Ho bisogno di riscaldarmi, di dime:1ti• c;ire .... Devo meuere molta slrada Lra me e la morte. Non ch'io tenga alla vita .. Ma questa volta le sono sfuggito. Sono con• tento di avergliela fatta, questa volta .... ~IARCO. Non dovete bere troppo. Nella vo• su I condizione .... PRoFESSOR.1-: ~ Tutte storie. L'importante è solo dimenticare. Ritornare un uo:no qua. lunquc. No:1 farsi notare dal destino. (Pausa) Ditemi: voi partite? \IARCO • Col piroscafo di stanotte. :>ROFESSORE• Un po' di vacanza? MARCO- Non precisamente. PROFESSORE- Forse un ,ncarico della So· cictà? MARCO (sl1tpilo) . Voi mi conoscete? PROFESSORE- Chi non sa che voi siete tra i migliori costruttori di qL·i? ~IARCO. Volete lusingarmi. Ma non i: più il tempo. PROFESSORE- Voi siete troppo modesto. So che vorrebbero affidarvi un incarico im• portante. ~IARCO• Ma io 110:1 voglio acceuare. Voi vedete: :o parto. l'ROFESSORE (come già sapesse lutto) - Cose che si dicono. A voi piace un gesto sug gestivo io l'hu t.apito. Date retta a n,e. La vita è per chi resta. 1\if ARCO. Non dovreste dirlo proprio voi. PROt-'ESSORE- Vedete: io sono rimasto. MARCO. Nulla mi lega a questa vita. PROFESSORE- Veramente? Non un amico, t:na donna? ... MARCO• Nessuno. PROFESSORE- Beviamo, allora, alla VOSIJi1 partenza, se è questo che volete. Gia,chè voi partite, non è vero? (Lo guarda fisso, con uno sguardo itt cui è un rfao malizioso). MARCO (w, po' sconcer/ato) I nfaui. /Sale dal mole, lulla terrazza iL Di;ellore Generale - Si acro.'i!a ai tavolo di Marco . Dopo un at,it1iu il professore si allontwrn, setlendu a un tavolo verso il fondo) tlo:•e l:J si vedrà bere, ogni lanlo - Verso I.J fine del quadro poserà le braccfo sul tavolo e vi chinerà sopra La te• sta, come vinto dal vino e dal sonno). DIRETIORE. Buona sera, mio giovane amico. Vedete che ho mantenuto la mia promessa. MARCO• Buo:"Ja sera, signor Direttore. DIRETTORE. Dunque, caro ingegnere. siPtt! ancora così sfiduciato? Spero di no, pcrchè vorrei parlarvi di una mia idea, un progetto che vado rimuginando da tempo, da quando la costruzione del nuovo c.,r.· ticre si va avvicinando al te1mine. AvC're mai pensato che sarà un hel cantiere, JI più importa:ue della regione? '.\1ARCO- Oh, certamente, signore .... DIRETTORE. Ma io sono preoccupato: trova. re gli uomini nuovi su cui poter fare as• segnamento. Scegliere un Direttore, per escn•pio, non è cosa semplice: un giovane con deJl'iniziativa, delle idee proprie; qualcuno che all'occorrenza sappia proseguire la mia opera quando sarò stan• co. \. oi no:1 conoscsete nessuno capace di tutto questo? M,,~co - Veramente io ho così poche cono• scenze. Voi certo sapreste meglio di me ... DIRETTORE. Infalli, ed· è per questo che ho pensato a v~i. MARCO- Vi prendete gioco di me. DIRETTORE- Non ci pe11so nemmeno. MARro . Ma, infine. perchè questa sccl1"? Così ad un tratto? DIRETTORE • Voi volete rimproverarmi ili 36 Fondazione Ruffilli - Forlì avervi lasciato lavo1 <t1e silenziosamente, oscuramente, per tanto tempo senza alcu:1 riconoscimento. Io conosco gH uo• mini, mio caro amico; so bene che essi si guastano, se si concede loro troppo presto il successo. Per questo ho voluto osservarvi, studiarvi a lungo, prima di ~- sere certo, ed ora, finalmente, posso dirvi .... MARCO. Ma ora è Lardi, capite? Il tardi.. .. DIRETTORE. Perchè questa idea fissa? Siete giovane, infine: la vita vi si apre ora dinanzi .. MARCO (amaro) . Perchè venite a , isitJrmi ora, come fantasm~ cli un tempo ornui morto? Giorno per giorno, pazientemente, mi avete CO:"Jclollo a sentire vuota e inutile la mia vha, a desiderare co11 og11i ,nia forza di uscirne, per salvare ciò che ancora mi restava. Ero ormai fermo in que• sta risoluzione, ficlucioso, quasi sereno ... Ma anche questa estrema pace mi è 101· La.... (esaspera11dos1) Perchè... Perchè mi guarda1e tutti in quel modo? (Giorgio compare silenziosamen• le al mo fianco). C10Rc.10. Calmati, Mhco. (Al direttore) Scusatelo, signore. Il mio amico è un po' in· ncrvosiro dalla partenza. Orn.EnORE - Pensate a qua:110 vi ho detto, ~ngcgnere. Sappiate che io attendo una vostra risposta. (Entra nella taverna). GmRc.10 (prendendo per un braccio Marco e sospingendolo verso la scaletta) - Vieni. Marco. t l'ora del tuo piroscafo. (Fermandosi e appoggiandosi alla ringhiera ,le/la terrazza) Vedo molte ombre attorno .. Non ti mancherà la compagnia in viaggio. \!ARCO - Non voglio compagnia. C10RG10 - Chissà quanti fra loro sono miserabili, costretti a lasciare la loro terra d;t una sorte ostile. Essi forse non imagin;ino che qualcuno possa partire di sua \'Olontà, decidere di lasciare tulio dietro a sè, a un tratto, per l'ignoto ... \IARCO • La fantasia non deve essere il loro forte. G10Rc10 • La fantasia è un lusso di pochi. MARCO. A volte sembra che tu pure mi disapprovi. GIORGIO (ambiguo) - lo? Per carità. rg la· ~cio sempre che ciascu:10 compia ciò che ha deciso. (Suono di .-;frena). 'IAROO - Come sono noiose queste sirene .... C101<c10 . Già. Pare che si lamentino di un male inguarihile: come il continuo, di- '!rato coro di una oscura tragedia. MARCO. Anche tu hai della fantasia. rrlORGro . ron senti lo squal1ore di questa hanchina, di queste sirene, i:1 una serata così fuori del tempo, mentre nell'aria è l'eco malinconica dei dolorosi distacchi e delle partenze solitarie? \1ARCO. Taci. G10Rc10 . Scusami. Dicevo cosi tra me. (Pausa) Ecco qualcuno che probabilmente non parte per suo diletto. (Un gruppo si fa presso il fanale . Gente modesta; padre e ma• dre anziani . Ragazzo di una ven• tino d'anni, con una valigia; una bimba di dieci a,im). FIORELLA. Fermiamoci qui, Carlo. MADRE • Sta bene la tua roba nella valigia; contiene molto sai. e d'altra parte C piut• tosto piccola; non ti darà noia in viaggio. PADRE . E poi ci sarà sempre u:1 fac• chino. '.\'fAORE. Certo. Ma se rlnvet,;.se poitar~a lui. a volte per far più presto, per lui è una piuma. F:cRELLA - Guarda come luccica qui. 1'-famma, è oro riuesto> MADRE (f1acala) No. Fiorella: "on è oro. CARLO- Grazie, mamma. Sì. è davvero trop• po bella. ~li dispiace per la spesa. MADRE - Non pensarci caro. Ho fatto ciuel che ho potuto. c·era anche più grande, ma questa mi piaceva di più. Quella vecchia serve al babbo. E poi volevo che tu aves• si qualcosa di nuovo, di mio .... Ti ricor• clerai ogni tanto di me .... CARLO• Grazie. Ma non occorreva nulla. Tu lo sai: penserò sempre a voi, co:itinua• 1ne11te. PADRE - Scrivi presto, Carlo, mi raccomando. Sai com·è tua madre: si mette in pena per un semplice ritardo. ~1"ADRE (con. dolcezzll) - Perchè tu non sei così, vero? FroRELLA • Mandami una cartolina lucida, per la collezione .... CARLO - Va bene, FiorelJa. PADRE - Sappimi dire subito come sono i nuovi superiori. Può darsi che il mio direnore ne conosca qualcuno. Oh io so:, tranquilJo: tu sei un ragazzo a posto, in• telligente, colto, con te si parla volen· tieri di ogni cosa. Soltanto cerca di non essere troppo impulsivo, vero? Lo so: hai le tue idee, ma ta volte bisogna tenerle per sè. Sono sicuro che ti sistemerai be- :iissimo in poco tempo. i\lADRE - Tu sci così carino; riesci subito simpatico. Vedrai che il Direttore ti pre• ferirà a tutti. CARLO- Speriamo, mamma. PADRE (a parle, serio) E se a\'essi bisogno cli danaro, mi raccomando, scrivimi subito; un bel telegramma, e il giorno dopo te lo farò avere. CARLO - Ci mancherebbe altro. Sono io che spero di mancilan1c a voi. MADRE . No, no. Non occorre. PADRE . Certamente. Quel che conta è che tu lavori, che tu ti faccia un uomo, un uomo come si deve, Carlo. (come ripetendo un vecchio racconto) Avevo cinque anni meno di te quando mio padre mi mandò per il mondo. Ricordo che io piangevo e allora lui mi mise una mano su11a spalla e mi disse: Giacomo .... CARLO- Lo so, babbo. PADRE . Hai ragione: deve essere già tardi. MADRE (con ansia) - o, siamo usciti presto di casa. lo credo che ci sia un po' di tempo. CARLO . Dev·essere ormai in vista il piroscafo. Mi sembra giù di vedere dei ]umi che si avvicinano. MADRE. Oh, Dio mio, Carlo; non ci ho mai creduto veramente. Ma ora tu davvero te ne vai. ... FIORELLA (piagnucolando) - Resta con noi. Carlino. CARLO - Zitta, Fiorella, da brava. Quando ritornerò ti porterò un bel regalo. PADRE - Andiamo Carlo. Non c'è più tem• po per le parole. CARLO • Vie:1i, mamma cara, appoggiati a me. (Si allontanano• lentamente versu il fondo - TI pianto noioso ed uguale della bimba va spegnendosi). MARCO (riscuotentlosr) - :t strano. G10Rc10 • Che cosa? MARCO- Quelle voci, quei visi.. io ho già visto quella bimba. E quel ragazzo, quello che sta partendo... mi sembra che asso• migli a qualcuno. GORCIO• t vero: fof1'e guardandolo bene ass?miglia u_n po' a ie• quando avevi di• ClOllO an:11. MARCO• Tu mi conoscevi, allora? GIORCIO . Ma certo. È tanto tempo che ci conosciamo noi due, anche se non hai buona memoria .... MARCO (quasi a sè) . A volte mi sembra di non averti mai conosciuto .... (Suono di sirena che si acco.<:ta •
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