Spettacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 3-4 - feb.-mar. 1943

varti sempre sulla mia su·ada. No:, Io sopporto più. GtoRCIO - Citlmati, Marco. Mi spiace vederti così agitato. i\fARCO - Dimmi. Eri tu l'ombra sotto il fa. nale? G10Rc10 - Quale fanale? Ma tu, Marco, non sei in te. à1ARCO- Oh, lasciatemi infine. lo non ne posso più. Andatevene via. Via tolti. G10Rc10 - Che cos'è che Li mene in questo stato? Forse l'idea della partenza? MARCO - '"faci. Vattene. Chi sei tu infi.:ie, per imponi così nella inia vita? lo non ti conosco. Non ti ho mai ctJ•..~. duto: ecco la verità. Non voglio più sentire parlare di partenza. lo rimango per sempre. Come tuui. G10Rc10 - Certamente, Marco. Come vorrai. Forse soltanto ti si vorrà interrogare, informarsi. Oh, non temere: una semplice . formalità. MARCO - Di chi stai parla:ido? (Accende pacatamente una sigaretta). GIORGIO - Non devi pensare al peggio, Marco. Ma due uomini sono presso la tua porta. MARCO (fiaccato) - Chi sono? G10Rc10 - Tu già li conosci. Fin da quando li incontrasti la prima sera della tua partenza. MARCO - Erano essi, dunque. Coloro cui diedi il messaggio? GIORGIO • Sì, M'areo. Essi hanno aspettato. Dovevi essere tu a decidere. Ma ora t' tardi.. .. MARCO (con voce rolla. tremante) Essi sono già alla mia porta.... (Con improvvisa esaltazione) o, non sarà facile come possono credere .... GIORGIO - Essi sapranno sempre dove trovarti. Tu devi essere forte, tranquillo, ç()· me quando tu stesso, con le cue mani, a\'evi preparato la LUa partenza. ?\{ARCO- lo non voglio ora .... G10Rc10 - Ora appare il frutto di ciò che tu stesso hai seminato. MARCO (sup/1lichevole) . Salvami, Giorgio, ti scongiuro. Tu sei sempre così caimo, così sicuro. Sapresti come comportarti, son ceno. Consigliami tu, te ne prego .... GIORGIO- Ebbene, se hai fiducia in mc, io ti dico: va con loro, Marco, va con loro. ... (Giorgio si ritrae lentamente dalla porta e cede il posto a due fig.,,,e che, dopo un. attimo, appaiono sulla soglia stagliandosi scure nell'ombra - Uno di essi sorride, mostrando i denti bianchi nel buio - Mar, co retrocede sbigottito, finchè urta nella sedia e vi cade a sedere fiaccato . Vi è una pausa in cui · egli è immobile sulla sua sedia. Si ode nuovamente ora la leggera musica del • Sogno •. D'improvviso si fa luce nella stanza - È entmta la zia e ha tirato la tenda che limitava la stanza, che si svela ora quella del l atto. A1arco è seduto sulla sua sedia come nel l atto e batte ora le palpebre abbacinato dalla luce. I due uomini sulla soglia, i cui visi sono quelli dei due signori, s, rivelano due facchini, in camiciotto azzurro e berretto). Zu - Ecco i bagagli. (I due facchini si fanno avanti e prendono le valige). ~·hrco. :t tardi. Il vaporetto sta per attraccare. (Ai facchini) Voi aspettate sul1a banchina. Ora mio ~ipote scende. Fondazione Ruffilli - Forlì MARCO (stordito, mentre la gioia della felice realtà entra in lui, poco a poco) • Zia.... Sei lU zia?... ZtA . Coraggio, su, che cosa li prende ora? Vuoi capire d1e è tardi? Il vaporetto non aspetta nessuno. (Apre i vetri della finestra · Al posto del fanale è tm albero con le foglie bruciate dall'estate). :\IARCO • Ma io voglio restare con le, zia ... cara zia.... Non voglio partire. (L'abbraccia - Essa si schermisce, ma ne è felice). ZIA - Su, \•ia con queste storie. Tanto so bene che sei sempre contento quando Le ne puoi andare. MARCO • Lasciami ancora qui co:i te, iia. Te ne prego. Z1A . Eh, che cos'è questa novità, ora? Hai fatto tanto per andartene. Sembrava che ti bruciasse la terra souo i piedi. ... (E11tra Filippo). FIL. - Signorino, il vostro amico Giorgio vi aspetta già, per accompagnarvi al vaporeuo. ~!ARCO - Oh, Fi,lippol F1L. (sorride) - Il signorino ci lascia presto, quest'anno. MARCO • Ma io voglio restare, Filippo. Dillo anche Ju alla zia. F1L. - Noi credevamo che il signorino si annoiasse quest'estate. Non ha fauo ami• cizie. Z1A • Eh. noi lo sappiamo da che patte spir:1 il vento. Quest'anno la piccola El!• sabeua 110:1 dava abbastanza retta al St• gnorino. non è così? Ragazzo! Tu, credi che si debba fare a codesto modo con le donne? MARCO • Pensi che le importi un po' di me, zia? ZIA - Ma certamente, zuccone. Se tu fossi meno orso .... F1L.• Se il signorino avesse partecipato a llltte le gite. come gli altri anni .... Questo le sarebbe piaciuto. E anche gli altri avrebbero voluto. Anche ieri ho sentito che erano dispiaciuti che ve ne andaste cosl presto. MARCO • Nessuno mi ha cercato, quest'anno. La compagnia sembrava che mi schivasse. zu . Ma eri tu. sciocco. che facevi il sostenuto. (Sirena del vaporetto). F1L.• Signorino, perderete il vaporeuo. ~IARCO • Davvero, bisogna che vada? Zu . ~la certo, il tuo bagaglio è già all'imUarcaclero. Ho anche telegrafato a tua maàre. Conosco mia sorella. ~on voglio responsabilità. Del resto ii:1 città ti distrarrai subito, rilroverai i woi amici, i tuoi svaghi... Dimenticherai presto la zia. f;L. - Fino alla prossima estate. ;\IARCO • Perdonami, zia, se sono stato scontroso. lo sono così felice .... Ritornerò presto un ai1r·anno. t-.Ja LU vieni a trovarci, prima, in città. " ZIA - Oh, io non mi sento più a mio agio in ciuù, lo sai. Ormai sono diventata u:ia ,,era contadina. T~ aspetto per la pros• sima estate. Ma guarda di essere più allegro, più espansivo. Vedrai che tuui non domanderanno di meglio che accoglierti a braccia aperte. ~!ARCO . Anche Elisabetta? ZIA . Oti, adesso pretendi Lroppo da me. Per ,;uesto dovrete sbrigarvela voi due. :'\L\RCO • Senti, zia, devi dirle - ma sul serio -. non ridere, Li prego, che m·a. spetti. E l'an:10 prossimo.... pensa: entrerò nel secondo anno di ingegneria. Le chiederò se vuole fidanzarsi con me, se mi ;ivrà aspettato. • ZIA • Oh, come corri! In città farai a tempo a cambiare idea dieci volte, prima di allora. (Altro suono di sirena). Fil., • Signorino. ecco il secondo segnale. Zu - \'ai. Marco, svelto! Saluta il babbo e Fiorella. Di' alla mamma che le scriverò uno di questi giorni. i\lARCO - Addio, zia. Sei stata tanto buo:rn .... .-\rri\·ederci, caro Filippo. FIL .• Arrivederci, signorino. (iHarco si ferma un allimo sulla soglia, felice). ZIA (in tono trunquillo, com.e se ormai Marco se '1e fosse rrnduto e qui rij1rendesst la vita uguale) . Bisogna mettere in ordine l;-i camera del signorino, Filippo. F11. (:i0spir,111do) - Starù silenziosa per un pezzo, ora. E avremo un a:1110 di più Stille spalle. l'estate' prossima .... FIN E l~l~lIlAQIMU§~((AOINl~lIflM~OINQl~A II G. U. F. di .Firenze ha invitato il 21 gennaio u. s. per un concerto di musiche contemporanee la pianista Enrica Cavallo. Precisa esatta ci sembra la scelta in quanto nessun artista oggi nel nostro paese è forse io grado di fornire un programma completamente attuale. Enrica {-avallo ha eseguito brani di Debussy, Honegger, Stra• winsky, Hìndemith, Bartok, G. F. Malipiero. R. Malipiero Jr., Cortese, Petrassi e Casella, componendo con rigore e con. doverosa cernita un sostanziale panorama della validità di una musica contempora• nea. Dell'interprete non diremo, non è questo il nostro compito, particolarmente poi riferendoci ad un singolo concerto. Quello che ci preme sottolineare è l'inizia• tiva del G. U. F. fiorentino (amico Nocentiui, la tua attività anche per il Teatro ti fa veramente onore!} e il quotidiano atto di fede di Enrica Cavallo, delle musiche contemporanee coraggiosa paladina e intelligente divulgatrice, sul piano di quella cultura la cui esistenza e il cui sviluppo ci stanno tanto a cuore. ENRICA CAVALLO 39

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