sta. D'alLra pane mi slupisce, ve lo co:i• fesso francamente, che voi vi acconten• tiate di una sistemazione così modesta. MARCO • Per un po' di tempo posso adal• tarmi qui. In seguilo prov\'ederò altrimenti. PADRONA • Son certa che la nuova inquilina non acconsenti,rà. MARCO • Siete voi la padrona .... (Come fosse stata chiamata, entra la t}uova inquilina). N. INQUILINA - Siete qua, signora? Giusto volevo far vedere la s1a11za al tappezziere. (Guardll dietro la tenda) Ma vedo ancora là il bagaglio. Non siete ancora, partito, signore? (A1arco la fissa senza 1fapondere, cominciando ad alterarsi). Ma io elevo iniziare il cambio della t~1ppezzeria. Qui deve essere preparato il mio salotto da lavoro. PADRONA • li signore forse si tratterrà ancora per un po' di tempo. N. INQUILINA - l:Hanto, se non vi dispiace, io farei iniziare i lavori. Così, appena sarete partito .... MARCO (esasperato: con voce che gli trema) - Fuori.. .. N. INQUILINA - Come dite? MARCO - Ho detto: fuori, capite? Fuori di '1lla tulle due. Io non sono partito. lo non parto, capite? Io resto qui, starò sempre qui, come uno qualunque di voi ... PADRONA - Per carità, andiamocene .... N. INQUILINA - Decisamente è impazzito. (Escono . Lui si pnssa la mano sulla fronte - Riprende a riordina• re febbrilmente la stanza - Poi si rimette a fissare la strada attraverso i vetri. Entra silenziosamente dalla tenda il nuovo inquilino • Indossa una veste da camera e pantofole). N. JNQUILl!'.O (pacatamente) - Buonase:ra. MARCO' (trasa/e11do) - Ah, siete voi? N. INQUILINO - Così vi siete sistemato qui. ... Vi è giunto il permesso di restare? MARCO - Ciò che importa è la mia decisione. Non possono forzarmi a partire. • INQUILINO • Essi lo sanno? MARCO • Ho ·inviato loro già due messaggi. La conferma :ion può tardare. N. INQUILINO. Senza dubbio. Sapevo he avreste cambiato idea. Tutti fanno così, quando sono sfuggiti una volta alla parLe:iza. MARCO - A volte voi pure mi semhrate strano. Come se parlaste per enigmi. N. INQUILINO • Mi pare che qua dentro cominci a fare scuro. Non trovate? (Fa per accendere la luce). MARCO (quasi spaventato) - Lasciate. Non mi piace la luce. E' troppo forte, quella. 1'1. INQUILINO - Una voha vi piaceva, se ricordo. MARCO (fissandolo) - Ma voi siete.... Ecco, siete il professore .... (L'inquilino sorride fissandolo dietro gli occhiali, senza rispondere). Ditemi avete visto nessuno salendo? N. INQUILINO- No. Perchè, aspeuate forse qualcuno? MARCO - Sì, una donnà.... (Si accosta ai ve• tri . Nella strada si accende ora il fanale). E fuori piove, continuamente. Con una monotonia esasperante. Guardate, vedete laggiù, press,:, il fanale? N. INQUILINO (con leggera ironia) - Qualcosa cli interessante? MARCO - Non vedete? U:1'ombra. Qualcosa come una figura ferma sotto la pioggia. E' già da tempo che la osservo. N. INQUILINO • Eppure non ho visto nessuno, quando sono entrato in casa. 38 Fondazione Ruffilli - Forlì MARCO - Anche questa sera essa è là ferma, da quando è sceso il crepuscolo. La piaggia sembra non riguardarla neppure. Resta in attesa, e sembra quasi.. .. si, essa si ride di me. N. INQUILINO. Chi? MARCO- Oh, è qualcuno che sa aspeuare .... Ma è inutile. Questa è, la mia vita. Io resro qui ormai. Nessu:10 più dovrà parlarmi di partenza, intendete? N. INQUILINO - Calmatevi Marco; nessuno lo vuole. MARCO (quasi supplichevole) - Saranno giunte le mie lettere? Non possono opporsi. E' 4uesta la mia volontà, oramai. Io vivrò qui a costo di restar chiuso in questa misera stanza.... finchè ognuno avrà dimen• ticato .... N. INQUILINO • Mi sembrate quasi un prigioniero. Prigioaiero qui nella vostra srnnza .... MARO> - Se io, accendessi la luce, il riqua. dro della finestra apparirebbe là, sul selciato acquoso.... E la mia testa in ombra, nel mezzo. Ed egli sarebbe.... Ma non riuscirà a mettersi cosi nella mia vita .... N. INQUILINO (dapprima lentamente; poi in crescendo quasi ispirato) - Forse quello che voi chiamate un'ombra è qualcuno che deve vedervi. Chissà ora forse si staccherà dal fanale, muoverà verso la porta .... ecco ora sta sa I endo le scale, è già presso il pianerottolo.... si ferma dina~izi alla porta .... (Suona im,prouviso il ampanello . Afa.reo ha un'esclamazione soffocata). N. INQUILINO - Vi lascio. MARCO (cOn timore) . No restate. N. INQUILINO • Pe1chè volete che rimanga? Voi sapete da solo ciò che dovete fare. Del resto non mi allontano. Resterò nella mia stanza. Addio. (Il nuovo inquilino esce dalla porta di sinistra). MARCO - Vi prego, ancora u:i momento .... (Marco apre la porta di centro - Rirì è ferma nel riquadro della porta - Dietro è il bttio precipizio delle scale - Ha un impermeabile nero - E' pallida - Il viso si vede solo indistintamente nella stanza in cui l'ombra è già scesa). Tu, tu, Elisabetta! Vieni. Ti ho tanto at• resa. Era cosi vuota la mia casa ... E buia .... R1RI (ha la voce un po• rauca) - Ho freddo. MARCO - Oh, non è qui che avrei voluto riceverti. In questa stanza squallida, dinanzi a queste pareti spoglie. Tu meriteresti un palazzo. Noi lo avremo un giorno, bimba mia. R1R1 (ha un lieve riso tra l'ironico e l'incredulo) - Un palazzo! Che idea. MAROO - Sì, mia cara. Noi costruiremo la nostra vita, giorno per giorno, silenzio• samente. La nostra sarà una felicità segreta e struggente. R1Rt (con indifferenza) - No:, hai un po' di fuoco? Son tutta bagnata. MARCO- Filippo se n'è andato. E non ha riacceso il caminetto. R1Rt (con disinvoltura incomincia. a spogliarsi) - Potrei intanto coricarmi? Starò più calda. MA1t.OO - Tu sei venuta, sola questa sera .... Oh, io so ciò che significa questo per te. Ma non temere, bimba mia, resteremo così, vicini, come tu vorrai. R1Rl (i,i tono indifferente a tutto - siede semisve.stita) - SI, mio caro: mi metto qui finchè i vestiti si asciughi:10 un poco. MARCO - Questa notte sarà nostra. Essi forse vorrebbero .... Ma nessuno riuscirà a separarci. Anche se dovesse essere per una sola notte. Rnù - Hai dimenticato che un'altra noue, tempo fa', si.amo stati insieme? MARCO - · Ma tu... tu, dimmi, 110:1 sei Elisabcua? ... R1RI - Ma sì. Chiamami pure così, se questo può rar piacere. MARCO • Ma chi sei dunque? Non rammento il tuo nome. (Accende una piccola luce sullo scrittoio, appare il viso di Rirì, sciupato e stanco, imbellettato e dipinto - Ha i capelli tinti sfacciatamente - Ha una vaga somiglianza con Elisabetta). MARCO - Ecco: ora, ad un tratto ho ricordato. Sci Rirì, la mia avventura. R1Rt - Non lo volesti ammeuere, allora. MARCO • Io non comprendo. lo attendevo Elisabetta, la mia bambina. RIR.I - Non disperarti. saprò consolarti. MARCO- No, no. Non voglio. Oh, perchè la mia vita è diventata cosi triste, abbando• nata? Volevo solo un po' di calore, di serenità.... (Si ritrae in ombra . Siede). RIRl - Vieni acca·110 a me ragazzo, sei così giovane... lo sono la tua Elisabetta .... MARCO • Davvero! Oh, non devi mentire. R1RI . t così, piccolo Marco. Vieni e ripo• sati qui; la testa sulle mie ginocchia. MARCO (inginocchiandosi accanto e posan• dole la lesta sulle ginocchia) - Elisabetta, Elisabetta, sei tu? Sapevo che non mi avresti abbando:iato. o sempre avuto fede in te. RrRI - Dimmi, ti è andata male, eh? Allora eri un ragazzo spensierato, un signo• rino di famiglia. Ma io resterò ugualmente stasera, se tu vorrai. MARCO • Non te ne andare. Ho paura cli reSlare solo in questa stanza squallida, in questa penombra .... Dimmi hai visto qualcuno già i:l attesa nella strada? R1Rt - lo ero ferma presso il fanale. MARCO - No, non eri tu~ Elisabetta. Il mio cuore non avrebbe provato timore di te. Qualcun'altro è fermo, là in basso e ~o non oso guardare. R1RI - Ti cercano? Che accade, dimmi: forse la polizia? MARCO - No. Tu non puoi comprendere. Io sento come se qualcuno mi spiasse; qualcuno che attende pazienteme:ite. Come chi sa che finirà per vincere. RIRI - Perchè non vuoi dirmi chi vuol farti del male, povero ragazzo? MARCO - Non odi uno scricchiollo Jento sulle scale? Io lo sento salire verso di noi. Ecco: qualcuno si è fermato. è dinanzi alla nostra porta. Io sento il suo respiro un po' acceleralo, il suo modo di schiarirsi la gola .... RIRI - Tu hai la febbre, ragazzo. MARCO- t come se lo vedessi. ti dico. Ecco, ora certo sorride, e i suoi denti luccicano nell'ombra. Un sorriso leggero e crudele, come di chi è vicino alla preda .... Egli sa di me, di noi .... Conta i nostri istanti. (Alzandosi vivamente) lo non resisto cosi. Bisogna che io apra quella porta. Devo sapere R1Rl - Tu hai la fantasia malata. MARCO - No. Aspetta un momento di là. Ti chiamerò subito, appena avrò veduto. R1Ri - Come vuoi. (Prende la veste e va dietro la tenda . Marco apre la porta di contro: Giorgio ? fermo sulla soglia Ha il cappdlo duro, il bastone Veste tli settro). MARCO- Che cosa facevi dietro la porta? GtORCIO (tranquillo) - Stavo per bussare. MARCO (esasperato) - Basta, smetti di tro-
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