Spettacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 3-4 - feb.-mar. 1943

• :MARcx>- Con mollo piacere. (Escono Pausa, un po• imbarazza la) Lravate già stata in questo posto? EuSABE'rrA . t la prima volta MARCX) . Vi piace? EuSADETTA - Oh, mi sembra COSÌ caratteristico. aceo<Jlie:1te. MAROO • on vi consiglio di fidarvi troppo di questa apparente intimità. Lasciatelo dire a mc. EL1sAOETTA. Perd1è? Voi credete che •tutto questo sia falso? MAROO. lo conosco il mondo. (pa1,sa) Ero certo che ci saremmo incontrati un gior110, anche se avesse dovuto essere l'ultimo .... Avevo ragione. ELISABETTA. Desideravate conoscermi? MAR<X> . Da lungo tempo. E voi, ditemi? EusABE11A - lo vi credevo contento della vo~ stra vita. Cci::to non vi an:ioiavate nel l'attesa. MARCO • Qualche avventura. Ma il mio cuo. re era assente. E: da lungo 1cmpo arrugginito e polveroso. come un vecchio ogget10 relegato in soffitta. ELISABETTA. Si può vivere senza di esso? MARCO - Si può camminare lentamente lungo i 1ranqui11i viali della vita. come vecchi ormai staccati e indilfcrenti a tutto. ELJSAHl::TrA- Ma l'amore può decidere ugualmente di noi. MAROO • I,: u:i pregiudizio dei più falsi. Oc• corre un atto di volontà, anche per l'amore. C'è un giorno in cui decidiamo d'amare, come cli comprare un gioiello che vediamo da 1empo splendere in 1111a ,,etrina. on basta desiderarlo di )onta• no. Se veramente lo vogliamo, un giorno decideremo di spingere la pona di quel negozio; di toccare il gioiello. di essem.e presi .... ELISABETI'A - Avete delle idee curiose. MAROO • Posso dire di avere ormai tutto pr9vato. Mi sento già irrimediabilmente vecchio. f.u~ABETTA (ingenuamente) - Se potessi fare qualche cosa per voi.... ~1AR<X>. Oh; gra1.ie; dolce Elisabetta. Forse .,;e vi avessi incontrata prima .... EusAnETl'A • Perchè è tardi ora? \!AROO - Voi non potete capire. ELISABETTA. Dimenticate il passato. ~(ARCO - Anni di esistenza arida, vuota, senza un soffio di vita nel cuore. Primavera senza dolcezza, nè profumo di erbe nuove. Anni perduti giorno per giorno, come polvi:re secca tra le dita. Chi potrà rcn. dermi questo? EusA1n-:rrA - Anche il mio cuore ha vissuto in un'attesa indefinita. ~fARCO- Noi siamo come piante che nell'attesa troppo lunga della pioggia sono ina• ridile. f.LISAHF.TIA- Rivivremo tutti i pensieri, tutti i desideri soffocati in questa attesa. ~: :rnlla sarà perduto. \IAROl - Il mio cuore non sa più come si faccia ad amare. EI.TSAUETIA - La vostra esistenza non ~ fi. nita. MARCO. Sapere ora ciò che avrebbe potuto essere mi fa capire come veramente sia finita. EUSABErl"A- Pcrchè non è possibile ricominciare? MARCO • Noi non siamo pil'1 nuovi. sereni. Siamo carichi di ciò che non abbiamo 3\/UIO. EusAntr1TA • Pcrchè non volete dirmi cos'<' quest'ombra che ci sep.ira? MARCO- Che vale saperlo, qua:1do è causa del nostro principio e della nostra fine, EusAnE1TA • Dite anche voi che la vita CO• mincia domanif 34 Fondazione Ruffilli Forlì MAROO• Domani! Non crediate a questa menzogna, Elisabetta. L'inganno con cui si trascina la nostra vita, illudendola con u:rn continua, vana attesa ..... Solo l'attimo di cui siamo certi ci appartiene. Ecco: questa notte è nostra. Viviamola cosi CO· me ci viene data, Elisabetta. (.u prende una mano e gliela bacia con intenzione - Lei ha un istintivo moto di stupore) Perchè non vole1e? Pensate: domani forse questo sottile incanto sva:1irà, come qu~ta musica. come questa notte ... Forse torneremo freddi e grevi alla cruda luce del maumo. ELtsAuE'rrA . Voi non concedete a questo nostro sogno più vita di una notte? (Suono improvviso della sirena di un piroscafo . Marco trasalisce • Sale dalla scaletta "sulla terrazza una persona di mena etd, con un bcrrello 10550 tra il Capo Stazione e il Capitano di mare). L'UOMO DAL B. R. - Il piroscafo è in vista. .'.IAROO. t già l'ora .... Dobbiamo salutarci, Elisabetta. . (L'uomo ·siede a un tavolo discosto, in ombra . J'erso la fine del dialogo (ra Marco e Elisabetta, si toglie U berretto asciugandosi la fronte - I!. un uomo clai cllpelli grigi, cli.stinto, dall'esprBssione energica e gioviale; è il Direttore Ce11erale). ELISABETTA - Voi tornerete presto? vero? MARCO • Si, Elisabetta. Ri1omerò un giorno, anche un giorno solo per riveden,i. ELISABETTA. No:1 riprenderete più qui la vostra vita? MARCO- Un gion10 può valere tutta una vita. Elisabetta. L'ho imparato questa notte. ELISABETTA • Parlate come a chi si lascia per sempre. MARCO. No. Noi ci incontreremo ancora, ne sono certo. Non può finire cosl. Io verrò a voi, mia cara. non appe:1a essi mi lascieranno .... ELISABETTA. Chi vi tratterr:\? Ditemi. Oh, io non comprendo. Che cos'è che vi porta lontano, quasi contro la vostra volont:\? ~IARCO . Sono io che l'ho voluto. Prima di conoscervi. EuSAHETTA - Ma non avete qui la ,1ostra vita, il vostro lavoro? · MARCO- Oh, il mio lavoro. Un'oscura, continua fatica, rimasta inutile e ste1ile. Spcra:i,c, progetti soffocati poco a 'poco die: tro I' indifTcrc111a, la banalit.:ì di giorni sempre uguali .... ELISAnt:TrA- Non l: \'ero. lo so che vi si conosceva. vi si stimava per la \'<>Straopera. L'avvenire era ceno. luminoso dinan,i a \IOÌ. ì\{ARCO (sorride amaro) - Oh, voi sapete mentire in modo così dolce. ELISARETTA • t la vcrit...ì. 'Marco, credetemi; io l'ho sentilo ripetere anche da mio padre. Egli parlava spesso di voi. MARCO- Vostro padre? ELISAHf:"n'A. Permettete che ve lo presenti. (li Direttore Generale si alza e si Jn avanti sorridendo, le mani tese). lL n1R. CEN. • Oh buonasera, caro ingegnere. Come state? MAROO . Il Direttore Ccnerale .... JL OJRE'TTORE • lo ho sentito da molte parti dir bene cli voi. Giovane un po· ribcJle, ma pieno di idee ;\{ARCO - Oh. grazie. Non a\lrei mai supposto .... EuSAHf.'rTA . Egli non mi crede, babbo. IL OIRF·rroRE - €. modesto, pure. So, anche questo. Cosl voi due vi conoscevate. Perché non me l'hai detto, Elisabetta? ELtSASETTA. Questa sera egli parte. IL DIRETTORE• Oh, davvero? Voi partite pro• prio ora? Un viaggetto di piacere, immagino. Non lo sapevo: come mai nessuno me ne aveva parlato? Non potreste rimandare? MARCO• Purtroppo signore, non mi è possi~1ile. IL DIRETTORE - Che peccato. Comunque. "i aspetto senz'altro al vostro ritorno: vo• glio parlarvi di un mio progetto. Passate dal mio studio. MAROO. Temo che non po1rò signore. Comunque vi sono grato egualmente. IL OIR~TroRE . Sempre orgoglioso eh? Del r~10 vi conrcsso questo 110:1 mi dispiace. Ero molto simile a voi aJla vostra età ... MARCO (nllcrrmdosi) - Perchè \ICnile tutti ora in cerca cli me? Perchè non siete anelali in\'ece fin che era tempo, da un po· vero, illuso giovane che vive\'a nella vostra attesa? l'erchè avete lasciato inaridire giorno per giorno Ja sua giovi:1eua, soffocare le sue speranze? ELISABETTA- Non siate ingiusto, M·arco. MARCO- Sì, io vi riconosco: voi non siete uomini. Siete ombre, rantasmi di un pas• salo ormai sepolto. Jo comprendo bene ora. Siele i miei sogni. le illusioni dei miei anni lontani, .venuti a visitarmi l'ultima notte. IL DIRETTORE - Se è questo che temc1e, \'i aspetto qui domani. Vedrete che sarà tut• to vero. (Esce). MARCO • No. non può essere. Non vi credo. Tu, dimmi. .. tu non sei una creatura vera ... Sei un inganno dei miei occhi. (La sfiora con. una mauo e poi la stri1,ge a sè). EuSAHFTTA - Mi credi ora? (Stanno per baciarsi. Si ode ora ,ma tossetla ironica. Salgono dalla scaletta i dtie siguori. Sono due figure 1lte dall'espressione stria e corretta. Vestono di .scuro). I SICNORE - Disturbiamo? Il s1<:t\0RF . E' questa la taverna ciel porto~ I s1csoR1?.- Dovete scusarci se siamo stati importuni. Ma avevamo bisogno di. un po' di riposo, Il viaggio ci ha na:1c.1.t1. MARCO. Siete giunti col piroscafo? I I s1cNORE. Ci.~. Colla nave che ha appro• dato ora. (Siedo110 i11 disparte i11 ombra). MARCO . Bisogna d1e io vada, Ehsabetta .. ELISABETTA. Ti aspetterò. Venò qui ogm sera. ì\•fARCO- Anche per me questa non sarà c~e un'attesa. (U110 dei signori ha un riso sommesso). EusAnETTA - Forse allora ritorneremo due estranei. MARCO. Tutto riprenderà al punto in cui l'avremo lasciato. EuSARETIA~. Tu stesso non ci credi. La verità è . che ricomincia per noi la vuota aucsa. ques1a ,,olla per sempre .... Se almeno 01ù ore, pili ricordi comuni ci unissero. Come luoghi grati . a11;:t memo• da in cui incontrarci a rivivere. MARCO. Un giorno, un gior:10 ancora.... . ELISABETTA (timidamente) . Non potrcsll, Marco .... MARCX) • Mi ::iuendono. Forse sarebbero anche venuti a prendermi. Se solo sapessi come avvertirli .... 1!.L1SABETI'A. Potresti soltanto riman'dare, anche di poco. Basterebbe un messaggio. MARCO• Ma a chi affidarlo? Cosl lontano. L.1.ggii1, oltre il fiume .... (llisa sommesse - Afarco e Elisabetta si volgono . I due signori .ti alzano e si accostano).

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