene illuminate in pieno. Lt uso delle dimensioni spaziali dei vari ambienti si presenta del tutto aderente ai migliori canoni estetici della teorica della scenografia cinematografica. Nel complesso, non si avvertono ricordi dell'opera di Han& Poelzig. Oltre alla interessante particolarità di essere un film in costume, " Golem ,, può significare uu' eccezione nel no~male cam• mino di Duvivier. Vi è in esso infatti una tale sovrabbondanza di materiale plastico che si può pensare al riguardo o di un par• ticolare umore del regista, o di una prevalenza dell' azione dello scenografo, o ancora (come è stato fatto) di una influenza di Sternberg. Certamente il rilievo che nel film viene dato al barocco gioco del letto di Germane Aussey è del tutto inconsueto nel nostro regista ; lo stesso può dirsi del1' uso delle comparse (armigeri ed altro). Elemento predominante del film può dunque riconoscersi il pittoricismo decora• tivo degli elementi plastici in azione nel1' opera (attori costumi scenografie arredamenti). La regia si estrinseca specialmente nel-- I' attenzione inquadrativa ; quest' ultima molto spesso indulgendo alle compiacenzepittoriche riconoscibili (ad un certo punto. si impone il giudizio su un ricordo di Velasquez) : anche se il gioco principale rimane nella dovizia dell'interpretazione, il che rappresenta una certa coerenza nella originalità del lavoro· rispetto alle altre realizzazioni del regista. GLAUCVOIAZZI (1) lnf.attl le scenografie di Go/et}~ si debbono ud Andrejeff, che si ~ valso J.HJrùdella cokhll,oriMr.ione dl S. Ko,J>ecky, e non dl Meerson. Sfa.mo inoltre in gr-ado di dare sul d1ment1-- ca.to e stgnMlcatlYo film di Uuv1vier - che, l'•nttento Ylazzi ha ,·oluto OJ>portuname-nte ricordare e sotto'llneare - altri precisi daU. Il film - htpirato illla celebre leggenda 1nmghta.na e dove elementi <li pura fantasia ad tlPmenti storioi si leganQ - ~ stato realizzato a Pratn, in VE'rslone francese, su soggetto e scen-egg.lotura. di Andl'(_••Paul Antolne e dello stesso Duvlvler. Oltre tl. Bnur e alla Aussey, banno lute-ri>retato il fl-lm Roger K'arl, Jf'erdl• nand flart e Jany Holt. lAt musica era di Josef Kumok. Ln fotogrnfi:1 di Vaclav Vleb e Jan S't~llieh : l'oJ')('rator(' di Bstasi. e di A.more f}iovm,e { llekal. Oolcm a1>parve lo l'llgbllterra Argentina Bnlgaria ('auadà Spagna FTancta Grecia Ungheria, 1wlle lndie olandesi ed in-. Olanda Glnppone Pal"s;tlna Polonia Scandlna• ,•fa Turchia •e St:Hl Uniti. Non tu mru profet• tato lnvere - conl't.' A\ \·erte• lo. stesso Vlazzt - ln !talla. (N,• d. ~.).

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