Spettacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 3-4 - feb.-mar. 1943

tlecisamenle trascinandosi dietro la pa• ,trona). N. INQUILINO - Ma certamente, cara MARCO- Eccovi escluso. Se volete vi posso fornire una breve descrizione di quella che sta per diventare la vostra dimora. N. INQUILINO. Oh, grazie, non importa. Tanto non crediale che il vostro malcapitato app;nrnmento manterrà un aspetto che ricordi molto l'attuale. MARCO• La fantasia della signora si sbriglierù senza limiti? N. INQUILINO- lo 11011 ho cerio intenzione di ri:1unziare alla mia piccola quota di tranquillità, ostacolando i progeui della mia legittima consorte. Approverò naturalmente senza riserve. MARCO• È curioso pensare che qualcuno cominci là dove noi finiamo. lo ho impiegato una vita per liberarmi da questo, e voi vi accingete ora ad abirnarvi al colore di queste pareti, al cigolio di c1ucste porte, a qucJla malinconica bava di musica che a volte il vento polveroso della periferia pana qui dalla fiera .. N. 1NQu1uNo - Voi mi compiangete? MARCO• t come se conoscessi colui che sta per innamorarsi cli una do:1na in• degna che io ho lasciato. N. INQUILINO- Non vi date pena per mc. Ormai il meglio della mia vita è passato. lo non mi aspetto pit1 nulla, se non un tranquillo riposo. MARCO- Ogni cosa che finisce fatalmente delude e disgusta. E questa forse una delle più tristi conclan:ie della nostra esisrenza. · Mi basta sentire la voce e in• contrare lo sguardo freddo della mia padrona di casa, che oggi si perde, per capire che anche nei momenti in cui essa mi ha mostrato l'ìntcresse di una madre, già nutrÌ\la in sè l'indifferenza che oggi può serenamente dimostrarsi. N. INQUILINO- Anche la. sicurena di aver co"nquistat<1 cancella, come quella di aver perduto. lo sono finito per mia moglie il giorno in cui lei mi ha sentito in suo potere. Ma eccola di ritorno. (Le due donne rientrano) N. INQUILINA- Giacomo, vieni qui. Di' anche tu ;1lla signora il sacrificio che è per noi spostarci fino a qui, cosi lonta:1i dal tuo ufficio. MARCX:> (sottovoce, irouicamenle) - Su, da hravo, ditelo alla signora. N. INQUILJN"O. Mia moglie dice bene: un sacrificio notevole fare quattro volte al giorno la strada cli qui all'ufficio e viceversa - specie per le mie gambe non pili tanto agili -, ma lei ha tanto clcuo che preferiva.... . N. INQUILINA- Che cosa vi dicevo? Dovere assolutamente ridurre le vostre pre1ese, signora. Siate ragionevole .... PADRONA • Chiedete piuttosto al sig·lore qua- . le enorme comodità nella posizione della casa. A un passo dal cenlro, dalla stazione, dal porto. Ditelo voi signore. N. INQUILINO (sottovoce, c. s.) - Orsù, mio caro. Tocca a voi, ora. MARCO. Effettivamente non si può negare che il porto sia vicino, e anche la stazione. Credo che ve ne renderete conto la prima notte. N. INQUll.lNA- Suvvia, Giacomo. lo tr0\10 inutile disturbare oltre il sig:1ore. Andiamo di là. con la signora. Ci metteremo certamente d ·accordo. (Si avvia colla padrona). N. INQUIUKO. Avete udito? ~li si richiede, ora. MARCO (soltovoce) . Se vi occorresse aiuto chiamatemi. Cercherò di ~ccorrere. N. INQUILINO. Arrivederci, per ora. 32 FondazioneRuffilli - Forlì MARCO - Arrivederc1. (Pausa - Voci alte, poi coperte dallo sballere dz u.n. uscio - An· com leggera eco della musica - Entra Giorgio silenziosamente Giovm1e, ma più auz.iano di Marco - Ha un'espressione uu po' am• bigua . Parla leniamenle, come dando riJ,oste intenzioni (ul ogni parola). G10Rc10 - Buonasera, Marco. MARCO. Come sic1c entrato? GIORGIO. L'uscio era aperto. Non mi rico· nosci? MARCO. Non ti vedo lJene con questa luce. Avvicinati. lo 11011ricordo veramente .... GIORGIO- Sò:10 Giorgio. Ricordi? Il tuo amico Giorgio. MARCO lo forse sono swnco. Non farci caso. Pure mi sembra di ricordare .... C10RG10 . Ma cenamenLe, mio caro. Siamo amici di vecchia data. ~1a perchè quel bagaglio? .... ~1ARCO- Mo deciso di partire. Gmu.c10 - Davvero? Come mai? ;\IARCO- La mia ,;itcl era inutile e vuo1;1.. Ho compreso ad un trauo che mi trovavo a un punto mono. in cui avrei pas• salO ore sempre uguali e stagnanti. Così, vedi, me ne vado. GIORGIO (con una sfumatura tli ironia) - Vedo. (Si guarda attorno) 'Sento delle voci di l,ì. . .\1ARCO. Qualcuno ha invaso la mia casa. U:·1a strana donna che cammina sulle mie valige e passeggia attr.iverso le mie stanze. G10R<:10. Che ti impona pili di questa casa? MARCO- Fortunatamente sono già altrove. Tu mi vedi, ma ormai sarei lontano, a quest'ora, se un pigro piroscafo non mi costringesse a un banale ritardo. GIORGIO. Deve fare uno strano effetto - io penso - vedere fin eia ora che le nostre cose stanno già muta:1do per opera di chi seguirà a noi. Ecco: tu ricorderai domani la tua casa, le tue stanze, come le avrai lasciate e forse il tuo ricordo, credendo di entrare nella tua tranquilla camera, si troverà nel ripostiglio di una vecchia bisbetica. MARCO lo son certo chç il ricordo non . verrà a visitarmi. G10R<:10 - Un uomo che ha lasciato traccia di sè non può essere senza ricordi. · Gli uomini che ti ha:1110 stimato ... le donne che ti hanno d~1to il ioro amore ... ti ri. chiameranno talvolla di lontano. 1\IARCO. Jo so110 passato Ira loro come un compagno di viaggio cui non si fa caso. Un tempo mi sono illuso <li poter essere dei loro. Po~. un giorno, ho fatto il punto; e mi sono accorto di non essermi avvicinato a loro di un passo. Allora, serenamente, ho deciso di finirla G10RCJO. È strano: li ho sempre creduto a wo agio. An1.i in una posizione premi• nente.· Ho se:itito p~1rlare bene del 1uo la\'oro. della wa intelligenza .... MARCO. Sono inutili queste tue ·estreme menzogne. Sembra quasi che ti m.indi qual cuno di loro. G10Rr.10 - Nessuno sa della tua partenza. MARCO- t vero. Ho fatto tu~to ìn silenzio. Nessuno sarebbe presente a questo mio passo, se il caso non ti avesse condotto qui. GIORGIO. (ambiguamente) Forse è bene che 111 .ibhia qualcuno vicino in questo mo. mc1110. Un amico, un tuo vecchio amico, come sono io. .\1ARCO • Già.... lo sono 1111 pÒ stordito. questa sc1:..1.Ho la 1cs1:1che mi ondeggia vuota. leggera, lcipta ad un filo sollllc co• me il pallone di un fanciullo. Ma ora mi ricordo cli te. amico mio, mio caro .... GIORGIO - Giorgio. (Pa1tSa). Dove andrai ora? MARCO· Esattamente non lo so neppure. Tempo fa fui messo b relazione con un grande costruttore navale cli oltre il fiume. Seppi che aveva bisogno di un ingegnere giovane, per un incarico delicato, forse anche rischioso, ma con grandi possibilità aperte. Tuui coloro che conosco avevano rinunciato come a una cosa trop• po impegnativa. Ma io no:1 avevo nulla da perdere. Occorreva un uomo privo di pregiudizi. deciso a disporre liberamente del suo avvenire, qualcuno senza famiglia nè legami. Era il mio c.iso .... G10RGI0 - Qualcosa come una II Legione stra. nicn1 "···· .\JARco - Anche qui bisognava essere ben t.:Cì 1i di sè prima di prendere impe• gno, perchè da esso non sarebbe stato possibile tor:rnre indietro. dopo. GIORGIO- (in tono ambiguo) E tu ti sci impegnato? MARCO (lento) - Si, Giorgio. (Pausa). GIORGIO- Mi spiace perderti così. ... ì\'IARCO· Grazie, Giorgio. Tu forse hai intuito qualcosa per venire proprio ques1a sera ..... C10RG10 · lo non sapevo nulla. Sono venuto per invitarti a un ritrovo, una serata con due giovani signore .... MARCO- Ma io devo partire. E tardi. lo non voglio pili aver nulla di inutile, prima della partenza. Tutto il mio passato è stato inutile. Ed era una vita. GIORGIO· li tuo piroscafo è in ritardo. Vie• ni con no~ questa ultima sera. Sarà il passatempo di qualche ora. Un modo di ingannare l'attesa. MARCO - È stato gentile da pane llla pensare a me. Ma ormai nulla può trattencn11i. La sola felicità possibile sta nella mia decisione. Adelio. GIORGIO- Aspetta. Tu forse :1011 sai chi sono le signore che ci auendono, giù, presso il cancello. MARCO • :\Ton voglio saperlo. Nessuna donna in questo paese mi ha dato della dolccll.a. si è accostata alla mia solirndine. Sono stato sempre solo, e solo voglio partire . CmRGIO - '.\'essuna donna ti è apparsa 1)itì vicin;1 a I tuo bisogno di tenerezza? Qual· cuna che tu abbia desiderato maggiormente cli avere acca:ito? MARCO- Un lcmpo, quando ancora mi illudevo di poter prendere parte alla Yita che vedevo svolgersi dinanzi ai miei occhi. Ricordo un viso più dolce e luminoso. La mia fantasia aveva lavorato, far• se. Qualche sera di primavera ho immaginato che l'avrei avuta al fianco, e che forse avrebbe dato un senso alla mia vita arida. che avrebbe supplito a t11110 quanto mi mancava ... C10Rc.10- Non fu cosl? .\IARCO- lo credevo che quel giorno sarchhe venuto. Ne ero certo, forse. Pcrchè avevo tanto costruito su questo? ... Era come una luce, l'unica della mia vita. i\fa poco a poco anch'essa si è fatta opaca. Ci passa\'amo accanto, i nostri occhi si tro- ,,avano un ~uimo, poi le nostre vie seguivano diverse. Chissà, forse ciò avrebbepotuto dare un altro corso alla mia vita. o forse è destino che io mi trovi oggi a . questo punto. sommerso dalla banalità e dalla indifferente noia. Solo uscirne è vi~ ,•ere. C10Rc10 - Neppure per me vuoi farlo? È già <·01,ì lardi: e io ho promesso a queste

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