RICEVIAMO una lettera del giovane amico Smuraglia il quale cosi scrive : " .• da un certo tempo, il modo di scrivere di parecchi di voi mi piaceva poco : sopratutto quell'esagerare intorno ad uno scrittore che non so fino a qual punto meriti il vostro ardore. Inoltre mi seccava vedere che come già Pattuglia e Posizione, ora anche Spettacolo si avviava a diJoppolo, mentre l'amico carissimo _provvedeva felìce al proprio matrimonio. In un secondo immediato tempo anche egli veniva richiamato e lo è tnttora. Mi permetto di smentire una volta per tutte la fama falsa di Joppolo mendicante pubblicazioni e articoli e mi permetto al tempo stesso di assumere la responsabilità di tutto ciò. fPtect:i)a7iltont ~~ a piopo{J;itodi monopolio / ventare non l'organo de~ teatrignf, ma piuttosto l'organo di uno solo .... " Queste parole - sono a proposito (chiunque già l'avrà notato) di Beniamino Joppolo. Ora che contro Joppolo siano insorti tanti, dall' amico Palmieri, al " letterato ., Jacobbi, dal!' umorista Giovanni Mosca al direttore di Film Mino Doletti, dal fabbricante di commedie Guglielmo Giannini al giovane cultore nonchè neo regista Carlo Sm1iraglia (e citiamo pochissimi nomi) non mera_viglia gran che, considerato e visto che il nuovo ha sempre distnrbato ed è stato sempre capito- iii ritardo, e ciò senza offendere l'intelligenza e la personalità critica di alcuni dei miei oppositori. Ma quello che io voglio fissare è questo : tanto surriscaldamento nasconde, nella maggior par - te dei casi, una specifica malafede o volontaria incomprensione. E lo dimostro, almeno parzialmente. Quando Il Cammino e L' Ultima Stazione f1irono da me messi in scena a Milano, non ebbi che deboli reazioni da parte di trascurabili gruppi di insegnanti medii facenti funzione di letterati : i migliori e maggiormente stimati intellettttali di .Milano espressero uf fi· cialmente la loro considerazione, senza scandali o battaglie. I nomi varii e sostanziosi, sono pronti. Quello che seguì non è a tutti noto, giacchè, pur segnendo puntualmente l' _annuale corso di allievo nfficiale in tre diverse sedi io mi interessai a fondo e realizzai la pubblicazione di varie opere di FondazioneRuffilli- Forlì Aggiungo pure che io venni a conoscenza de L' Ultima Stazione, per avermene fatto leggere il copione (con a"!mirate parole di presentazione) Enrico Fulchignoni, nei caldi giorni della prima milanese di Piccola Città. Ciò premesso, e premesso che nessnno mi può vietare un interesse privato e poi pubblico all' opera di Beniamino Joppolo, premesso anche che tale "passione ,, io posso esprimere nei modi che più preferisco non snssistendo oggi una critica di Teatro degna di tale nome (solo Apollonio, D'Amico e Si- .moni meritano in tale senso considerazione e deferente àttenzione), io mi domando il perchè di tanto scalpore, quando nessuno ha alzato un dito di fronte ai mcmif est i del teatroguf di Roma, alle dichiarazioni wilderiane di Fulchignoni e cito questi· fatti non perchè io ne dissenta, ma perchè ebbero forma di 1,fficiale aggressività. Aggiungo di essermi sempre astenuto dalla polemica nei riguardi dei giovani o delle cose nuove, almeno in sede giornalistica, perchè credo occorra oggi una reciproca solidarietà " di fronte agli altri ,, ai " troppi,, , per l'affermazione di un nostro generico fronte, creato il quale poi ci permetteremo il lusso di combattere con l'inchiostro fra di noi. Questo era ed è il mio pensiero, che non· avrei voluto espririiere, soprawtto in forma si sciatta, se altrove non si pas,asse la misura. Infatti il giovane amico Smuraglia, che mi vieta in nome della serietà di compromettermi tanto per Joppolo, al mio consiglio di guardarsi bene dal mettere in scena " La Storia del soldato ,, di Strawinsky, definita io " incoscienza ,, simile ttspirazione nell' ambito di un teatro-guf di provincia, mi dice: " Io arrischio tutto, mi getto allo sbaraglio, mentre tu pensi di più : comunque noli rinuncio nè abdico al mio impeto, anche se qualcuno crede si tratti di temerarietà o di presunzione,,. Tutti osano, tutti inscenano cose infinitamente più grandi di loro, tutti sparano cannonate con pistole scacciacani e lo scandalo perdurçi solo, ma quale combinazione, solo per Joppolo e per il povero sottoscritto. A ngnro a tutti serenità e pace, quanta spiritualmente ho io, aug1iro di acq1iistare la coscienza che ho io, coscienza in senso di me• ditazione, di fatica, di studio e di ricerca. Non è questa una auto-lode: pèr carità. E' solo nna precisazione. E, poichè mi sono deciso a scrivere, semplicemente è superficialmente, qualche riga affermo anche che nè Pattuglia nè Posizione per q1iel che mi consta nè soprat,~tto Spettacolo sono (come Smuraglia e qualche troppo astioso aspirante critico del 1923 crede) monopolio di Joppolo o similia . I nomi di Gaiidioso, Loverso, Costa, Morando, Rossi, dimostrano meglio di qualsiasi argomentazione l' aspirazione nostra, dell' ,;imico Ronchi e mia, a fornire con Spettacolo una documentazione per un prossimo lavoro della vitalità di un teatro contemporaneo, e ciò all' inf nori di cenacoli, cricche, comhutte, scnole e chiesuole, ma con visione aperta e precisa sensazione e misura d' arte. Il lavoro è ard1w. Molto ardito. E coloro che ci segnono invece di incavi/lire sul particolare cooperino alla nostra fatica e plandano ad essa e siano sopratutti sicuri che in me ( e scusino il continuo discorso singolare) non è confusione, nè astio polemico, nè improvvisazione. Il tempo e i fatti che seguiranno, ciò che noi faremo e che sappiamo realizzerem_o dimostreranno irrevocabilmente che abbiarno ragione di parlare così. PAOLOGRASSI 27
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==